-
- EDUARDO
ED ALTRE APPARIZIONI
spettacolo in collaborazione
con
Arena del Sole - Nuova Scena - Teatro
Stabile di Bologna
COMPAGNIA
KATZENMACHER
Possibilities
di Howard Barker
ideazione e regia Alfonso Santagata
con Rossana Gay, Johnny Lodi,
Massimiliano Poli, Alfonso Santagata,
Tommaso Taddei
assistente alla regia Chiara Senesi
colonna sonora Tommaso Checcucci
traduzione Luca Scarlini e Alfonso
Santagata
organizzazione Rita Campinoti
amministrazione Laura Bagnoli
Laboratori DMS - Teatro, 19-20
aprile 2004 - ore 21
Cinque
frammenti estratti dai brevi atti
unici di Howard Barker.
Possibilità incise negli orrori
della storia, nelle ambiguità
degli individui di fronte alla
guerra, al sesso, al potere: come
una serie di polaroid scattate
nelle zone dombra di unumanità
che ha distrutto i propri ideali
e si è fatta esperta del
tradimento.
Il
terrorista, la puttana, il
torturatore, Giuditta, lufficiale,
lo zar
personaggi di un
mondo in guerra, dove la malvagità
ha superato ogni limite e le
contraddizioni esplodono nella
banalità della violenza. Il più
debole ha appuntito il suo
discorso facendone unarma.
E per tutti la scena è luogo di
una catastrofe ancora senza esito.
Lo
spettacolo ha incontrato la
necessità drammaturgica di far
convivere i frammenti di Barker,
i suoi personaggi compromessi e
ribelli, torturatori e vittime,
allinterno di un
contenitore altro, che insieme ne
rifrangesse e ribaltasse le
storie e i lineamenti. Come a
cercare un rispecchiamento
alchemico, ho inventato un altro
luogo, che non appartiene alle
possibilità esplorate da Barker:
un cabaret notturno dove si
esibiscono le ferite di unumanità
alla deriva. Il mondo di Barker
è circondato da un altro mondo,
abitato da creature che vivono
oltre la soglia di una tragedia
già consumata. Un cabaret
trasceso che sfida il ridicolo e
il paradosso.
Il
teatrino notturno e il teatro di
Howard Barker che annodano
tragedie vere e apparizioni
tragiche, in una sorta di
commedia nera dove non è più
possibile distinguere le visioni
dagli incubi, le apparizioni
dagli spettri, i rumori di guerra
dal frastuono che si agita nella
debolezza delle menti.
- Alfonso
Santagata
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POSSIBILITIES,
ovvero il teatro secondo Howard
Barker
Il teatro di Howard
Barker resta ancora per buona
parte sconosciuto in Italia (con
alcune eccezioni, tra cui ledizione,
presso Sellerio, di Scene da
unesecuzione e il
recente Seven Lears
presentato a Prima del Teatro a
San Miniato); eppure è senzaltro
un capitolo fondamentale della
drammaturgia inglese del
dopoguerra. Non troppo amato in
patria, ma molto apprezzato in
Francia, Germania e Olanda, come
il suo "simile" Edward
Bond, è, di fatto, un punto di
riferimento per tutta lultima
ondata dei cosiddetti "nuovi
arrabbiati", che in lui
hanno trovato un link di
straordinaria forza con la
generazione precedente, come
testimoniava Sarah Kane, che,
poco prima del suicidio, aveva
dichiarato di voler tornare per
una volta a recitare in una sua
pièce.
Il
suo repertorio è pervaso da
attraversamenti spesso
violentissimi di momenti
fondamentali della tradizione
europea, ma proprio il suo
approccio assolutamente personale
lo rende eccezionale nel panorama
britannico, dove le riscritture (in
specie da Shakespeare, ma non
solo) abbondano da sempre nei
repertori, ma non brillano spesso
per originalità.
La
violenza, lo sfruttamento, il
desiderio e il suo utilizzo a
fini politici sono il territorio
principale dello scrittore
inglese.
