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ATTORI E ATTRICI

Teatro delle Albe, "Ippolito" di Ermanna Montanari. (foto Massimo Fiorentini e Giampiero Corelli)

ROMAGNA / CARLO CECCHI / TEATRO ELFO PUCCINI

Gionata dedicata a Claudio Meldolesi
a cura di Laura Mariani

In Italia ci sono molti attori bravi, alcuni bravissimi. L’ottimismo impronta questa Giornata dedicata a Claudio Meldolesi, che della sua formazione di attore all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica ha fatto un punto di forza come studioso. Le ragioni che sembrano rendere obsoleto il teatro, di fronte a una rivoluzione tecnologica inarrestabile, possono essere ribaltate nell’unicità di qualcosa che avviene qui e ora, in presenza; mentre la scienza offre nuovi strumenti per comprendere e dire aspetti anche misteriosi del lavoro dell’attore.

Oggi si è attenuata la contrapposizione fra tradizione e sperimentazione, nella consapevolezza che ogni buon teatro comporta ricerca, ma rimane la pluralità dei teatri e dunque delle culture e delle pratiche attoriche. Tendenze e problemi che propongo di guardare a partire da due contesti. Romagnolo il primo, in continuità problematica con le sue origini nuovoteatriste: da un lato, le ultime generazioni sembrano orientate soprattutto verso la danza e l’acquisizione di abilità performative non destinate alla prosa; dall’altro, i gruppi storici ricorrono a forme più o meno accentuate di teatralizzazione in una concezione ancorata alle utopie novecentesche. Il secondo contesto ha nome e cognome: il milanese teatro Elfo Puccini, che ha continuato a far leva sul testo e sulla rappresentazione, sull’interpretazione e sul personaggio, da un lato sottoponendoli alle scosse della migliore drammaturgia contemporanea, in particolare angloamericana e tedesca, e, dall’altro, promuovendo una ricerca ininterrotta legata alla quotidianità delle pratiche e all’ascolto del pubblico. Al centro della Giornata, Carlo Cecchi: un regista non assimilabile alla regia critica che ama definirsi capocomico, “un antiprimattore” che ha lavorato con sostanziosa finezza sui classici, sulle farse napoletane, sui grandi contemporanei. Un maestro e un artista, nonostante faccia resistenza a queste parole per dirsi semplicemente attore, che appartiene alla generazione di Carmelo Bene e Leo de Berardinis.

I tre momenti sono preceduti da interventi di Marco Caselli Nirmal con proiezione di fotografie di spettacoli di quasi tutti gli attori che intervengono. Sono presenti tre osservatori: Maria Consagra, Renata Molinari, Oliviero Ponte di Pino.

 

IL PROGETTO

lunedì 14 marzo, ore 10 | Laboratori delle Arti/Teatro
LA ROMAGNA
Intervengono Consuelo Battiston, Elena Bucci, Silvia Calderoni, Agata e Teodora Castellucci, Marco Cavalcoli, Febo Del Zozzo, Mariangela Gualtieri, Roberto Magnani, Ermanna Montanari, Angela Pezzi | conduce Laura Mariani | INGRESSO LIBERO

Nel 1986 Renata Molinari poneva all’attenzione teatrale la “questione romagnola”. Raffaello Sanzio, Albe, Valdoca si erano imposti a livello nazionale, costituendo uno dei poli più vivi del Nuovo teatro. Nello stesso anno Meldolesi sottolineava la necessità di “una cultura attorica di nuova tradizione”, basata sulla “cultura professionale” e non solo sulla “cultura del gruppo”. Nel decennio successivo ai gruppi storici si affiancarono, con altri, Fanny & Alexander, Motus e Le belle bandiere. Altri fecero seguito con la svolta del secolo, dando vita prevalentemente a un teatro performativo. Nella perdurante vitalità della scena romagnola, a che punto è la questione dell’attore? Risponderanno alcuni degli artisti che più hanno lavorato su voce, parola, figura, innovando senza preclusioni, e per l’ultima generazione due figlie d’arte (Castellucci/Guidi).

