Musiche delle diaspore
Il
tema di questa edizione è la musica delle diaspore. Le migrazioni,
durature o occasionali, di intere popolazioni o di ristretti gruppi di
mediatori professionali hanno determinato modificazioni anche profonde
delle tradizioni musicali: per contatto, per ibridazione, ma anche per
opposizione, per difesa della propria specificità. Sono qui
rappresentate diaspore piccole e grandi. Quella degli zingari, che
intorno al Mille si muovono dall’India per insediarsi in luoghi anche
distanti; i musicisti del Rajasthan sono rimasti nel luogo d’origine,
perpetuando attività tradizionali che altrove hanno assunto
caratteristiche diverse. La diaspora degli armeni, con la creazione di
un’identità nazionale, l’assurgere di uno strumento e di un musicista
ad emblemi, internazionalmente noti, di quell’identità. Le
migrazioni di greci e albanesi in Italia meridionale, da epoca
bizantina fino al Quattrocento, la cui presenza ha influenzato le
musiche e gli strumenti locali; inversamente la loro cultura è stata
modificata dalle cose del luogo che li ha accolti. Le tradizioni
grecanica e arbresh tuttavia mantengono una spiccata peculiarità.
Quella, recente, dei rom rumeni che, con l’ingresso del loro paese
nell’Unione europea, si sono trasferiti in altri luoghi. Oggi qui,
replicando modernamente quanto già accaduto in altre epoche, suonano un
funambolico jazz italiano coi modi della loro tradizione. La diaspora
forzata delle popolazioni africane ha dato origine al blues americano,
che poi torna in Africa, rimaneggiato e restituito alle tradizioni
locali. Le musiche del carnevale paiono aver poco a che fare con
questo. Ma il carnevale è conflitto tra ordine e disordine e sua
risoluzione. In questo sono in gioco opposizioni e mescolanze tra
tradizioni locali e musiche importate, da quelle militari a quelle di
consumo, così asservite al linguaggio carnevalesco da diventare
irriconoscibili. E questo, per le musiche di Montemarano, è un
carattere identitario. Il clarinetto poi, vogliono le storie locali, ha
sostituito la ciaramella grazie a un suonatore emigrato in Sud America,
il quale tornando ne ha divulgato l’uso.
Nico
Staiti
Direttore artistico di Suoni dal mondo