Sono
qui rappresentati due modi peculiari di utilizzare la voce in forme
musicali che provengono dalle due maggiori isole d’Italia: i repertori
dei carrettieri siciliani e le tradizioni polivocali di Castelsardo, in
Sardegna. In Sicilia i carrettieri si qualificavano come una sorta di
casta specializzata di maestri cantori: eseguivano repertori vocali
fortemente connotati per la specificità e la complessità delle linee
melodiche e delle forme di ornamentazione, che sono in relazione con
quelle di altre importanti tradizioni canore, quali quella del canto
flamenco andaluso. A Castelsardo si canta con uno stile che vede la
sovrapposizione di più voci, su diversi registri, con un effetto
timbrico peculiare. Il linguaggio musicale risente delle pratiche colte
seicentesche del falsobordone (sono evidenti i rapporti con i repertori
sacri di Monteverdi), oltre che della polivocalità di area ligure. I
repertori più importanti e ancor oggi vitali sono quelli paraliturgici
legati ai riti processionali della settimana santa.
In Sicily,
carters were a sort of specialised caste of master singers: they
performed vocal repertories with strong connotations of specificity and
complexity along melodic lines and in ornamentation forms, which may be
related to other important singing traditions, like in Andalusian
flamenco. In Castelsardo singing is characterised by a style where
voices of diverse registers overlap, producing a peculiar timbre
effect. The music language echoes 17th-century learned practices of
faburden, alongside polyvocalism from Liguria.
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