Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna INDIA musica danza cinema - marzo-maggio 2003
INDIA · musica danza cinema marzo - maggio 2003 progetto
a cura di Tullia Magrini

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MUSICA
 
29-30 aprile e 6 maggio 2003
L’India nelle musiche dei compositori europei e americani del sec. XX
ciclo di conferenze di di Andrea Lanza (Conservatorio di Torino)
Ex Macello – Auditorium (via Azzo Gardino 65/a, Bologna)
ore 17.30
 

Nella musica del XX secolo, i riferimenti all’India e in generale all’Oriente non sono pił mere evocazioni di "colore locale" ma diventano l’espressione di un luogo mentale definibile come "l’altrove": l’altrove rispetto a una tradizione occidentale accademica, sentita ormai come inadeguata a fronte delle nuove condizioni di libertą intellettuale postulate dalla musica. Le premesse di questo atteggiamento si possono rintracciare alla fine dell’Ottocento in Francia, quando una consolidata tradizione di studi orientalistici si fonde con le nuove correnti spiritualistiche, dando origine a un movimento in cui confusamente si mescolano teosofia, teoria musicale indiana ed esoterismo, e che non manca di lasciare un segno in due eminenti compositori dell’epoca, Claude Debussy ed Erik Satie.

Nel secondo Novecento, sullo sfondo di un crescente disagio della civiltą occidentale, questa disposizione verso "l’altrove" si radicalizza. Soprattutto nello sperimentalismo americano iniziato da John Cage il richiamo alle filosofie indiana, al buddismo zen e alle teorie e pratiche musicali ad essi connesse penetra profondamente nel linguaggio musicale, ne investe i fondamenti sintattici e la nozione stessa di composizione, sino a presupporre nuove modalitą percettive e un diverso rapporto suono/ambiente. Trasposta in un diverso contesto culturale, l’esperienza della musica indiana assume necessariamente caratteri mistici e ideologici che poco hanno a che fare con l’originale, ma in alcune composizioni di Cage, come The Seasons e String Quartet in Four Parts, come pure in certe procedure della minimal music degli anni Settanta e Ottanta mantiene riferimenti pił espliciti e diretti.

Nelle avanguardie europee del secondo dopoguerra l’immagine dell’Oriente e dell’India si presentano come un’alternativa agli eccessi strutturalistici della sperimentazione degli anni Cinquanta. Alla concezione rigida e "spaziale" delle strutture musicali basate essenzialmente sui rapporti di frequenza fra i suoni si sostituisce una nuova attenzione ai processi temporali in quanto dimensione fondamentale della percezione musicale. In composizioni di Karlheinz Stockhausen come Stimmung , Syrius o Mantra, direttamente ispirate a prassi musicali indiane, il "tempo che passa" diviene il principio formante di tutte le altre componenti sonore (altezza, timbro, dinamica) e, insieme, l’elemento unificante tra l’interioritą percettiva e i grandi cicli che regolano l’Universo. Andrea Lanza

Tre conferenze (con ascolti) si svolgeranno con il seguente programma:

1) Le premesse:
Esoterismo e teorie indiane nella musica francese fra Otto e Novecento.
I casi di Debussy e Satie.
 
2) L’India e lo sperimentalismo americano del secondo Novecento.
John Cage (String Quatuor in Four Parts).
 
3) Esperienze orientali nella musica europea del secondo dopoguerra.
K.H. Stockhausen (Stimmung , Mantra).

Andrea Lanza (Pecetto, Torino, 1947) musicologo. Docente di storiografia musicale nell'Universitą di Macerata (1987-93), condirettore della rivista "Analisi" della Societą Italiana di Analisi musicale, dirige la biblioteca del Conservatorio di Torino. Ha dedicato studi al Novecento storico (Hindemith, G.F. Malipiero, Webern), alle avanguardie contemporanee, alla musica del periodo classico, a problemi metodologici della storia musicale. Ha pubblicato fra l'altro: Il secondo Novecento (in "Storia della musica" a cura della Societą Italiana di Musicologia, 1991) e il volume Haydn (Bologna 1996).


ALMA MATER STUDIORUM
Universitą di Bologna
DIPARTIMENTO di MUSICA e SPETTACOLO
CIMES
Centro di musica e spettacolo
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