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SCRITTURE PER LA SCENA

Premio Tondelli
mer 22.10.08 h 15.30 • Laboratori DMS
CONVERSAZIONI

Incontro con Silvia Bottiroli
proiezione delle video-interviste con Fausto Paravidino, Letizia Russo, Davide Enia, Stefano Massini, Mimmo Borrelli


Silvia Bottiroli commenta e conduce l’incontro a partire da Conversazioni, il video prodotto da Riccione Teatro (con la collaborazione di Teatro Petrella/Comune di Longiano) che raccoglie insieme i vincitori delle ultime 5 edizioni del Premio Tondelli. Non un’intervista ma una conversazione – anzi cinque – secondo le suggestioni che Gilles Deleuze ci ha regalato in un libro intitolato appunto Conversazioni alla fine degli anni ‘70 del secolo appena passato. Un incontro e non un riconoscimento, una differenza di potenziale che si libera attra-verso una doppia cattura, una confidenza senza interlocutore possibile. Per questo le conversazioni con Fausto Paravidino, Letizia Russo, Davide Enia, Stefano Massini, Mimmo Borrelli non presuppongono neanche una domanda. Si parte dalla lettura di un breve brano tratto da Camere separate di Pier Vittorio Tondelli (ogni volta diverso), non per averne un commento ma per suscitare un ulterio-re incontro, il dispiegarsi di una relazione non sotto il segno della gerarchia (il maestro a cui rendere il dovuto omaggio) ma della com-plicità. Così il giovane drammaturgo viene immediatamente dislocato rispetto al proprio ruolo accreditato (lo scrittore, appunto) chie-dendogli di farsi prima di tutto destinatario di parole altrui. Poi viene chiesto all’ospite di scegliere cinque parole che abbiano come lette-ra iniziale una vocale dell’alfabeto (a... e... i... o... u...), parole inesatte per cercare di designare qualcosa esattamente, parole che stia-no a cuore, che aprano un discorso sul mondo. Si attua così una seconda deterritorializzazione che sposta l’attenzione da un campo d’attività specialistico (la letteratura teatrale) verso un orizzonte che sia il più ampiamente possibile condiviso. Infine ogni drammaturgo mostra un oggetto a cui è legato, raccontando la natura di questo legame, rilanciando così ancora una volta il discorso fuori di sé.
Seduti uno di fronte all’altro davanti a un sipario chiuso, i due conversatori (la curatrice e il drammaturgo di turno) vengono ripresi da Zapruder filmmakersgroup in modo tale da suggerire una triangolazione con lo spettatore, termine ultimo di una funzione che non pre-vede un risultato univoco ma un moltiplicarsi di sguardi e di possibilità. A testimonianza del fatto che spiegarsi non vuol dire necessa-riamente appiattirsi.



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