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Espressionismo italiano

I MERCOLEDÌ DI S. CRISTINA
INCONTRI CON L’ARTE - 2015

quando: mercoledì 11 marzo, ore 17.00
dove: Aula Magna di S. Cristina

 

ALESSANDRA BORGOGELLI

Espressionismo italiano

coordina Silvia Grandi

 

 

 

Nei primi due decenni del Novecento si diffonde anche in Italia uno stile espressionista. Le icone sintetiche del Simbolismo, a questo punto, sono sottoposte a un trattamento brutale che elimina richiami ultraterreni a favore di “visioni” crude e immanenti. Tale situazione nasce e cresce in numerosi centri e si caratterizza per un ricorso sistematico al passato del nostro Paese. Si tratta di un “Primitivismo” estremo che si attua anche grazie a una potente “deformazione”. Il linguaggio primitivista è presente soprattutto in Toscana, dove artisti come Lorenzo Viani, Alberto Magri e altri si rivolgono alla “memoria” delle opere del Duecento, del Trecento o del primo Quattrocento, spesso però muovendosi in direzioni diverse: l’una drammatica (Viani, Carlini), l’altra “candida” e infantilista (Magri, Rosai, Licini,). Intorno a Viani e a Magri si accende in Toscana, tra il 1914 e il 1916, un importante dibattito sul Primitivismo, grazie agli interventi di Giosuè Borsi, Raffaello Giolli, Giovanni Costetti, Umberto Boccioni e altri. Anche in Veneto, tramite Arturo Martini, Tullio Garbari e tutto il gruppo di Ca’ Pesaro, si sviluppa, come in altri centri italiani, una forte corrente espressionista. In questo clima risultano preziose le partecipazioni di tutti questi artisti alle riviste satiriche italiane e francesi.

 

Alessandra Borgogelli ha insegnato Storia dell’Arte Contemporanea per il corso di laurea DAMS e Avanguardie storiche e neo avanguardie per la laurea magistrale in Arti Visive dell’Università di Bologna. Si è occupata del primo e del secondo Ottocento, in particolare di Antonio Basoli, di Giovanni Boldini, di Francesco Paolo Michetti e dell’arte toscana ed emiliana della seconda metà del XIX secolo in rapporto anche ai loro contatti con l’arte francese. Uno studio particolare è stato dedicato a Edgard Degas. Per quanto riguarda il primo Novecento ha studiato le manifestazioni primitiviste dell’Espressionismo italiano, il Futurismo, gli anni Trenta (la Scuola Romana, i Sei di Torino e il Chiarismo lombardo), Scipione e l’eredità del Seicento. Per quanto riguarda la seconda metà del XX secolo si è occupata dell’Informale (Vasco Bendini, Afro, Carla Accardi), dell’Arte Povera (Pierpaolo Calzolari).