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ORESTEA NELLO SFASCIO – DAL TESTO ALLA SCENA

COLLETTIVO INTERNOENKI
Vincitore Premio Scenario per Ustica 2013

mercoledì 6, giovedì 7, venerdì 8 aprile, ore 16-19 | ITC STUDIO
sabato 9 aprile, ore 16-19 | Laboratori delle Arti/Teatro

 

ORESTEA NELLO SFASCIO
Dal testo alla scena. Nascita e crescita del processo creativo

Laboratorio di teatro in-civile
Condotto da Terry Paternoster | con la collaborazione di Mariastella Cassella | partecipazione gratuita riservata agli studenti dell’Università di Bologna

Modalità di iscrizione e partecipazione: dal 14 al 20 marzo 2016 inviare una mail all'indirizzo info@teatrodellargine.org o telefonare al numero 051.6270150, specificando: nome, cognome, numero di telefono, iscrizione all’Università di Bologna (numero di matricola). I selezionati verranno convocati in tempo per la partecipazione.


ll laboratorio propone un percorso didattico di avviamento alla pratica del Teatro, che si confronterà con le tecniche di base della recitazione corale e della drammaturgia concertistica. L’esperienza si dividerà in tre fasi: un primo momento di studio, basato sull’Orestea, incentrato sulla ricerca di elementi comuni o antitetici tra cultura arcaica e cultura moderna; un secondo momento di preparazione e, infine, un terzo momento dedicato alle possibilità della messa in scena. I partecipanti avranno la possibilità di sperimentare tanto le relazioni sceniche quanto quelle più propriamente umane tra i personaggi, inserite in una cornice corale e concertistica. Il percorso laboratoriale che intendiamo proporre prende avvio dalle ricerche che abbiamo sinora sostenuto circa le possibilità di riscrittura dell’Orestea di Eschilo nel nostro contemporaneo, dalle quali è scaturita una nuova opera, Orestea nello sfascio, tutt’ora in lavorazione.

 

sabato 9 aprile, ore 21 | Laboratori delle Arti /Teatro
COLLETTIVO INTERNOENKI
ORESTEA NELLO SFASCIO
Esito del laboratorio | INGRESSO LIBERO

Drammaturgia a cura di Terry Paternoster

Orestea nello sfascio è una rielaborazione contemporanea della trilogia tragica di Eschilo. Il nostro intento, lavorando ad un’opera capitale della letteratura mondiale, non vuole essere quello di riproporre un’ulteriore e a-problematica interpretazione della fabula (l’orrendo ciclo di delitti che culminano in un matricidio), quanto quello di raccontare e penetrare la decadenza dell’inconscio collettivo, in cui si inserisce lo sfascio dei valori della nostra società. È su questo sfondo che vuole inserirsi la nostra attualizzazione del mito, un mito che dal passato continua ancora a parlarci, seppure in un contesto sociale nuovo. A rimanere immutato è il peso latente di un peccato originario che si tramanda come un marchio di famiglia in famiglia, di generazione in generazione, di popolo in popolo.

La nostra Orestea è ambientata al centro della Valle D'Itria, fra le tre province di Bari, Taranto e Brindisi. Oreste viene chiuso in seminario per guarire dalla “malattia” dell’omosessualità: quando suo padre muore suicida lui, ormai maggiorenne, torna in famiglia. Claretta, sua madre, eredita dal defunto una cava dismessa e un mucchio di debiti. Il nostro protagonista scoprirà, progressivamente, che la madre ha ucciso il padre, istigandolo al suicidio, e che ha accettato di far seppellire nella cava di famiglia una considerevole quantità di rifiuti tossici, provenienti da un’azienda farmaceutica del nord.

In questo scenario di affari illeciti all’italiana, il cui campo d’azione tocca i rapporti interni di una famiglia consumata da una vera e propria crisi di valori, la “malattia” di Oreste troverà una cura nel contro-rito di un nuovo battesimo. Solo dopo un lungo percorso di auto-accettazione, dopo aver provato a farsi giustizia da solo, Oreste riuscirà a rivendicare l’importanza dell’identità individuale, svincolata dalle sovrastrutture sociali figlie del bigottismo, del controllo e dell’ipocrisia.

 

Terry Paternoster nasce nel 1979 a Milano. Dopo il Diploma d’Arte Drammatica, si laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo - Teatro e Arti Performative alla Sapienza di Roma. Qui inizia la sua carriera professionale, occupandosi principalmente di teatro. Lavora con registi italiani e stranieri. Come attrice-autrice-regista riceve numerosi riconoscimenti, fra gli ultimi: Premio Scenario per Ustica; Napoli Fringe Festival; Premio Radio RAI Microfono di Cristallo. È fondatrice e direttore artistico del Collettivo Teatrale Indipendente Internoenki, con cui lavora al progetto di Teatro In-civile: un teatro dissacrante e politico in grado di coniugare impegno civile e ricerca, e di trasformare la scena in uno strumento d’arte e controinformazione.