Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Cembalo e cimbali

11 febbraio 1998, ore 21 - SALA BOSSI

Cembalo e cimbali
Maria Pia Jacoboni: clavicembalo

Partecipa il percussionista Roger Catino
Presentazione di Antonia Sorce e Andrea Giliberto

ingresso gratuito per gli studenti

Fra Sei e Settecento, il genere della musica descrittiva riscuote un grande successo presso i clavicembalisti francesi. Tutti i brani raggruppati nelle suites di François Couperin "Le Grand" (ordres, secondo la sua denominazione) recano un titolo, riferito ora a personaggi in carne e ossa, ora a stati d’animo, ora a fenomeni naturali. Le moucheron (il moscerino) è in 12/8, presenta una scrittura molto omogenea, da eseguirsi mimeticamente "légèrement". La musica descrittiva talvolta assume uno scopo didattico: è il caso della raccolta Mikrokosmos di Béla Bartók, che avvia progressivamente all’esecuzione pianistica della musica moderna, introducendo la politonalità, le successioni per quarte, la dissonanza senza risoluzione. Nel Diario di una mosca, la mano destra e la sinistra suonano in posizione molto ravvicinata, una sui tasti neri, l’altra sui bianchi, e producono così un effetto politonale, quasi di cluster. Nella Cornamusa è evidente la poliritmia fra il pedale Sol-Re in 3/8, che mima il bordone della cornamusa, e la melodia in 2/4, caratterizzata dall’alternanza del modo maggiore e del modo minore. Anche tre secoli prima è una quinta vuota l’elemento che contrassegna la cornamusa su un altro strumento: in The bagpipe and the drone William Byrd la fa risuonare con insistenza pari a quella di Bartók. L’intento mimetico d’immediata comprensione non muta nel brano successivo: in The flute and the drum l’autore ricrea col virginale la musica per piffero (mano destra) e tamburino militare (mano sinistra).

I termini ciaccona e passacaglia indicavano originariamente delle danze ispaniche. Persa l’accezione coreica, nel XVII e nel XVIII secolo sono impiegati per designare forme strumentali tra loro affini: entrambe si basano, infatti, sul principio costruttivo della variazione su un basso ostinato o su uno schema armonico fisso. Nella Passacaglia di Händel, si percepisce il contrasto tra un elemento immutabile, regolarmente reiterato, ed un altro continuamente mutevole: da un lato la progressione armonica, che si ripete ogni quattro battute, dall’altro la variazione ornamentale. Nella ciaccona Hungarian Rock di György Ligeti, il basso ostinato si può spezzare in due linee melodiche: quella inferiore è costruita su una scala pentatonica, quella superiore richiama le atmosfere modali della musica popolare ungherese. Alla perfetta regolarità di questo modulo si contrappone l’irregolarità interna della scansione ritmica: essa è dovuta a una sincope, reiterata in ogni battuta per tutta la durata del brano. Non è fuori luogo parlare di variazione, sostanzialmente ritmica, anche riguardo la prima delle due danze messicane di Gordon Stout: l’unità di misura iniziale in 6/8 è continuamente cangiante, ma l’ultima sezione, Maestoso festivo, vede l’affermarsi di un 10/16, che resta immutato fino alla fine.

Il programma si conclude con delle variazioni di nome e di fatto. Lajos Papp realizza un insolito esperimento d’impasto timbrico tra il cembalo - strumento del Settecento europeo - e il vibrafono e lo xilofono, percussioni d’origine extraoccidentale assimilate dalla nostra musica colta solo nel Novecento. Nelle variazioni mozartiane, la scarnificata nenia infantile è rimpolpata per mezzo di scale arpeggi trilli, scintille di virtuosismo tastieristico che perpetuano il carattere giocoso del tema (unica parentesi seria, memorabile, è quella dell’ottava variazione, in Do minore, che accenna allo stile imitativo bachiano).

Antonia Sorce, Andrea Giliberto (studenti DAMS)

Musica descrittiva

F. Couperin (1668-1733)
Le moucheron dal Sixiême Ordre
B. Bartók (1881-1945)
Dal diario di una mosca da Mikrokosmos, libro VI
Cornamusa da Mikrokosmos, libro V
W. Byrd (1543-1623)
The bagpipe and the drone da The battle
The flute and the drum da The battle

La Danza

G. Stout (1952)
Dance n. 1 da Two Mexican dances for marimba (1977)
Roger Catino
marimba
G. Ligeti (1923)
Hungarian Rock (Chaconne) (1978)
G. F. Händel (1685-1759)
Passacaglia dalla Suite n. 7 in Sol minore

La Variazione

L. Papp (1935)
Variazioni per clavicembalo e percussioni (1971)
W. A. Mozart (1756-1791)
Dodici variazioni sul tema "Ah vous dirai-je, maman

 

Maria Pia Jacoboni svolge un’intensa attività concertistica in Italia e all’estero, come solista e in gruppi strumentali di diversa formazione. Ha effettuato registrazioni discografiche in Francia e presso le Radio Russa, Lituana e Svizzera. Nel 1997 è uscito per Bongiovanni il disco "Arie di Farinelli", le cui musiche sono state da lei trascritte e revisionate. Ha curato numerose edizioni di opere per due clavicembali e per clavicembalo a quattro mani e pubblicato saggi e metodi di educazione musicale. È tra i fondatori dell’Associazione Clavicembalistica Bolognese, organismo che, sin dalla sua nascita nel 1973, costituisce un punto di riferimento per la diffusione della musica antica in Italia: organizza infatti concerti, concorsi, conversazioni, incontri, seminari. Maria Pia Jacoboni è stata più volte membro di giuria in concorsi nazionali di clavicembalo. È titolare della cattedra di clavicembalo presso il Conservatorio di Parma; tiene regolarmente masterclasses presso Accademie e Conservatorii stranieri.

Roger Catino si è diplomato con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Parma, sotto la guida del Prof. Stefano Cantarelli. Dal 1994 ha collaborato con le seguenti orchestre ed enti lirici: Teatro Regio di Parma, Orchestra "Toscanini", Orchestra Sinfonica di Sanremo, Orchestra Nazionale della RAI, Orchestra della Radio Svizzera Italiana. Si è esibito anche come solista, e fa parte del Trio percussionistico "Etnos".


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