Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna PROGRAMMA

martedì 23 gennaio
Aula absidale di S. Lucia, ore 21 - ingresso gratuito

Fantasmi d'amore e di morte
Oliver Kern, pianoforte
musiche di Beethoven, Brahms, Crumb, Granados, Ravel

 

PROGRAMMA

Johannes Brahms (1833 - 1897)

Ballata op. 10 n. 1 in Re minore
Ballata op. 10 n. 2 in Re maggiore

George Crumb (1929)

Proteus – Pisces
Pastorale (from The Kingdom of Atlantis,
ca. 10,000 B.C.) – Taurus
Dream Images (Love-Death Music) – Gemini
da Makrokosmos, vol. I

Ludwig van Beethoven (1770 - 1827)

Fantasia op. 77 in Sol minore - Si maggiore

Enrique Granados (1867 - 1916)

El amor y la muerte
(da Goyescas)

Maurice Ravel (1875 - 1937)

Le Tombeau de Couperin
Prélude
Fugue
Forlane
Rigaudon
Menuet
Toccata

 

Fantasmi d’amore e di morte

La Fantasia op. 77 per pianoforte, pubblicata nel 1810, è probabilmente la versione riveduta e messa su carta del brano che Beethoven improvvisò durante la trionfale "Accademia" (concerto pubblico, diremmo oggi) tenuta il 22 dicembre 1808, allorquando vennero eseguite per la prima volta la Quinta e la Sesta Sinfonia, il Quarto Concerto per pianoforte e orchestra e la Fantasia corale, poi pubblicata come op. 80. Carl Czerny, famoso pianista e didatta austriaco, allievo di Beethoven, riteneva che la fantasia, più di ogni altro genere, manifestasse lo stile del Beethoven pianista-improvvisatore. Al confronto con la sonata – il genere più importante nella produzione pianistica del maestro di Bonn –, la fantasia è una composizione piuttosto libera e non aderisce ad alcuno schema formale e tonale prefissato, per quanto flessibile: le continue e brusche virate armoniche, al pari dei forti contrasti di tempo e di metro – tutti elementi che ricordano lo stile empfindsam di Carl Philipp Emanuel Bach –, fanno percepire piuttosto una costante inquietudine ed una continua instabilità.

Nella seconda metà del secolo XVIII si sviluppa in Germania la ballata, composizione poetica di carattere lirico-narrativo che s’ispira ad antichi soggetti epici o racconti storici, di tradizione sia colta sia popolare. Coi musicisti romantici la ballata diviene prima un genere vocale, poi anche strumentale. Nel 1854 il giovane Brahms conobbe le Stimmen der Völker in Liedern (Voci dei popoli in canti) di Johann Gottfried Herder, una delle più celebri raccolte di liriche popolari protoromantiche, che comprende anche la traduzione tedesca della ballata scozzese Edward. Nella prima delle quattro Ballate op. 10, scritte nell’estate dello stesso anno, Brahms trae ispirazione, per sua stessa ammissione, da tale componimento: con un po’ d’immaginazione vi si può vedere una trasposizione quasi teatrale della poesia, incentrata su un parricidio. Brahms evoca l’agghiacciante dialogo tra il parricida Edward e la madre, dapprima istigatrice e infine inquisitrice.

Le tombeau de Couperin è una suite di sei brani: Prélude, Fugue, Forlane, Rigaudon, Menuet, Toccata. Fu iniziata nel 1914, interrotta durante la prima guerra mondiale, alla quale Ravel prese parte come volontario, e terminata nel 1917. Essa riprende la tradizione del pezzo musicale in memoria d’un personaggio illustre; il titolo allude a François Couperin "le Grand", ma, come dichiara lo stesso Ravel nel suo Schizzo autobiografico, "l’omaggio è rivolto non tanto al solo Couperin quanto all’intera musica francese del secolo XVIII". In ricordo del periodo trascorso al fronte, il musicista dedicò ciascun brano della suite alla memoria d’un compagno caduto in combattimento.

Enrique Granados, che con Manuel de Falla e Isaac Albéniz forma la triade dei grandi compositori della Spagna contemporanea, compose Goyescas tra il 1909 e il 1911, ispirandosi a quadri e disegni di Francisco Goya esposti al Prado di Madrid. In questa composizione si avverte assai forte l’impronta nazionale ed il gusto popolaresco dello stesso Goya. Goyescas è una suite composta da sei brani, ognuno dei quali descrive particolari momenti d’una storia d’amore e di gelosia: El amor y la muerte è il quinto e rappresenta la peripezia prima del tragico finale.

Il volume I di Makrokosmos è una serie di dodici pezzi, articolata in tre sezioni di quattro brani ciascuna. Ogni brano è dedicato ad un segno dello zodiaco e ad un personaggio nato sotto quel segno. Il titolo rimanda al Mikrokosmos di Bartók, nota raccolta didattica, al quale lo statunitense George Crumb rende omaggio.

Adriana De Feo
(1° anno DAMS)


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