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LUDUS DANIELIS (STORIA A LIETO FINE DI UN DEPORTATO)

Ensemble Ars Antiqua

Ensemble Ars Antiqua diretto da Guido Milanese

 

dove: Chiesa di S. Maria della Vita
quando: sabato 20 febbraio, ore 21

 

 

 

 

Composto nel secolo XIII dagli studenti di Beauvais, cittadina della Francia settentrionale, il Ludus Danielis è il più antico esempio di teatro musicale occidentale a noi giunto. Vi si rappresenta la vicenda biblica del profeta Daniele, deportato in Babilonia insieme al popolo d’Israele e divenuto per la sua saggezza consigliere del re. A causa di una macchinazione tramata ai suoi danni, il re Dario lo condannò ad essere sbranato dai leoni, ma gli animali, per volere divino, restarono mansueti ai suoi piedi. In tal modo l’inganno fu svelato e la giustizia trionfò. Il Ludus è musicalmente piuttosto variegato: recitativi di tipo liturgico si alternano a cori ritmicamente e melodicamente molto caratterizzati, ricchi di stimolanti suggestioni anche per l’ascoltatore moderno.

PROGRAMMA:

La storia di Daniele

1. Canto del Mattutino
2. La corte di Balthasar
Dedica dell’opera
Astra tenenti – conductus
Dialogo tra il re e i cortigiani
Inno dei cortigiani al re
Apparizione della mano misteriosa
Coro per l’ingresso della regina
Dialogo del re e della regina
Invito a Daniele
Dialogo tra Daniele e il re
Canto per l’uscita della regina
Canto di elogio a Daniele

3. La corte di Dario
Coro: preannuncio del Natale e lode a Daniele
Dialogo tra Daniele e re Dario
Dialogo tra i consiglieri invidiosi e re Dario
La condanna di Daniele
Trionfo di Daniele e profezia del Natale

Te Deum laudamus

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L’ensemble Ars Antiqua (Genova), fondato e diretto da Guido Milanese (docente nell’Università Cattolica di Milano), è specializzato nello studio ed esecuzione dei repertori altomedievali e medievali, in particolare del canto gregoriano e della musica polifonica sino al Quattrocento.

Direttore
Guido Milanese

Cantori
Stefano Pitto, Daniele
Paolo Fabbri, i due Re
Patrizia Robello, la Regina
Vincenzo Damonte, Cattivo consigliere
Giuseppe Burgarella, Cattivo consigliere
Silvia Balsamo, l’Angelo

Coro
Enrica Bruno
Michela Casareto
Emanuela Decesari
Franca Maccabruni
Margherita Musso Piantelli

Percussioni
Marilisa Villanacci 

Strumentisti
Federico Bagnasco
Marcello Bagnasco
Gaetano Conte
Simone Cricenti

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Il Ludus Danielis (noto anche come Jeu de Daniel) è da considerarsi il più antico dramma latino di cui sopravviva la musica. Questa sacra rappresentazione, databile intorno alla prima metà del secolo XII, si ispira ad alcune vicende della vita del profeta Daniele, narrate nell’omonimo libro dell’Antico Testamento.
Giungono a noi due differenti versioni del dramma, simili per struttura seppur differenti in termini di testo: il primo, completo soltanto nella parte letteraria, è quello di Ilario d'Orléans (1075 ca. – 1140), il secondo invece redatto dai giovani scholares della cattedrale di Beauvais tra il 1227 e il 1234. Quest’ultimo, interamente musicato, è di certo frutto di una creazione collettiva, testimoniata dai versi contenuti nella quartina d’introduzione all’opera («In tuo onore, Cristo, questo dramma di Daniele è stato realizzato a Beauvais, e lo hanno composto gli studenti»).
L’azione prende avvio con una sontuosa festa alla corte del re babilonese Balthasar, durante la quale una mano ignota traccia la misteriosa scritta «Mane, Thechel, Phares». Il sovrano chiede consiglio ai saggi e agli indovini di corte per interpretare i segni, senza che questi siano però in grado di dargli risposta. Balthasar si rivolge allora al giudeo Daniele, che legge in essa la profezia dell’imminente sventura che si abbatterà sul regno di Babilonia ad opera del re persiano Dario. Una volta insediatosi, Dario dimostra di apprezzare i consigli del giovane profeta, scatenando l’invidia degli altri cortigiani, ai quali non resta che tramare contro Daniele fino a costringere il re a gettarlo in pasto ai leoni. Condannato a morte, il profeta, mantenendosi fedele al Dio di Israele, evita miracolosamente il martirio, per poi riprendere il suo posto tra le grazie del sovrano. Il Ludus si conclude con la profezia dell’avvento del Messia e con l’intonazione dell'inno di ringraziamento Te Deum Laudamus (una costante per la maggior parte dei drammi liturgici del Medioevo).
L’opera si inserisce nella tradizione dei drammi liturgici, diffusa nell’Alto Medioevo tra i secoli VII e IX: con queste innovative rappresentazioni, solitamente ispirate alle narrazioni bibliche, i fedeli assistono alle azioni drammatiche dei singoli attori/cantori, che abbandonano gli stalli del coro e cominciano ad occupare lo spazio del presbiterio, facendo agire di fronte ai fedeli presenti i personaggi di cui cantano le gesta. Oltre al prologo, in cui viene riassunta la vicenda narrata nell’opera, è possibile suddividere la struttura del dramma in due macro-sequenze simmetriche, la prima relativa al periodo babilonese e la seconda a quello persiano della vita di Daniele.
Di straordinario effetto sono le parti corali, soprattutto i vari conductus, ossia quei canti che accompagnavano gli spostamenti dell’officiante all’interno della chiesa durante il corso di una funzione liturgica. Altri elementi significativi sono l’alternanza tra solitutti con funzione drammatica e l’utilizzo di frammenti musicali preesistenti e riconoscibili, il cui innesto deriverebbe dalla consueta pratica medievale della tropatura (fiorita in Europa nei primi decenni  del secolo IX).
Lo stupor indotto negli spettatori dalla rappresentazione del Ludus Danielis è racchiuso nella misteriosa cornice relativa alla profezia iniziale, nelle sontuose scene di corte e nei colpi di scena, che  rendono questo dramma un’opera in musica ante litteram.

Alessio Ciccolo
Laurea magistrale in Discipline della Musica e del Teatro

coordinamento e redazione
Riccardo Castagnetti