giovedì 8 marzo
2007, ore 21
Aula Magna di S. Lucia
via Castiglione 36
ingresso gratuito
Mohammad Abdo
Sama’i Hijaz
Reyad Alsunbati
Longa Farahfaza
Mohammad Alkasabji
Zikrayat (Ricordi)
Mohammad Abdulwahab
Zeina
Fein tariak fein (Dov’è la tua strada?)
Hassan Skaf
Sama’i Biat
Mustafa Kredy (Nahawand)
Ya fajer lammatetul (Allo spuntar dell’alba)
Jamil Bek
Longa Nahawand
Ateya Sharara
Amal (Speranza)
Fareed Al-Atrash
Lakteb ala auraak al shajar (Scriverò sulle foglie degli alberi)
Toota
Kamal Skeiker
Tahmil Nahawand
Om Kalthoum
Jaddat hubbek leh (Hai rinnovato il tuo amore, perché?)
introduzione a cura di Hamsa Al-Homsi
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in collaborazione con Musica Insieme di Bologna
e Associazione di amicizia Italia-Siria
con il patrocinio dell’Ambasciata della
Repubblica Araba Siriana - Roma
Il cammelliere nel deserto
Syrian Women Oriental Orchestra
Wafa Safar, nai
Wa'ad Bouhassoun, oud
Hamsa Al-Homsi, oud
Maya Yousef, qanun
Khissab Khaled, corno
Rozan Kassar, violino
Raghed Haddad, viola
Sylvie Suleiman, soprano
La Syrian Women Oriental Orchestra
è stata creata nel 2003 da Nabil Allao, direttore generale della
Casa della Cultura e delle Arti “Al Assad” di Damasco, ben
presto ampliandosi ad otto membri scelti tra le migliori studentesse e
diplomate dell’Accademia Musicale di Damasco.
A partire dalla sua fondazione, l’Orchestra esegue programmi che
spaziano dalla musica classica al repertorio orientale tradizionale,
esibendosi in molte città del mondo, da Amsterdam a Damasco, da
Atene a Pechino. Le forme strumentali tradizionali che
l’Orchestra presenterà in concerto sono di origine non
solo araba, ma anche turca e persiana: il beshrev (in persiano: “avanti”), posto ad introduzione di ogni lirica (o wasla) per preparare il cantante o il coro alla tonalità da eseguire; il sama’i, dal nome della percussione con cui viene data la tonalità; o la longa, veloce ed agile musica da ballo della regione balcanica.
Gli antichi strumenti arabi, che nella Syrian Women Oriental Orchestra
affiancano quelli della tradizione europea ‘classica’, sono
il nay (flauto di canna), l’oud (liuto) e il qanun (strumento a corde simile ad una piccola arpa, che si suona tenendolo appoggiato sulle ginocchia).
Il programma presenta un’importante ed articolata antologia di
brani del repertorio mediorientale, un repertorio che,
nell’articolata diversità delle culture e degli esiti,
presenta molte analogie con quello occidentale. Ha sviluppato da un
lato una sua “classicità”, così come,
dall’altro ha mantenuto inalterata una sua tradizione popolare,
alla quale hanno attinto anche i compositori “colti”.
Inoltre, in tutte quelle culture, che hanno caratterizzato la vasta
esperienza sonora del Mare Nostrum, strettissima è la relazione
tra danza, musica e poesia, come dimostrano le celebri liriche del
patrimonio tradizionale mediorientale, quali Zikrayat (Ricordi), Amal (Speranza) o Fein tariak fein? (Dov’è la tua strada?), che danno il titolo ad alcuni dei brani in programma.
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