FA’ CHE CEDA LA NATURA A L’ARTE
Palma Choralis - Research Group & Early Music Ensemble
Marcello Mazzetti, liuto - viola da gamba - voce; Livio Ticli, clavicembalo - voce - danza rinascimentale; Marilena Ferrari, danza rinascimentale
Musiche di
C. De Rore, R. Rognoni, L. Luzzaschi, G. Caccini, O. Vecchi, F. da Milano, F. Caroso e altri autori dei secoli XVI-XVII
dove: Laboratori delle Arti/Auditorium
quando: martedì 24 marzo, ore 21
Concerti a ingresso gratuito
La partecipazione ai concerti è gratuita. L’accesso in sala sarà consentito previo ritiro dell’apposito coupon, che verrà distribuito a cominciare da un’ora prima dell’inizio dell’evento e fino a esaurimento dei posti disponibili.
Il programma mette in luce l’unità tra musica, danza e poesia che nelle corti del Rinascimento italiano rappresentò il fulcro del sistema educativo ed espressivo del cortigiano. Tramite una scelta di brani a una e due voci e del repertorio polifonico intavolato per voce e strumenti, viene proposta la ricostruzione di alcune coreografie del maestro di danza Fabrizio Caroso (1526 c. - dopo il 1605). I musicisti forniranno una breve introduzione ai brani.
Palma Choralis® · Research Group & Early Music Ensemble, nasce da un progetto culturale complesso, elaborato dai fondatori M. Mazzetti e L. Ticli, che mira a riunificare la più alta ricerca filologica sulle Artes con attività pratiche quali la pedagogia e la didattica, la divulgazione scientifica, le attività concertistico-liturgiche, teatrali e spettacolari in cui sia possibile mostrare al più vasto pubblico quali testi e contesti abbiano generato il grande patrimonio della cultura musicale italiana in Europa fra Medioevo, Rinascimento e primo Barocco. Grazie anche alla partecipazione di giovani musicisti provenienti da tutto il mondo, dal 2006 Palma Choralis ha eseguito pagine vocali e strumentali inedite per festival internazionali fra i quali l’Autunno Musicale, il Soli Deo Gloria, Conditor alme siderum, Oude Muziek Nieuw e ha condotto programmi concertistici, masterclass, conferenze e attività di divulgazione all’interno di contesti che ne hanno valorizzato l’articolata ricerca musicale. Collabora con altri ensemble fra cui La Academia del los Nocturnos per l’esecuzione del repertorio barocco spagnolo, i Cantores Sancti Gregorii per la musica sacra fiamminga fino all’inizio del XVI secolo e Ars Lusitana per il repertorio rinascimentale iberico.
Marilena Ferrari ha studiato danza storica con Bruna Gondoni, Lucio Paolo Testi e seguito corsi organizzati dal Danzar Cortese di Padova.
Marcello Mazzetti musicista e musicologo specializzato in Early Music, affianca all’intensa attività concertistica in Italia e all’estero la ricerca sulle fonti musicali fra Medioevo e primo Barocco con particolare attenzione ai rapporti fra Prassi esecutiva e Pedagogia Musicale.
Livio Ticli musicista e musicologo specializzato in Early Music, sviluppa la propria attività concertistica a livello europeo in parallelo con la ricerca musicologica nel settore del polistrumentismo rinascimentale, dell’ornamentazione e della prassi vocale dei secoli XV-XVIII.
Programma:
Prologo con voci et istrumenti
Diego Ortiz, Passamezzo antico & Recercada Primera (1533)
Orazio Vecchi, Benché siat’usi (1597)
Amor crudele
Giovanni Bernardino Belprato, I dolci sguardi e l’alma luce altiera (1556)
Sonetto sopra le musiche di Francesco da Milano, Ricercar sesto (1548)
Claudio Saracini, Udite lagrimosi spirti d’averno (1620)
Bellerofonte Castaldi, Non pensar Clori crudele (1623)
Amor lontano
Marcantonio Vasio, Se nel partir di que’ be’ lumi ardenti (1552)
Sonetto sopra le musiche di Giovanni Maria Da Crema, Recercar terzo (1546)
Cipriano De Rore/Bernhard Schmid II, Ancor che co ’l partire (1607)
Cipriano De Rore/Riccardo Rognoni, Ancor che co ’l partire (1577)
Amor novello
Luigi Borra, Qual l’alba vaga matutina suole (1552)
Sonetto sopra le musiche di Francesco Da Milano, Fantasia seconda (1546)
Francesco Rasi, È sì lieto il mio core (1610)
Alonso Mudarra, Fantasia que contrahaza la harpa en la manera de Ludovico (1546)
Fabrizio Caroso, Alba novella (1581)
Amor soave et ardente
Torquato Tasso, Ecco mormorar l’onde (1583)
Madrigale sopra le musiche di Francesco Da Milano, Recercata 10
Luzzasco Luzzaschi, Aura soave (1601)
Jannambrosio Dalza, Tastar de Corda I (1508)
Giulio Caccini/Johann Nauwach, Amarilli mia bella (1623)
Fabrizio Caroso, Ardente sole (1581)
Amor vago et selvaggio
Matteo Maria Boiardo, Già vidi uscir de l’onde una matina (1489)
Sonetto sopra le musiche di Francesco Da Milano, Fantasia III (1546)
Bellerofonte Castaldi, Com’è vaga - Lode di bella mano, in quattro parti (1623)
Con interludi tratti da
Diego Ortiz, Recercada segunda (1533)
Girolamo Frescobaldi, Bergamasca (1635)
Vincenzo Capirola, Recercare decimo
Gian Giacomo Del Pero, Perché selvaggia sia (1547)
Ottava sopra le musiche di Francesco Da Milano, Fantasia Quinta (1562)
Giulio Caccini, Al canto, al ballo (1600)
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Secondo il modello educativo che Platone descrive nella sua Repubblica, la musica è una disciplina obbligatoria, poiché è un valido esercizio per lo spirito ed educa al bello. Questa affermazione di Platone, assieme a larga parte delle opere dei grandi pensatori greci, fu disponibile per la prima volta – a stampa, in latino – intorno al 1500. La diffusione del pensiero dei classici influì infatti fortemente sulla vita culturale ed intellettuale degli uomini del Rinascimento.