 

L’incontro con Carlo Cecchi, previsto lunedì 14 marzo 2016, alle ore 15, è stato annullato
CARLO CECCHI
Interviene Carlo Cecchi | presentazione di Marco De Marinis | INGRESSO LIBERO

Meldolesi lo chiama in causa da protagonista alla fine dei suoi Fondamenti del teatro italiano (1984), ritenendo che la partita si stia spostando sul terreno dell’attore. E lo colloca nella catena degli attori artisti, anche se lui preferisce sottolineare l’aspetto artigianale del lavoro teatrale. Cecchi condivide con la nostra prima Attrice artista, Eleonora Duse, il “senso dell’oltre” e la “familiarità con la mancanza” insieme ai rapporti con i poeti. “Si è trovato tramite Eduardo” ed è diventato a sua volta maestro d’attori, sulla scena e per acume intellettuale.

 

lunedì 14 marzo, ore 15 | Laboratori delle Arti/Teatro
L’ELFO
Intervengono Ferdinando Bruni, Marco Bonadei, Cristina Crippa, Elio De Capitani, Angelo Di Genio, Ida Marinelli, Elena Russo Arman, Camilla Semino | conduce Laura Mariani | INGRESSO LIBERO

Diventato da cooperativa impresa sociale, senza snaturarsi, e riconosciuto tra i maggiori Teatri di Rilevante Interesse Nazionale, l’Elfo opera come fosse un’istituzione pubblica impegnata nella formazione di un’identità teatrale nazionale all’altezza dei tempi. Non l’abdicazione alla ricerca ma un suo diverso indirizzo: verso la scelta del repertorio, all’interno di pratiche composite di rappresentazione e interpretazione, per la costruzione di un pubblico ampio. Una cultura attorica tesa a comunicare, da indagare per il lavoro sul personaggio e nelle sottigliezze che vivono fra testo e interpretazione, di necessità portata a cercare e formare nuovi attori. Intervengono quattro artisti del nucleo originario e due rappresentanti delle nuove leve.

 

 

Consuelo Battiston. Si forma principalmente attraverso i progetti Zampanò (ERT/Santarcangelo dei Teatri, 2002) ed Epidemie (ERT/Teatro delle Albe, 2004). Nel 2005 fonda con Gianni Farina e Alessandro Miele la compagnia Menoventi, di cui è attrice e ideatrice: dal monologo Semiramis (2008) alle successive sperimentazioni di rapporti diversificati con il pubblico. Con Menoventi ha vinto la prima edizione del Premio Rete critica, il Premio Lo Straniero, il Premio Hystrio-Castel dei Mondi, il Premio Loro del Reno e il secondo premio di Extra-segnali della nuova scena italiana.

Ferdinando Bruni. Protagonista della storia dell’Elfo dalla sua fondazione, è condirettore artistico del teatro, attore e regista delle produzioni più importanti, che a partire da Le amare lacrime di Petra von Kant spesso firma con De Capitani. Gli ultimi titoli del tandem registico - Angels in America e The history boys - hanno vinto i più importanti premi teatrali italiani. Attore capace di passare dai ruoli classici – Amleto, Shylock e Prospero – ai personaggi contemporanei più trasgressivi, Bruni negli ultimi spettacoli ha messo in gioco anche la sua passione per la pittura, interpretando Mark Rothko in Rosso e dipingendo 300 acquerelli nel cartoon teatrale Alice underground, realizzato con Francesco Frongia.

Elena Bucci. Regista, attrice, autrice, fa parte del nucleo storico del Teatro di Leo de Berardinis partecipando a tutti gli spettacoli, da King Lear a Il ritorno di Scaramouche. Lavora tra l’altro con Martone e Morganti. Fonda con Sgrosso la compagnia Le Belle Bandiere, spaziando dalle riletture di classici – da Macbeth al cechoviano Svenimenti - alle drammaturgie che intrecciano diversi codici, alle scritture originali – da Non sentire il male, dedicato a Eleonora Duse a Bimba, inseguendo Laura Betti. Fra i premi, l’Eti Olimpici per il teatro come migliore spettacolo per Le Smanie per la villeggiatura di Goldoni (2007). Collabora con Bassetti per una drammaturgia sonora intrecciata alla scrittura scenica.

