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RARI.M.B7 Celebri canzoni popolari napolitane / riduzione per pianoforte Milano
[etc.] : Regio Stabilimento Ricordi, [tra il
1880 e il 1885] Contiene 50 canzoni, popolari e d'autore. - Data di pubblicazione desunta dalla ragione sociale e dal timbro a secco (1885); il numero editoriale suggerisce trattarsi di ristampa di edizione apparsa attorno al 1875. - La parte vocale è integrata nella riduzione per pf, col testo stampato sopra il pentagramma superiore. - N.e.: 43245. Altro titolo: Eco di Napoli |
Questo
volume edito da Ricordi, la cui prima pubblicazione si
può collocare attorno al 1875, appartiene alle
svariate raccolte di canzoni napoletane che hanno visto la
luce nel XIX secolo, la più celebre delle quali
è certamente quella di Guglielmo e Teodoro Cottrau,
Passatempi musicali, comprendente un centinaio di
canzoni pubblicate a fascicoli dal 1827 al 1865. Questo tipo
di pubblicazione si rivolge alle classi borghesi
dell’epoca e ad un pubblico di livello nazionale ed
internazionale, mentre per le classi popolari partenopee e
per i viaggiatori di passaggio i fogli volanti restarono a
lungo la fonte privilegiata per la conoscenza delle nuove
canzoni. Eco di Napoli si pone tra le prime
iniziative editoriali della casa Ricordi nel campo della
canzone napoletana; l’editore milanese amplierà
poi i suoi interessi nell’ambito di questo genere
pubblicando nuove raccolte e commissionando la creazione di
canzoni a letterati e musicisti partenopei (tra i molti, si
ricordano Salvatore Di Giacomo ed Enrico De Leva, per
Spingole frangese del 1888). Questa politica
editoriale sarà parimenti sottoscritta da altre case
editrici, anche straniere, come la Poliphon, fondata a
Napoli nel 1911 dalla Musikwerke di Lipsia. Un simile
interesse imprenditoriale, che col tempo tenderà
però a prosciugare e sclerotizzare la vena creativa
locale, è indice del livello di popolarità
raggiunto dalla canzone napoletana sia in Italia che oltre i
nuovi confini nazionali, popolarità che tocca il suo
apice nel cosiddetto "periodo d’oro", che va
dall’ultimo ventennio del XIX secolo allo scoppio della
Grande Guerra.
Collegato a questo fermento attorno alla canzone napoletana, è un più generale interesse per il mondo musicale popolare. Sempre negli anni Ottanta del XIX secolo, Ricordi darà alle stampe altri due volumi che riprendono il titolo del nostro, quasi a costituire una piccola collana: sono sillogi di canti popolari lombardi (Eco di Lombardia) e siciliani (Eco di Sicilia). A testimonianza della particolare fortuna del genere partenopeo e della sua peculiarità a livello nazionale, la raccolta di canzoni napoletane ebbe diverse edizioni, per canto e pianoforte, in riduzione per pianoforte solo, nonché un'edizione ampliata (150 canzoni popolari napoletane), più volte ristampata e ancora oggi nel catalogo Ricordi. Nel volume qui riprodotto sono raccolte cinquanta canzoni in riduzione per pianoforte, col canto assemblato alla parte superiore, e il testo della sola prima strofa. Si tratta di brani dal carattere molto vario: da quelli di tono sentimentale, le ‘canzoni piatose’, come Lu cardillo, Fenesta che lucivi e mo non luci, e Te voglio bene assai, a quelle in stile di serenata, come A la fenesta affacciate; dalle canzoni marinaresche, le cosiddette ‘canzoni ‘e marina’, come la famosa Santa Lucia, alle ‘canzoni a grosse tammorre’, che potevano essere accompagnate dai tamburelli ed erano solitamente in tempo di tarantella o tammurriata, come I Maccheroni, Cicerenella e La Fiera di Mast’Andrea. Sono nel complesso brani nei quali la matrice popolare, connotata in primis dal testo in dialetto napoletano, traspare in maniera varia: alcuni più popolareschi si rifanno direttamente alla tradizione partenopea dei musici artigiani e dei ‘posteggiatori’ – musicisti ambulanti, i quali coniugavano influenze contadine e urbane – altri, invece, sono frutto di un’elaborazione colta di elementi popolareschi dove lo spunto popolare risulta più vago, come nelle due canzoni composte da Saverio Mercadante, La rosa e Risposta a Retella. Vincenzo De Meglio (1825-1883), compositore e pianista napoletano, figura nell'indice di questa raccolta come autore delle trascrizioni di alcuni degli ultimi brani. Tuttavia nell'edizione per canto e pianoforte (che il confronto dei numeri di lastra indicherebbe come successiva a quella per pianoforte solo) egli appare come curatore dell'intera selezione ("canzoni ... raccolte dal maestro Vincenzo De Meglio"), ruolo riconfermato nella successiva edizione di 150 canzoni. Sebbene non sia possibile definire con certezza il tipo di intervento, possiamo ipotizzare che De Meglio abbia trascritto alcune canzoni e sia stato l'arrangiatore dell’intera raccolta. Da segnalare il fatto che De Meglio compose anche alcune canzoni originali in dialetto napoletano, oltre a musica sacra e profana. In Celebri canzoni popolari napoletane solo alcuni brani riportano il nome dell’autore del testo e del compositore, molti sono invece anonimi, come è frequente nella genuina tradizione popolaresca. Il caso più celebre è costituito da Te voglio bene assaje, canzone che ha attratto l’attenzione di molti studiosi per la sua attribuzione – costruita a tavolino da Salvatore di Giacomo e a lungo circolata come veritiera – a Gaetano Donizetti. Linda Cimardi R. De Simone, Disordinata storia della canzone napoletana, Ischia, Valentino editore, 1994. V. Paliotti, Storia della canzone napoletana, Milano, Ricordi, 1958. M. Sorce Keller, "Io te voglio bene assaje": una famosa canzone napoletana tradizionalmente attribuita a Gaetano Donizetti. Un’occasione per alcune digressioni in tema di tradizione orale e tradizione letterata, «Studi donizettiani», IV, 1988, pp. 163-182. C. Schmidl, 'voce' Meglio Vincenzo (de), in Dizionario Universale dei musicisti, 3. ed., II, Sonzogno, Milano, 1938, p. 75. |