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Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento. Le ragioni di una mostra

I MERCOLEDÌ DI S. CRISTINA
INCONTRI CON L’ARTE - 2013

quando: mercoledì 20 febbraio, ore 17.00
dove: Aula Magna di S. Cristina

Davide Gasparotto (Direttore della Galleria Estense di Modena)
Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento. Le ragioni di una mostra

introduce Andrea Bacchi


Perché organizzare una mostra d’arte intorno alla figura di un letterato? Se questo è Pietro Bembo (Venezia, 1470-Roma, 1547) ci sono almeno due motivazioni fondamentali: da un lato Bembo mise insieme a Padova una collezione d’arte che pur non potendo rivaleggiare in quantità e sfarzo con altre illustri raccolte del tempo, s’impose come un modello agli occhi dei contemporanei; dall’altra egli manifestò un’acuta consapevolezza che l’operazione di unificazione linguistica cui egli aspirava in campo letterario si stava in quello stesso momento attuando sul terreno dell’arte figurativa. Sono gli artisti della Roma di Leone X i primi a raggiungere, anticipando i letterati, il traguardo di una lingua dell’arte che ha la forza di imporsi in maniera autorevole come un modello comune in tutta la Penisola e poco dopo in tutta Europa. Nel proemio al terzo libro delle Prose della volgar lingua (1525) Bembo manifesta chiaramente questa consapevolezza, individuando senza esitazione i due campioni di questa rivoluzione linguistica in Raffaello e Michelangelo. La ricostruzione della collezione, i rapporti di Bembo con gli artisti (da Bellini a Raffaello a Tiziano), la svolta cruciale della “maniera moderna” sono il fulcro attorno a cui si è organizzato il progetto della mostra.

 

Davide Gasparotto, nato a Bassano del Grappa nel 1965, ha lavorato per molti anni alla Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Parma e Piacenza, e attualmente è direttore della Galleria Estense di Modena. Pur occupandosi attivamente di tutela territoriale (Il Collegio Alberoni di Piacenza. Guida alle collezioni, Milano 2003; La Maestà del Duomo di Piacenza. Il restauro, Piacenza 2004), non ha mai cessato di coltivare i suoi primari interessi di ricerca, che vertono in modo particolare sulla scultura, la glittica, la medaglistica e in generale le arti decorative del Rinascimento italiano (Valerio Belli Vicentino, con H. Burns e M. Collareta, Vicenza 2000; Giambologna, Roma 2005; Bonacolsi l’Antico, con Filippo Trevisani, Milano 2008). Fra 2011 e 2012 è stato Andrew W. Mellon Fellow presso il Metropolitan Museum of Art di New York.

 

credits immagine: Giorgione, Doppio ritratto (Roma, Museo di Palazzo Venezia)