Silvia Calderoni. Dopo aver lavorato con la coreografa danzatrice Monica Francia e con il Teatro Valdoca, dal 2006 collabora ininterrottamente con la compagnia riminese Motus, come protagonista di lavori presentati in Italia e all’estero, che mettono al centro il suo corpo androgino e quasi ascetico. È del 2011 il suo incontro scenico con Judith Malina su Antigone in The Plot is the Revolution. E del 2015 MDLSX, un “solo” di cui firma anche la drammaturgia insieme a Daniela Nicolò. Vincitrice di numerosi premi, da anni porta avanti una ricerca laboratoriale, la cui ultima tappa si è svolta a Roma con la collaborazione dell’attrice Ilenia Caleo.

Agata e Teodora Castellucci. Nel 2007 hanno fondato insieme al fratello Demetrio e a Eugenio Resta la compagnia di danza Dewey Dell. Teodora, coreografa, è nata nel 1988, si è laureata in Storia dell’Arte, attualmente vive e lavora a Berlino. Agata, danzatrice, è nata nel 1991, si sta laureando in Lettere Moderne; dal 2014 cura Freddanotte, una serie di appuntamenti musicali a Cesena. A cominciare dal primo spettacolo, à elle vide, Teodora ha concepito un movimento scaturito da immagini, dove idee visive semplici trainano il dramma. Spesso chi danza, avvolto da un costume che lo allontana dalla realtà, crea un’atmosfera che vuole allontanarsi dal presente, come per entrare nel livello di percezione del sogno. Le creazioni, rigorosamente di gruppo, contaminano l’arcaico con un immaginario pop.

Marco Cavalcoli. Si forma come attore con Le Albe, Teatrino Clandestino, Manfredini, Michiko Hirayama, Germana Giannini, Monica Francia. Dopo la Compagnia del Druido, Teatrino Clandestino e Teddy Bear Company (teatro da discoteca), nel 1998 entra in Fanny & Alexander, assumendo anche compiti di amministratore, organizzatore, tecnico. Come attore partecipa a spettacoli pluripremiati: da Romeo e Giulietta – et ultra (2000) e Requiem (2001), al ciclo Ada, cronaca familiare (2003- ‘06) e OZ (2007-‘10), da Discorso Grigio (2012) agli assolo Scrooge e Kriminal Tango (2015). È protagonista di Him, annoverato dal “Corriere della Sera” tra i 10 migliori spettacoli del decennio 2000-2009. È voce recitante in Laborintus II di Luciano Berio e in radiodrammi.

Carlo Cecchi. Dopo aver frequentato l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica come allievo attore, dal 1968, anno di fondazione del suo teatro, ha diretto molti spettacoli e recitato molti ruoli, tra cui Il borghese gentiluomo e Il misantropo di Molière (traduzioni di Cesare Garboli), Woyzek e Leonce e Lena di Büchner, Il bagno di Majakovski, L’uomo, la bestia e la virtù di Pirandello, Il compleanno di Pinter, Finale di partita di Beckett e molte volte Shakespeare, fra cui una trilogia: Amleto, Sogno di una notte d’estate, Misura per misura. Con il Teatro Stabile delle Marche, di cui è artista di riferimento dal 2003, ha in repertorio: Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello, Tartufo di Molière, Claus Peymann compra un paio di pantaloni e viene e mangiare con me di Bernhard, Sik Sik l’artefice magico di Eduardo De Filippo e Sogno di una notte d’estate di Shakespeare, il dittico Troppo sbronzo da dire ti amo? di Churchill e Prodotto di Ravenhill. Nel 2013 è stato premiato con l’UBU come miglior attore protagonista per La serata a Colono di Elsa Morante diretto da Martone.

