Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Dipartimento di Musica e Spettacolo - La Soffitta 2006

LA SOFFITTA - Centro di promozione teatrale


LA SOFFITTA 2006
MUSICA
17 gennaio - 27 maggio

17 gennaio - 27 maggio

CONCERTI

martedì 17 gennaio
Aula absidale
(via de’ Chiari 25a)
ore 21

ingresso gratuito

AUREO FULGORE, ARGENTEI RIFLESSI



DENYS MASLIUK pianoforte
vincitore del Premio pianistico internazionale “Marco Fortini” Bologna 2005

 

Franz Liszt (1811 - 1886)

Sonata in Si minore

 

Fryderyk Chopin (1810 - 1849)

Fantasia in Fa minore op. 49
Scherzo in Do diesis minore n. 3 op. 39
Polacca in La bemolle maggiore op. 53

 

Sergej Rachmaninov (1873 - 1943)

Preludio in Sol diesis minore op. 32 n. 12
Preludio in Re maggiore op. 23 n. 4
Preludio in Si bemolle maggiore op. 23 n. 2


DENYS MASLIUK è nato nel 1978 in Ucraina, e ha cominciato a studiare pianoforte in tenera età. Ha proseguito gli studi all’Accademia di musica di Minsk e poi, per tre anni, alla Hochschule für Musik “Hanns Eisler” di Berlino, sotto la guida di Galina Hillenhagen-Ivantsova. Risiede e insegna pianoforte a Capodistria, in Slovenia. Si è distinto in numerosi concorsi pianistici internazionali, in Bielorussia, Lituania, Ucraina. Nel 2005 ha vinto il primo premio al Concorso pianistico internazionale “San Nicola” di Bari e il Premio pianistico internazionale “Marco Fortini”, organizzato dall’A.Gi.Mus., sezione di Bologna.


Il programma accosta due autori eccelsi dell’età aurea del romanticismo musicale, Fryderyk Chopin e Franz Liszt, ad un rappresentante del tardo romanticismo russo – l’età argentea la chiamano in Russia, mutuando una distinzione in uso tra i latinisti –, ossia Sergej Rachmaninov. Il manoscritto della Sonata di Liszt reca la data di ultimazione, 2 febbraio 1853; la Sonata fu pubblicata l’anno successivo, con una dedica a Robert Schumann. Se Schumann non poté mai pronunciarsi su di essa – era già stato internato nella casa di cura mentale di Endenich, dove concluse i suoi giorni –, lo fecero le due persone a lui più vicine dal punto di vista umano e artistico, la moglie Clara, che la trovò «orribile», e Brahms, la cui reazione fu ancora più oltraggiosa: si addormentò ascoltando un’esecuzione privata, con Liszt stesso al pianoforte. La struttura formale della Sonata è singolare, e contiene in sé il paradosso romantico della coincidenza degli opposti: è in un unico tempo, e nel contempo in quattro. I quattro movimenti canonici di una Sonata (Allegro, Adagio, Scherzo, Allegro) non sono espressamente indicati, ma pure si possono distinguere quattro sezioni che li ricordano molto da vicino, così come è possibile intravvedere l’esposizione, lo sviluppo e la ripresa, cioè le tre sezioni della forma sonata. Altro aspetto decisivo e caratterizzante è la trasformazione continua dei medesimi temi, che assumono caratteri musicali opposti: Charles Rosen parla di «miscela di zolfo e incenso», “odore” che peraltro par di annusare in molte composizioni lisztiane. I temi vengono trasformati non tanto in relazione alle esigenze della forma, ma in quanto personaggi d’una immaginaria sceneggiatura drammatica che esalta contrasti stilistici eclatanti e teatrali.
     La Fantasia op. 49 (1841), lo Scherzo n. 3 op. 39 (1838-39) e la Polacca op. 53 (1842) mostrano come il virtuosismo di Chopin non è inferiore a quello di Liszt, seppur molto diverso, quanto alle difficoltà meccaniche, e soprattutto quanto alla poetica che ne costituisce la premessa. Non meno radicale è in Chopin il ripensamento dei generi tradizionali: la Fantasia in Fa minore poco ha del carattere rapsodico e improvvisativo che il titolo richiamerebbe, ma presenta anzi un’architettura fra le più complesse e originali che siano uscite dalla penna di Chopin. Se la Fantasia poco ha di “fantasioso”, lo Scherzo in Do diesis minore non ha proprio nulla di “scherzoso” (e poco ha a che fare con lo Scherzo inteso come movimento di una sonata), ma è anzi una delle composizioni più febbrili di Chopin, scossa da una forza annichilente: è l’altra faccia – la più ostica per i contemporanei – del compositore salottiero e sognante. Il sottotitolo apocrifo di Eroica, conferito alla Polacca in La bemolle maggiore, certo non è inappropriato, anche se il piglio “eroico” accomuna un po’ tutte le polacche di Chopin. Il trio centrale è caratterizzato dall’arditezza del percorso armonico e da un enorme crescendo di sonorità: da sempre è una pagina favorita dei virtuosi.
     Con Liszt e Chopin, Rachmaninov fu uno dei massimi interpreti nella storia del pianoforte, con la differenza che per i primi due ci dobbiamo accontentare delle testimonianze verbali dei contemporanei, mentre per il pianista e compositore russo disponiamo di numerose incisioni discografiche, che ne testimoniano il carattere fantastico e visionario; carattere che troviamo anche nelle sue musiche. Le due raccolte di Preludi op. 23 (1903) e op. 32 (1910) richiamano i celebri Preludi op. 28 di Chopin. Rachmaninov compose l’op. 23 nelle stesse settimane delle Variazioni su un tema di Chopin, su un tema tratto dal preludio in Do minore incluso proprio nella raccolta succitata.

Francesco Lombardo
studente DAMS

coordinamento e redazione di
Saverio Lamacchia

 


Dipartimento di Musica e Spettacolo
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