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Il Novecento, un secolo post-craighiano?

Conferenza di Lorenzo Mango

Il Novecento, un secolo post-craighiano?
Una questione di prospettiva storiografica

 

in occasione della presentazione di
L'Officina teorica di Edward Gordon Craig
(Titivillus, 2015)

 

dove: Palazzo Marescotti
quando: 11 marzo, ore 15

 

 

 

 

nell'àmbito del ciclo di incontri
IL TEATRO DEI LIBRI
Conferenze/presentazioni libri
a cura di Marco De Marinis
10 febbraio 2016 – 24 novembre 2016

Dottorato in Arti visive, performative, mediali
Coordinatore:  Guglielmo Pescatore
Responsabile indirizzo teatro:  Marco De Marinis


Cosa comporta chiedersi se il Novecento possa essere letto come un secolo post-craighiano? Cosa comporta sul piano dell’interpretazione storica? La “messa in storia” del Novecento teatrale è una questione ricca e complessa. L’organizzazione degli eventi che l’hanno caratterizzato è un processo non neutrale, che mette in gioco ipotesi critiche e prospettive di lettura. Che Craig sia considerato uno dei “maestri” del Novecento. Che il suo magisterio teorico abbia avuto ricadute importanti è un dato di fatto ma in che termini, in quale misura e secondo quale prospettiva possiamo leggere il rapporto tra Craig e il Novecento e, più in dettaglio, il rapporto tra Craig e la nascita del Moderno? E’ una questione rilevante come ipotesi storiografica che parte dall’assunto che The Art of the Theatre, il saggio teorico in forma di dialogo che Craig pubblica nel 1905, possa essere considerato una delle porte di accesso al Moderno e una delle date di inizio del Novecento. Nel momento in cui si propone questa ipotesi, ci si trova di fronte alla possibilità di leggere il Novecento teatrale come una evoluzione (libera e indipendente) che parte dagli assunti contenuti in quel libro, suggerendo una linea rossa del discorso teatrale che va a intersecarsi con altre che sono state già tracciate o che si possono tracciare. Una linea che mette al centro la nozione di “scrittura scenica” e la fa dialogare, ad esempio, con quella di post-drammatico che appare, per tanti versi, un modo post-brechtiano di leggere il Novecento.

 

Lorenzo Mango è Professore di Storia del teatro moderno e contemporaneo all’Università di Napoli “L’Orientale”. Ha scritto L'officina teorica di Edward Gordon Craig, Corazzano, Titivillus, 2015; Il principe costante di Calderón de la Barca/Słowacki per Jerzy Grotowski, Pisa, ETS, 2008; La scrittura scenica. Un codice e le sue pratiche nel teatro del Novecento, Roma, Bulzoni, 2003; Alla scoperta di nuovi sensi. Il Tattilismo futurista, Napoli, La città del sole, 2001 (anche e-book, CUE 2015); Teatro di poesia. Saggio su Federico Tiezzi, Roma, Bulzoni, 1994; La scena della perdita. Il teatro tra avanguardia e postavanguardia, Roma, Kappa, 1987. E’ co-direttore di “Acting Archives Review. Rivista di studi sull’attore e la recitazione” www.actingarchives.it.