vai al contenuto della pagina vai al menu di navigazione
 

CONFERENZA DI GEORGES DIDI-HUBERMAN

“La corazzata Potëmkin” (1925), di Sergej M. Ėjzenštejn - still da video

Apertura dell’anno accademico 2015-2016
del Corso di Laurea Magistrale in Arti visive

LA NEBBIA E L’AMBIENTE
Vertigine della distanza
in Sergej Michajlovič Ėjzenštejn

 

Mercoledì 7 ottobre 2015, ore 17
Aula Magna di S. Cristina
piazzetta G. Morandi 2, Bologna

 

Ingresso libero

 

 

Georges Didi-Huberman (Paris, École des hautes études en sciences sociales) è uno storico dell’arte francese la cui ricerca abbraccia le arti visive, la storiografia artistica, la psicoanalisi, le scienze umane e la filosofia.
Ha studiato storia dell’arte e filosofia presso l’Université de Lyon e ha conseguito il dottorato all’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) di Parigi nel 1981, sotto la direzione di Louis Marin. È stato Professore presso l’Université de Paris-vii (Scienze UER des textes et documents) ed è docente presso il Centre d’Histoire et Théorie des Arts, École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi dal 1990.

Georges Didi-Huberman È stato docente ospite e visiting professor presso la John Hopkins University di Baltimora; l’Université de Fribourg, Northwestern University, Evanston [Chicago]; University of California; Berkeley, University of Toronto, Princeton; Courtauld Institute di Londra, Staatliche Hochschule für Gestaltung di Karlsruhe; Kanazawa College of Art, Gerusalemme; Freie Universität di Berlino; Venezia, Istituto Universitario di Architettura; Basilea, Université-Eikones NFS Bildkritik; Paris, Centro allemand d’Histoire de l’Art; Bruxelles, Facultés Universitaires Saint-Louis.

Nel 1997 Didi-Huberman ha curato la mostra L’empreinte al Centre Georges Pompidou di Parigi (con Didier Semin), così come della mostra Fables du lieu (“Favole del luogo”) allo Studio national des Arts Contemporains a Tourcoing nel 2001.

Nel suo lavoro Didi-Huberman approfondisce tre tematiche: una lettura critica della tradizione della storia dell’arte, la localizzazione di una filosofia delle immagini alternativa nell’opera di Sigmund Freud e Aby Warburg, e gli studi nella poetica dell’arte contemporanea. Concentrandosi sulla storia e la teoria delle immagini così come sulla storia dell’antropologia e della psicoanalisi dal Rinascimento fino all’arte contemporanea, Didi-Huberman sottolinea i problemi dell’ iconografia nel XIX secolo e la loro ricezione e trasformazione nelle correnti artistiche del XX secolo.

Nei suoi libri (Ciò che vediamo, ciò che ci guarda, 1992, o Ninfa Moderna. Saggio sul panneggio caduto) Didi-Huberman assume una prospettiva ermeneutica e fenomenologica e riflette sugli scritti di Aby Warburg, Walter Benjamin e Georges Bataille in riferimento a un’estetica della ricezione e della produzione. Con le sue indagini, Didi-Huberman contribuisce in modo significativo ad ampliare le metodologie della storia dell’arte e delle immagini.