La
scrittura indaga risolutamente
gli abissi della scelta di
aderire al potere o di ribellarsi
ad esso, ha un ritmo poetico, non
certo nel senso di una tensione
al semplice lirismo, ma piuttosto
nelladozione, radicale e
talvolta spietata, di una tecnica
di sintesi, che riunisce in unespressione
il destino di un impero o le
pulsioni di un movimento
collettivo del pensiero.
Possibilities
è, non a caso, il titolo di
una suite di dieci atti
unici, che ipostatizzano nella
crudeltà di un tableau
quello che nelle pièces più
estese assume dimensione corale:
torture, minacce, guerre, soprusi
e ritorsioni sono i fili che
tessono unimmagine di
distruzione e pietas, in cui i
due elementi continuano a
inseguirsi, a elidersi, a
trovarsi e a nascondersi.
Molti
di questi brevi lavori sono
riferiti ad altri testi dello
scrittore inglese, come Le
conseguenze impreviste di unazione
patriottica, straordinario
frammento civile, che immagina la
vita di Giuditta (protagonista
anche del bellissimo Judith. A
parting with the body, vera e
propria sinfonia di volontà in
opposizione per tre personaggi)
dopo latto fatale, quando
è costretta a vedere il frutto
del suo gesto con Oloferne, il
figlio, insopportabile aide-mémoire
per una vita precedente di
cui vuole cancellare ogni traccia.
Dieci
aspetti della realtà, quindi,
che sono altrettanti frammenti di
un immaginario di grande forza,
che trova il proprio centro nella
rappresentazione di una lotta
senza quartiere, in un mondo
"selvaggio" e senza
regole.
The
Wrestling School è il nome
della compagnia che ha deciso (caso
praticamente unico) di
rappresentare solo le sue opere e
che è composta da attori del
Royal Court e della Royal
Shakespeare Company, che hanno
scelto di dedicarsi a un lavoro
di scavo con lautore e
regista su testi di grande
complessità, che impongono di
faticare (to wrestle:
lottare) con lopera, che
vive di un groviglio di possibilità,
appunto, ma dove il senso
resta trasparente in immagini di
pura rabbia o di improvvisa
quiete, incarnandosi in
personaggi indelebili.Luca
Scarlini
|
...Dici
che non sono debole, lo ero un
tempo. Nessuno più debole di me.
Strisciavo nella vita. Barcollavo
da malattia a malattia ...
Scappavo dalla vita degli altri
bambini e mi nascondevo negli
angoli. Non cercavo compagnia, o
la compagnia delle bambine che
pensavo facessero giochi meno
brutali, ma era falso. Balbettavo
per la vergogna, quando mi
chiedevano di parlare, anche se
la mia bocca era piena di parole.
Ho sempre vissuto nellombra,
odiando lo splendore del sole
perché mi esponeva allesame
degli altri. Nessuno era più
debole di me. Ma, visto che ero
debole, ho scoperto lastuzia.
Ho imparato a dire una cosa,
sapendo che avrebbe soddisfatto
le aspettative, mentre dentro di
me facevo una seconda e più
segreta conversazione. Ho sviato
le persone dalle mie vere
intenzioni, il mio discorso è
diventato un labirinto, ho usato
le parole per intrappolare i miei
nemici, le mie parole erano un
pozzo senza fondo. Ho vissuto nel
discorso, facendone unarma.
E ho anche imparato a correre. Ho
fatto pratica della corsa, e
quando il discorso non
funzionava, li potevo seminare. E
così è successo che io, il
mostriciattolo, sono diventato un
generale. La mente di coloro che
hanno un corpo debole è così
terribile, è così stravagante e
sottile. E io ne ho fatto una
cosa appuntita...
Oloferne (da Howard Barker, Judith.
A parting with the body,
traduzione di Luca Scarlini e
Alfonso Santagata)
Alfonso Santagata
ha fondato la Compagnia
Katzenmacher nel 1980.
Fra i protagonisti riconosciuti
del rinnovamento della scena
italiana, ha saputo coniugare,
nel suo percorso di autore,
attore e regista, la
sperimentazione di nuovi
linguaggi e una riscrittura
personalissima dei classici e
della letteratura drammatica che
lha portato a confrontarsi
con Shakespeare e i tragici
greci, Büchner e Cervantes,
Beckett e Pinter. .
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