Un esempio palese di tale influsso si trova nel Cortegiano (1528) dell’umanista e letterato lombardo Baldassarre Castiglione. In questo trattato, nel quale egli enuncia quali debbano essere le doti di un vero cortigiano, Castiglione scrive: “Platone ed Aristotele vogliono che l’om bene instituito sia ancor musico”. Questo richiamo alla paideia (il metodo educativo dell’antica Grecia), all’interno di un ampio dialogo sul grande potere formativo della musica, mette in luce quanto le arti fossero, assieme alla letteratura, il nucleo del sistema pedagogico nelle corti del XVI secolo. Appare immediatamente chiaro come tali corti fossero un terreno particolarmente fertile per la musica, la cui diffusione venne per di più favorita dal recente perfezionamento della stampa musicale, ad opera del veneziano Ottaviano Petrucci.
Potendo godere di una buona preparazione musicale, il cortigiano fruisce dell'abbondante produzione musicale del Rinascimento non solo in quanto ascoltatore, ma soprattutto come esecutore; spesso egli è anche compositore. Molti degli autori dei brani in programma prestarono infatti servizio in alcune fra le corti culturalmente più feconde del Rinascimento: Diego Ortiz a Napoli; Vincenzo Capirola a Brescia e Venezia; Cipriano De Rore a Ferrara, Parma e Venezia, oltre che in Olanda; Francesco Rasi, al servizio prima dei Medici e poi dei Gonzaga, a Firenze e Mantova, compiendo inoltre numerosi viaggi in Italia ed Europa.
Anche se la grande maggioranza delle composizioni di quest’epoca prevedeva la sovrapposizione di esecutore ed ascoltatore, vi sono comunque svariate eccezioni. Un esempio è dato dal madrigale Aura soave di Luzzaschi, che ascolteremo questa sera: la raccolta in cui esso è contenuto fu infatti scritta appositamente per il “concerto delle Dame”, un gruppo di cinque cantanti virtuose, attive nella corte di Alfonso II d’Este.
Alla musica viene riconosciuto il potere di “muovere gli affetti”, ossia di generare sentimenti e passioni negli ascoltatori: ecco quindi che il linguaggio musicale si mette al servizio del testo poetico cui è spesso accompagnato. La forma musicale che più sente l’influsso di questa tendenza, raggiungendo così l’apice dell’elaborazione, è il Madrigale: ascolteremo È sì lieto il mio core di Rasi, Ancor che co ’l partire di De Rore e Aura soave di Luzzaschi.
Forme musicali contrappuntistiche come la Fantasia e il Ricercare, fondate sul principio della variazione di una breve melodia, ottengono notevole successo nelle corti cinquecentesche, per via dell’ampio spazio lasciato alla conoscenza della musica, dello strumento e all’abilità: esse infatti prevedono una continua improvvisazione ed ornamentazione ad opera dell’esecutore.
Il concerto di questa sera vuole mettere in luce l’unità tra musica, danza e poesia che, come poc'anzi illustrato, rappresentò il fulcro del sistema educativo ed espressivo del cortigiano nel Rinascimento. Tramite una scelta di brani a una e due voci e del repertorio polifonico per voce e strumenti, viene proposta la ricostruzione di alcune coreografie del maestro di danza Fabrizio Caroso (ca 1526 - dopo il 1605).
Marco Luca
Laurea magistrale in Discipline della Musica
coordinamento e redazione
Valentina Anzani
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