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27 Gennaio. Giornata della Memoria

Immagine tratta da "The Auschwitz Album", Random House, New York e Toronto 1981

“Conosci il paese dove tutto è male?”
Poesia, cabaret e teatro nel mondo della Shoah

A cura di Gerardo Guccini

La vita artistica che si svolgeva all’interno dei ghetti e dei lager ci sfida ancor oggi a riconoscere l’indole poetica dell’essere umano. Senza libertà, senza dignità, senza cibi nutrienti, senza vesti che scaldino, nelle condizioni più avverse di esistenza, gli uomini sono comunque capaci di vedere la situazione in cui vivono, di prenderne le distanze, anche ridendo, di riconoscerne la tragicità, anche provando compassione. Eppure, perdere se stessi è sempre possibile e addirittura facile. Ricordare l’esempio di chi ha saputo resistere è dunque indispensabile, non solo perché non s’abbiano a ripere tragedie di tali proporzioni, ma anche per non trovarsi impreparati e soli al loro tremendo riaffacciarsi.

 

TAVOLA ROTONDA

Intervengono Paola Bertolone, Antonella Ottai, Lucia Serena Blandolino-Edyta Scibior | coordinano Marco De Marinis e Gerardo Guccini
INGRESSO LIBERO

dove: Laboratori delle Arti/Teatro
quando: mercoledì 27 gennaio, ore 16

 

La tavola rotonda prevede tre interventi. Il primo segue i percorsi di alcuni artisti ebrei negli anni in cui maturava la logica dello sterminio. Il secondo parla del riso nei lager. Il terzo espone i problemi posti dalla traduzione dell’opera poetica di Krystyna Zywulska. Dalla sua scrittura proviene il verso che ha fornito il titolo dell’incontro.

Paola Bertone: Mondo sommerso e mondo salvato. Gli anni Venti e Trenta in Europa conoscono una grande varietà di produzione teatrale dove protagoniste sono figure di ebrei. A loro è dedicato questo intervento che ne contestualizza le opere anche in termini di dibattito ideologico sulla lingua, fra ebraico e yiddish, e sul nascituro stato di Israele nel contrasto fra sionismo e assimilazione.

Antonella Ottai: L’ultima risata. I comici ebrei nei lager nazisti. Al sopraggiungere del nazismo, per molti cabarettisti, di origine e professione ebraica, cominciò un viaggio forzoso attraverso l’Europa. Molti di loro finirono nei lager di transito, prima di approdare in situazioni terminali. Ma la loro arte comica li accompagna fino alle soglie della morte: fecero cabaret nei campi per gli internati, ma anche per i loro carnefici. Ridere per vivere e per sopravvivere; ridere per offendere e per difendersi.

Lucia Serena Blandolino - Edyta Scibior: “Found in translation”: Krystyna Zywulska nel paese dell’eterno rumore. Il titolo fa riferimento a Lost in translation di Sofia Coppola e alle osservazioni di Salman Rushdie: «Si ritiene normalmente che nella traduzione qualcosa vada perso. Io mi aggrappo ostinatamente alla nozione che vi si possa anche guadagnare qualcosa».

Nell’ambito delle iniziative della Soffitta del 2015, Elena Bucci e Marco Sgrosso hanno letto, per la Giornata della Memoria, testi attinti dai “poeti della vita” riemersi dal mondo della Shoah: Moishe Pulaver, Krystyna Żywulska,  FelixPorges, Vítěslav Horpatzky, Pavel Weisskopf, Pavel Stránský, Zdeněk Eliáš, Jiří Stein, Itzik Manger, Aaron Lutski, Sholem Aleichem. Da questa iniziativa nasce lo spettacolo: UNA PASSIONE “ridere così tanto”. Musica e teatro nei luoghi dell’Olocausto, progetto artistico, drammaturgia, interpretazione Elena Bucci e Marco Sgrosso (Arena del Sole. 27 gennaio 2016, ore 21). La nostra tavola rotonda vuole essere anche un momento propedeutico a questo intenso evento scenico prodotto da ERT.