Call for papers: Spazi e attori del collezionismo e della connoisseurship
Il convegno internazionale intende affrontare, da diversi punti di vista e con ampio ventaglio di metodologie, le problematiche che scaturiscono dalla relazione tra spettatore e opera ed anche dal confronto tra spazio e pubblico.
Se è vero che la componente spaziale-esperienziale, di contesto e di relazione, si è esplicitamente proposta come uno degli aspetti determinanti per l’identità dell’arte novecentesca, è altrettanto evidente che la rilevanza critica storicamente assunta dalla dimensione espositiva, la progettazione museale, le scelte di allestimento di collezioni e gallerie, ci fanno comprendere come la questione del pubblico in relazione all’opera sia elemento determinante per l’analisi e la comprensione di tutta la vicenda artistica e non solo di quella contemporanea.
Come reagisce il pubblico? Come l’approccio del fruitore diventa parte attiva dell’opera stessa?
Si tratta di un confronto che, necessariamente, si trasforma in effettiva esperienza estetica, in articolato processo di fruizione in grado di ridefinire il senso stesso dell’opera.
Le giornate di studio intitolate “L’esperienza dello spazio / collezioni, musei, gallerie” intendono affrontare, da punti di vista differenti e con ampio ventaglio di metodologie, le problematiche che scaturiscono dalla relazione tra spettatore e opera ed anche dal confronto tra spazio e pubblico che gli artisti più contemporanei spesso inseriscono all’interno delle loro creazioni interrogandosi sui rapporti tra spazio – opera – fruizione inserendoli nel concept stesso delle loro opere.
Gli allestimenti espositivi, soprattutto dal XVIII secolo in poi, hanno articolato l’esperienza spaziale del contesto con quella, anche sociale, del giudizio e dell’elaborazione di una “pubblica opinione”.
L’evoluzione tanto degli spazi dell’arte quanto dei modi proposti per la loro esperienza corrisponde al variare degli attori implicati nella loro creazione, costruzione e gestione, ma anche allo sviluppo dell’orizzonte d’attesa di un pubblico sempre più differenziato. Accanto alle aspettative di coinvolgimento e alla sollecitazione della curiosità si sono rese sempre più evidenti le richieste di valorizzazione di ricchi patrimoni culturali relativi alle diverse identità in dialogo tra di loro e con importanti possibili riscontri anche economici.
A questo si collega la riflessione sugli allestimenti delle collezioni del passato, specialmente di Ancien Régime. Se da un lato gli studi si orientano sempre più, ove possibile, verso la ricostruzione degli spazi e della percezione di essi da parte dei contemporanei (grazie in particolare a materiali d’archivio come gli inventari, spesso ricchi di annotazioni topografiche), dall’altro l’uso delle tecnologie informatiche sta aprendo enormi possibilità di restituzione al pubblico di spazi perduti. La collaborazione fra gli storici e i tecnici rende infatti possibili ricostruzioni in realtà virtuale o aumentata scientificamente affidabili ma anche capaci di grande coinvolgimento.
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One of the determining aspects for the identity of twentieth-century art is explicitly the spatial-experiential component, as well as context and relationships. However, it is equally clear thatthe relevance of exposure to critique historically taken on by exhibitions, museum design, choices on how to set up collections and galleries, make us understand how the issue of the public in relationship to artwork is a decisive element for the analysis and comprehension of all artistic events – not only of the contemporary era.
How does the public react? How does the viewer’s approach become an active part of the artwork itself?
It is a confrontation that has to turn into a real aesthetic experience, into a complex enjoyable process that can re-define the meaning of the work of art itself.
The international conference entitled “The Experience of Space / Collections, Museums, Galleries” is meant to face, from different points of view and with a wide range of methods, the problems of the relationship between a work of art and its viewer, between space and the public. This is a connection that contemporary artists often insert into their creations, inquiring about the connections between space, artwork and enjoyment and placing those relationships into their own concepts.
Exhibitions, especially since the 18th-century, have proffered the spatial experience of context with that, even social, of forming a “public opinion”. The evolution of both the spaces to exhibit art and the ways for it to be enjoyed corresponds not only to the variety of people involved in their creation, construction and management, but also to the changing expectations of an increasingly diverse audience.
Besides a strong desire to get involved and stimulated by curiosity, the demands for promoting a rich cultural heritage have gradually increased due to an exchange of ideas between different bodies and the possibility of economic gain.
Related to this is the reflection on how past collections were set up, especially of the Ancien Régime. Whilst studies are increasingly oriented, wherever possible, towards the reconstruction of spaces and their perception by contemporaries - thanks in particular to materials from archives such as inventories, often rich in topographical records – the use of information technology is opening up great opportunities for the public to “reconstruct” lost spaces. Collaboration between historians and technicians is indeed making reconstructions in virtual reality possible that are scientifically reliable and also extremely involving.
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
Irene Di Pietro e Michela Tessari
convegno.esperienzadellospazio@gmail.com.