Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna
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Il titolo del progetto, TRAGICAMENTE, labbiamo rubato a un recente volume dedicato al teatro di Alfonso Santagata (a cura di Simona Maggiorelli, Titivillus Edizioni, 2000). A partire da Terra sventrata, lo spettacolo che inaugurava, nel 1994, lingresso nel tragico scegliendo come guide i becchini di Amleto, Alfonso Santagata ha riletto i grandi tragici del passato attraverso una serie di lavori che dellispirazione letteraria incarnavano i più attuali fantasmi. Dai testi di Shakespeare come dai tragici greci, ma senza rinunciare ai riferimenti più amati e irrinunciabili di Dostoevskij Cervantes Buchner, Alfonso Santagata ha tratto una serie di figure in qualche modo imparentate (dallesclusione, dalla differenza, dalla follia), per popolare un mondo che agli antichi conflitti (di sangue, di sentimenti, di potere) sovrappone le tragedie contemporanee. Così il cimitero di Terra sventrata è anche quello della guerra in Bosnia, la Tebe di Tragedia a mmare è una città che si riconosce nei relitti e negli spettri di altre vicende, fra figure dark, proclami lanciati da una torretta metallica, echi di battaglie e via via, fino alle immagini di antiche (e magari un po romantiche) marginalità: i guitti di Eidos o le maschere di Petito strenge, a creare inquietanti rispecchiamenti con le storie dei nuovi emarginati, profughi, esclusi.
Pensando al mondo di Alfonso Santagata, luogo dellalterità perdente (fin da Katzemmacher, lo spettacolo fondatore - allora con Claudio Morganti - della compagnia che ancora ne porta il nome), ma anche di unumanità ribelle, in grado di suggerire alternative e speranza, abbiamo pensato di raccogliere sotto lavverbio TRAGICAMENTE la farsa di Petito Strenge e il più recente attraversamente notturno di Se tujur la nuì.
Petito Strenge (Teatro San Martino, 20/21 marzo, ore 21) è uno spettacolo che guarda alla tradizione per inventare lattualità di una maschera più nevrotica che affamata, più allucinata che visionaria, immigrata alla rovescia dalla crisi economica del nord-est in un sud dove, comunque, ci si può arrangiare
Se tujur la nuì (Teatro San Martino, 22/23 marzo, ore 21) è la versione per teatro del lavoro itinerante presentato la scorsa estate al Festival di Santarcangelo (allinterno di una ex colonia, fra camere affollate di materassi, letti, oggetti notturni ). "Questa volta spiega Santagata voglio affrontare il mondo degli esclusi partendo dagli attori in quanto esclusi e creando un microcosmo infettato in rivolta che non è intenzionato ad assumere gli antibiotici". Il lavoro ha al centro la figura di Renè, "fan della notte" e nuova apparizione del teatro di Santagata che, nella deformazione notturna, ha "tragicamente" ambientato le sue esplorazioni. Come ha detto riferendosi a Tragedia a mmare: "Io non ho mai pensato a un lavoro teatrale che avvenga di giorno. La notte crea i fantasmi, fa apparire delle cose, la notte è fondamentale".
Il progetto comprende inoltre un Incontro con Alfonso Santagata dal titolo Rovesciamenti teatrali condotto da Cristina Valenti (Palazzo Marescotti, 22 marzo, ore 11), seguito dalla proiezione video del film Terra sventrata, ispirato allo spettacolo del 1994. In conclusione, completa il percorso fra gli spettacoli di Alfonso Santagata la presentazione del video Tragedia a mmare realizzato a partire dallo spettacolo omonimo del 1999 (Palazzo Marescotti, 22 marzo, ore 15).
Cristina Valenti
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