IL CANTO DEL CORPO ELETTRICO
Aldo Orvieto, pianoforte
Alvise Vidolin, regia del suono
Sonia Visentin, soprano
Roberto Fabbriciani, flauti
Nicola Baroni, violoncello (registrati su nastro magnetico)
Coro di voci bianche del Teatro Comunale di Bologna
diretto da Alhambra Superchi
Musiche di K. Stockhausen, L. Nono, M. Stroppa, S. Sciarrino, L. Sammarchi
In collaborazione con «Il Saggiatore musicale»
e con la Fondazione Teatro Comunale di Bologna
dove: Laboratori delle Arti/Auditorium
quando: martedì 21 aprile, ore 21
Il concerto fa parte del progetto “Resistenza illuminata. Omaggio a Luigi Nono nel settantesimo anniversario della Resistenza e della guerra di Liberazione (1945-2015)”, promosso dalla Fondazione Teatro Comunale di Bologna
Concerti a ingresso gratuito
La partecipazione ai concerti è gratuita. L’accesso in sala sarà consentito previo ritiro dell’apposito coupon, che verrà distribuito a cominciare da un’ora prima dell’inizio dell’evento e fino a esaurimento dei posti disponibili.
Il programma del concerto presenta composizioni di musica elettronica ed elettroacustica (ove vengono combinati suoni di sintesi ottenuti in laboratorio con suoni strumentali e vocali di conio tradizionale). Al celebre Gesang der Jünglinge di Stockhausen – uno dei capolavori indiscussi della musica elettronica – si affiancano opere per pianoforte e nastro magnetico di Luigi Nono e Marco Stroppa, una composizione per pianoforte solo di Salvatore Sciarrino, ed una partitura in prima assoluta del compositore bolognese Luigi Sammarchi, nella quale si intrecciano il pianoforte, un coro di voci bianche e suoni di sintesi ottenuti con tecnologie digitali.
Il concerto è collegato al seminario Prometeo e il rumore bianco: la musica elettronica in Europa dal 1950 c. al 1960 c., che si terrà il 13 e 14 aprile 2015 presso il Dipartimento delle Arti
ALDO ORVIETO, allievo di Aldo Ciccolini, inizia i suoi studi musicali al conservatorio di Venezia. Nel 1979 è tra i fondatori del complesso cameristico Ex-Novo Ensemble. Si è specializzato soprattutto nel repertorio pianistico del primo e del secondo Novecento, e ha partecipato all'esecuzione di numerose opere in prima assoluta di autori quali Maderna, Clementi e Sciarrino. È ospite dei maggiori festival e rassegne concertistici europei e ha al suo attivo decine di incisioni discografiche con etichette sia italiane che internazionali.
ALVISE VIDOLIN, regista del suono ed esperto di informatica musicale, compie a Padova gli studi scientifici e musicali. Nel 1974 fu fra i fondatori del Centro di Sonologia Computazionale (CSC) dell'Università di Padova, con il quale continua a collaborare attivamente. Ha curato la realizzazione elettronica e la regia del suono in festival e teatri italiani e internazionali di opere elettroniche ed elettroacustiche di numerosi compositori contemporanei, tra cui Berio, Clementi, Donatoni, Guarnieri, Nono e Sciarrino.
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Programma:
Karlheinz Stockhausen
Gesang der Jünglinge (1956)
per nastro magnetico
Luigi Nono
…sofferte onde serene… (1976)
per pianoforte e nastro magnetico
Marco Stroppa
Traiettoria…deviata da Traiettoria (1984)
per pianoforte e suoni elettronici
Salvatore Sciarrino
Perduto in una città d’acque (1991)
per pianoforte
Luigi Sammarchi
Un canto lontanando mi stringeva il core (2015)
per pianoforte, coro di voci bianche e suoni elettronici
- Prima esecuzione assoluta -
Commissione del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna
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Il concerto di questa sera è dedicato ad un momento decisivo per l’evoluzione della musica nella seconda metà del Novecento: l’incontro tra il suono naturale e il suono artificiale, tra lo strumento tradizionale e il mezzo elettronico.
Realizzato tra il 1955 e il 1956, Gesang der Jünglinge è il primo capolavoro della musica elettronica. Su versi tratti dal «Cantico dei tre giovani nella fornace», dal Libro di Daniele, Karlheinz Stockhausen costruisce un suggestivo continuum sonoro nel quale i suoni elettronici si fondono con il canto di una voce bianca, registrata e manipolata secondo le tecniche della composizione seriale. Anche se il testo appare frantumato in fonemi e parole isolate, le lodi al Signore risultano chiaramente percepibili e contribuiscono ad articolare i sei pannelli di cui si compone il brano. Innovativa è l’attenzione rivolta alla spazialità del suono, che inaugura una nuova dimensione di ascolto musicale.
In …sofferte onde serene… (1976) Luigi Nono esplora diverse possibilità di interazione tra un pianoforte, suonato dal vivo, e un suo “doppio” proiettato dai diffusori elettroacustici. Il brano è il risultato di una stretta collaborazione con il pianista Maurizio Pollini, che contribuì alla realizzazione del nastro magnetico. L’uso dell’elettronica è volto a sottolineare il tocco del pianista, la componente rumoristica e le più sottili sfumature esecutive, come ad esempio gli effetti di pedale. Differenze microtonali, leggere anticipazioni e sfasamenti temporali arricchiscono la dimensione timbrica di un brano costruito intorno a uno stile percussivo, a cluster di accordi e alla contrapposizione tra registro grave e acuto.
Perduto in una città d'acque è un pezzo per pianoforte solo composto da Salvatore Sciarrino tra il 1990 e il 1991, durante la gestazione dell'opera Perseo e Andromeda. I lenti rintocchi dei bicordi (che simulano una caduta di gocce d'acqua), la grande distanza tra suoni simultanei e la rarefazione di un tessuto musicale che tende al silenzio suggeriscono una spazialità e una temporalità quasi oniriche.
Traiettoria...deviata è il primo pannello del ciclo Traiettoria (1982-1984), per pianoforte ed elettronica, di Marco Stroppa. Il brano vede sonorità acustiche affiancarsi a sonorità elettroniche, un connubio frutto delle ricerche e sperimentazioni elettroacustiche in atto già dalla metà degli anni Cinquanta del Novecento. La prima parte, affidata al pianoforte, è caratterizzata da trilli, piccoli arpeggi e rapidi sciami di note nel registro acuto inframezzati da pause. Nella seconda parte irrompe l'elettronica, che arricchisce il brano di ampie risonanze e dialoga significativamente con gli elementi pianistici, a suggerire un ideale completamento del materiale sonoro.
Dedicato a Luigi Nono, Un canto lontanando mi stringeva il core (2015) del compositore bolognese Luigi Sammarchi rivisita il mito di Orfeo ed Euridice attraverso testi tratti dal carteggio tra Dino Campana e Sibilla Aleramo. Il coro, il pianoforte e il materiale registrato si intrecciano in un tessuto di sonorità classiche e contemporanee, all'interno del quale la voce del soprano risulta ora nitida, ora amalgamata nella stratificazione sonora della composizione. Fondamentale la componente elettronica, che progressivamente sommerge il discorso musicale. Registrazione digitale ed esecutori verranno fatti interagire dal regista del suono durante la performance.
Stefano Formisani e Lorenzo Traggiai
Laurea magistrale in Discipline della Musica
coordinamento e redazione
Francisco Rocca
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