L’innario, la corda spezzata e il “salario del peccato”: per una reinterpretazione degli ‘Ambasciatori’ di Hans Holbein
I MERCOLEDÌ DI S. CRISTINA
INCONTRI CON L’ARTE - 2015
quando: mercoledì 15 aprile, ore 17.00
dove: Aula Magna di S. Cristina
PAOLO CECCHI
L’innario, la corda spezzata e il “salario del peccato”:
per una reinterpretazione degli ‘Ambasciatori’ di Hans Holbein
coordina Sonia Cavicchioli
Il tentativo di rilettura iconografica del quadro di Holbein presentato in questa occasione ha origine da una riconsiderazione del significato che, nell’ambito della costellazione simbolica del dipinto, hanno i tre oggetti correlati con la musica posti al centro del doppio ritratto: il liuto, la muta incompleta di cinque flauti e i libri parte con notazione musicale. In particolare il testo intonato nelle due composizioni che si leggono nell’innario luterano aperto e rivolto verso lo spettatore, rimandano con chiarezza ad alcuni passi delle epistole di San Paolo e agli sforzi di reinterpretarne il dettato da parte di molti esponenti religiosi ed intellettuali dell’Europa all’inizio del XVI secolo. Sulla scorta delle esegesi del corpus paolino elaborato Jacques Lefèvre d'Étaples, intellettuale e teologo le cui opere certamente erano note a George de Selve e Jean de Dinteville (committenti del dipinto ed in esso raffigurati), e alla luce di alcuni scritti teologici e dottrinari dello stesso de Selve, databili all’epoca di realizzazione del quadro (1533 c.), si tenterà di interpretare la complessa ed ermetica allegoria del quadro sulla scorta sia di taluni aspetti dei concetti paolini di grazia, peccato e salvezza, sia di quelle interpretazioni primo cinquecentesche che di tali concetti sottolinearono l’urgenza escatologica e messianica. Il tentativo esegetico si soffermerà in particolare – alla luce dell’apparato storico-teologico sopra ricordato - sul rapporto tra gli oggetti posti sul piano inferiore e superiore del mobile/universo, l’anamorfismo sospeso nella parte inferiore del dipinto e il crocifisso argenteo seminascosto dietro il tessuto verde che fa da sfondo al doppio ritratto.
Paolo Cecchi insegna Storia e storiografia della musica all’università di Bologna. Ha al suo attivo studi sulla produzione madrigalistica di Gesualdo, Marenzio e Giovannelli, sul rapporto tra musica e testo nei teorici italiani del Cinquecento, sugli esordi del madrigale spirituale, e sull’opera romantica italiana di Bellini, Donizetti e Verdi. Attualmente sta lavorando ad una ricerca sugli aspetti culturali ed ideologici della prima opera veneziana.
Didascalia dell'immagine: Hans Holbein, Gli ambasciatori, particolare. Londra, National Gallery.