Cristina Crippa. È nel gruppo di giovani, riunito da Gabriele Salvatores, che fonda l’Elfo. Ideatrice di molti progetti drammaturgici tra cui Libri da ardere di Nathalie Nothomb, Il bambino sottovuoto di Christine Nostlinger, Lola che dilati la camicia da Adalgisa Conti per la regia di Baliani. Ha partecipato alla trilogia di Fassbinder allestita da Bruni-De Capitani e ai recenti successi di Angels in America di Kushner e Racconto d’inverno di Shakespeare. È stata protagonista di molti spettacoli diretti da De Capitani: da La morte e la fanciulla di Dorfman a Medea di Müller e, da ultimo, di Improvvisamente l’estate scorsa e La discesa di Orfeo di Williams.

Elio De Capitani. Si è unito alla tribù dell’Elfo pochi mesi dopo la fondazione. Da allora il teatro è la sua casa, con qualche incursione cinematografica, tra cui Il Caimano nel film di Nanni Moretti. Condirettore artistico dell’Elfo, attore e regista, dalla sua prima regia del 1982 (Nemico di classe) fino ad oggi ha firmato più di quaranta spettacoli − da solo o a quattro mani con Bruni − concentrandosi da ultimo sulla drammaturgia americana, da Tony Kushner a Tennessee Williams fino a Arthur Miller. E “americanissime” sono le sue più recenti interpretazioni: il presidente Nixon nel testo dell’inglese Peter Morgan e Willy Loman in Morte di un commesso viaggiatore di Miller. Oltre ai soci e compagni dell’Elfo, ha diretto Mariangela Melato, Umberto Orsini, Toni Servillo, Lucilla Morlacchi.

Febo Del Zozzo. Regista e attore, si è diplomato all’ Accademia di Belle Arti di Bologna, sezione Scultura. Ha lavorato con la Socìetas Raffaello Sanzio come attore − in Gilgamesh, Iside e Osiride, Haura Mazda, Orestea, Lucifero, Amleto, Masoch e nel film di Romeo Castellucci Brentano – e come scenografo. Insieme a Bruna Gambarelli è fondatore e direttore della compagnia Laminarie (1994), per cui realizza progetti internazionali e produzioni teatrali, curando la direzione artistica dello spazio DOM la cupola del Pilastro a Bologna. Il suo interesse per la biografia si è materializzato in spettacoli su Pollock e Bobby Fisher come in inseguimenti di Brancusi e in perlustrazioni di Cage.

Angelo Di Genio. Si diploma alla Scuola d’Arte drammatica Paolo Grassi nel 2005. Perfeziona la formazione con Massimo Castri per poi partecipare a molti spettacoli del regista: Alcesti, Così è se vi pare, Tre sorelle, La presidentessa. È uno degli “history boys” vincitori del Premio Ubu 2011 ed è Biff in Morte di un commesso viaggiatore di De Capitani. Ha interpretato Freddo di Lars Norèn per la regia di Marco Plini e In Exitu di Testori per la regia di Lorenzo Loris. È protagonista del monologo Road Movie, diretto da Sandro Mabellini.

Mariangela Gualtieri. Nata a Cesena, si è laureata in architettura allo IUAV di Venezia. Nel 1983 ha fondato, insieme al regista Cesare Ronconi, il Teatro Valdoca, di cui è drammaturga. Fin dall’inizio ha curato la consegna orale della poesia, dedicando attenzione all’apparato di amplificazione della voce e al sodalizio fra verso poetico e musica dal vivo. Dopo Antenata (Crocetti 1992), ha pubblicato cinque volumi di poesie con Einaudi, da Fuoco Centrale (2003) a Le giovani parole (2015); e poi Paesaggio con fratello rotto (libro e DVD, Luca Sossella 2007), Sermone ai cuccioli della mia specie con CD audio (Valdoca ed. 2012), A Seneghe, Mariangela Gualtieri/Guido Guidi (Perda Sonadora Imprentas, 2012).

