Il restauro degli affreschi del Camposanto di Pisa
I MERCOLEDÌ DI S. CRISTINA
INCONTRI CON L’ARTE - 2018
quando: mercoledì 7 febbraio, ore 17.00
dove: Aula Magna di S. Cristina, p.tta Morandi 2
Carlo Giantomassi
Il restauro degli affreschi del Camposanto di Pisa
coordina Luca Ciancabilla
La costruzione del Camposanto pisano fu iniziata nel 1278 e terminata attorno al 1350; le pareti furono affrescate da vari artisti che per circa due secoli si succedettero nella straordinaria impresa: Francesco Traini, Bonamico Buffalmacco, Taddeo Gaddi Andrea Bonaiuti, Antonio Veneziano, Spinello Aretino, Piero di Puccio e Benozzo Gozzoli, Nei secoli successivi sono stati numerosi gli interventi di restauro subiti dai dipinti, ma il colpo mortale avvenne il 27 luglio del 1944 quando, per errore, una granata incendiaria colpì il tetto del Camposanto, innescando un incendio durato tre giorni che distrusse totalmente le capriate in legno della copertura, facendo fondere le lastre di piombo del tetto, che colarono sugli affreschi e sulle sculture classiche, e lasciando le pareti dipinte alle intemperie. Subito si formarono tre squadre di restauratori dirette da Tintori, Lorenzetti e Pigazzini che ritennero opportuno, come unico rimedio, di strappare tutti gli affreschi e quando poi si rinvennero le sinopie, si decise di operare con lo stesso metodo. I dipinti furono incollati a sezioni su lastre di Eternit con caseato di calcio che però, negli anni, subì un notevole degrado. Di recente la Primaziale ha deciso di intraprendere un nuovo intervento con il distacco dei dipinti dalle lastre di Eternit, di eliminare la caseina e di incollarli su nuovi supporti, inizialmente in fibra di vetroresina e successivamente, per il ciclo di Buffalmacco, su pannelli di aerolam. Oltre al distacco si è proceduto alla pulitura alla stuccatura e alla reintegrazione pittorica. Attualmente si sta procedendo con la reintegrazione pittorica dell'ultima scena di Buffalmacco Il Trionfo della Morte e si prevede la sua rimessa in situ entro il prossimo giugno.
Insieme alla moglie Donatella Zari, deceduta purtroppo alla fine del 2016, Carlo Giantomassi ha eseguito numerosi restauri per Soprintendenze e Musei in gran parte d’Italia, per Enti Internazionali (ICCROM, UNESCO, UNDP) o Organizzazioni no–profit, collaborando inoltre con varie facoltà universitarie attraverso seminari e conferenze oltre a numerose pubblicazioni sul restauro. Tra i principali restauri effettuati si ricordano i dipinti murali del Maestro di San Francesco, Cimabue e Giotto ad Assisi (Basilica Inferiore e Superiore) e Padova (Scrovegni), di Pietro Cavallini a Roma (Giudizio universale nella chiesa di S. Cecilia), del Beato Angelico (cappella Niccolina in Vaticano), del Pinturicchio (cappella Baglioni a Spello), di Raffaello e Perugino (San Severo a Perugia), del Parmigianino (Santa Maria della Steccata a Parma), di Annibale Carracci (palazzo Farnese a Roma), del Guercino (cupola del Duomo di Piacenza e numerose pale d’altare), del Domenichino (Sant’Andrea della Valle a Roma), oltre a numerosi interventi su dipinti su tela e tavola del di Carlo Crivelli, Raffaello, Tiziano, Lorenzo Lotto, Caravaggio e Annibale Carracci. Dopo essere stati impegnati a Padova con il restauro degli affreschi della Scuola del Santo (Tiziano, Bartolomeo Montagna ecc.) in collaborazione con Gianluigi Colalucci, e aver terminato il recupero e il restauro degli affreschi di Mantegna della cappella Ovetari in gran parte distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, è attualmente impegnato nella direzione e coordinamento del restauro degli affreschi del Camposanto Monumentale di Pisa. Missioni all’estero: Ethiopia, Thailandia, Myanmar, Tibet, India, Cina, Turchia, Colombia, U.S.A., Gerusalemme, Libano, Kosovo, Macedonia, Serbia, Egitto, Algeria, Iraq, Afghanistan e Sudan dove svolgono anche attività didattica per restauratori locali attraverso corsi teorici e cantieri scuola.
Nel 2015 sono stati insigniti del dottorato Honoris Causa in lettere e filosofia dall’Università di Friburgo.