Roberto Magnani. Si avvicina giovanissimo al Teatro delle Albe partecipando alla non-scuola, i laboratori che la compagnia conduce dal 1991 in tutti gli istituti superiori di Ravenna. Dopo essere stato uno dei dodici palotini ne I Polacchi di Marco Martinelli entra a far parte stabilmente del Teatro delle Albe. Dal 2002 è guida nei laboratori non-scuola. Nel 2009 debutta nell’assolo ODISÉA “lettura selvatica” di Tonino Guerra, in romagnolo. Pubblica in varie riviste, fa attività radiofonica ed è protagonista del film La destinazione di Piero Sanna (2000).

Ida Marinelli. Nel 1973 fonda il Teatro dell’Elfo al fianco di un gruppo di attori con cui continua il suo percorso artistico. Protagonista di molti successi della compagnia, diretta da Bruni e De Capitani è Petra Von Kant nel testo di Fassbinder. Si afferma come interprete di personaggi contemporanei: da Resti umani non identificati di Fraser a Madame de Sade di Mishima, agli “sdoppiamenti” di Quartetto di Müller e di Decadenze di Berkoff. Interpreta grandi ruoli classici – da Gertrude nell’Amleto a Ljuba nel Giardino dei ciliegi – e propone una personale rivisitazione di Cassandra di Christa Wolf, diretta da Frongia. Vince due Ubu come attrice non protagonista per Angels in America-Perestroika e The history boys.

Ermanna Montanari. Come attrice, autrice e scenografa contribuisce all’originale percorso del Teatro delle Albe, fra ricerca e tradizione. Dal 1991 affianca Marco Martinelli nella direzione artistica di Ravenna Teatro. Vince vari premi, fra cui tre Ubu quale “miglior attrice” protagonista, il Premio Lo straniero (2006), come “migliore continuatrice di una ricerca di cui Carmelo Bene è stato iniziatore e maestro”; e il Premio Eleonora Duse (2013). Oggetto di vari studi, è autrice di scritti sulle Albe e sul suo lavoro. È del 2013 il cd Ouverture Alcina, performance vocale con musica di Ceccarelli, e del 2014 Rosvita, che raccoglie saggi, i testi dello spettacolo, un dvd con film e live sonoro della lettura concerto (Luca Sossella ed.).

Angela Pezzi. Cofondatrice del TeatroDueMondi nel 1979, ha compiuto un percorso di autopedagogia arricchito da seminari con diversi maestri, da Cieslak e Flaszen a Carreri e Oida. Interprete di quasi tutte le produzioni del gruppo, ha portato sulle scene e nelle strade di oltre 30 nazioni un teatro che unisce la magia dell’artigianato alla concretezza della contemporaneità riletta attraverso Marquez e Brecht, Orwell e Jarry, le favole per l’infanzia e i canzonieri popolari, fino all’attività spettacolare e pedagogica oggi rivolta prevalentemente a “non attori”: rifugiati, migranti, operaie a rischio di disoccupazione, minori. Si occupa anche della realizzazione di scenografie, costumi, maschere.

Elena Russo Arman. Inizia con Luca Ronconi ottenendo il Premio Eleonora Duse come attrice emergente nel 1999. Nel 1994 De Capitani la sceglie per la Ragazzina in Roberto Zucco di Koltès, inizia allora il rapporto con la compagnia di cui diventa socia nel 2003. Si distingue in personaggi di Shakespeare (Ermia nel Sogno di una notte di mezza estate, Ofelia in Amleto, Ermione in Racconto d’inverno) e di Williams con diversi registi: Rota, Loris, Bruni, De Capitani, Isgrò. Collabora con la chitarrista Alessandra Novaga nel melologo Platero y yo di Castelnuovo-Tedesco e Juan Ramón Jiménez; in Dove sei, o musa dai Sonetti di Shakespeare, musica di Dowland; in La mia vita era un fucile carico (being Emily Dickinson), di cui è autrice, interprete e regista.