Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Prove di Drammaturgia

Prove di Drammaturgia


La Corte Ospitale: dieci anni, un progetto

di Franco Brambilla

 

L'Ospitale di Rubiera, edificio dei primi del Cinquecento, dotato di un bel chiostro e di una cappella che conserva le tracce di un importante ciclo di affreschi del Garofalo, è nato come luogo di accoglienza dei pellegrini, e si è poi trasformato in punto di sosta per viandanti e, da ultimo, in azienda agricola. Fra qualche mese, ultimati i lavori di restauro che avete appena visitato, l’Ospitale verrà nuovamente inaugurato e sarà ancora una volta un ‘luogo di accoglienza’ e ‘un punto di sosta’, ma per artisti e persone che cercano (modi di espressione, rapporti feconde, esperienze), per i giovani come per i Maestri.

Sin dalla nascita, La Corte Ospitale ha visto nell'antico Ospitale una sorta di modello ideale cui riferire progetti e modalità di lavoro. Ora, a restauro quasi ultimato, la sedimentazione delle molte esperienze e attività realizzate dà ragione a quella intuizione iniziale, che ci ha portati ad essere "ospitali" e a progettare assieme alle attività d’incontro e relazione il loro contesto. Nel quadro europeo, la nostra esperienza è sicuramente più vicina ai modelli francesi che non a quelli italiani; siamo infatti un centro che si pone come obiettivo la ricerca dei linguaggi dell'arte e che contemporaneamente agisce sul territorio attraverso la promozione e la produzione. Un centro che non è semplicemente un teatro, ma che sviluppa percorsi didattici e formativi, di sperimentazione e di ricerca. Le potenzialità dell'edificio ci consentiranno di svolgere un’importante funzione di raccordo fra progetti italiani ed europei, supportandoli con una struttura logistica capace di ospitare in foresteria più di settanta persone, di offrire laboratori attrezzati, biblioteca multimediale, sale prove, sostegno produttivo, spazi espositivi, zona ristoro.

La Corte Ospitale si costituisce come luogo di lavoro, di scambio, di progettazione.

In questi anni ci siamo caratterizzati come ambito di studio e di incontro con i maestri della cultura contemporanea, come laboratorio permanente dove si possono sviluppare percorsi progettuali non solo rivolti al teatro, ma aperti al dialogo fra i linguaggi espressivi, e al rapporto con le nuove tecnologie.

Fin dall'inizio, l’impianto metodologico della Corte Ospitale che si è idealmente riferito alle cinquecentesche "accademia delle arti" e alla scuola del Bauhaus. Secondo il nostro assunti di lavoro si impara facendo, e il confronto con i maestri rappresenta lo stimolo fondamentale dell’apprendimento.

Quanto detto è testimoniato dalla presenza e dai risultati dei molti artisti, che in questi anni hanno contribuito ad accrescere il bagaglio di esperienza di cui disponiamo: Josef Svoboda, i gemelli Ianikj, Jaques Lecoq, Marce-lì Antunez Roca, Riccardo Caporossi, Wim Mertens, Edoardo Sanguineti, Alfredo Giuliani, Nanni Balestrini tanto per citarne alcuni. Con ognuno di loro abbiamo realizzato un progetto che ha lasciato materiali e tracce documentarie, annualmente raccolte in pubblicazione, e che, al di là del prodotto finito, ha contribuito a sviluppare i percorsi creativi dei partecipanti, facendo emergere in tal senso una finalità e una convinzione: ricerca e didattica possono e devono coesistere.

Ma se la via della didattica e della formazione è una delle anime del centro teatrale, l'altra è quella che porta alla produzione di spettacoli ed eventi.

A Gennaio 2000 inaugureremo l'Ospitale di Rubiera, atto che rappresenta per noi qualcosa di speciale: il duemila è un passaggio simbolico, si compiono dieci anni di attività del nostro Centro e, grazie alle potenzialità dell’edificio, si avvia di una nuova grande esperienza.

Coerenti con la nostra impostazione abbiamo immaginato una festa inaugurale che durerà tre mesi, comprendendo convegni, iniziative per il mondo della scuola, spettacoli, visite guidate, laboratori, lezioni e un'installazione che si snoderà per tutti gli spazi e che ha il compito di "mettere in scena" l'edificio e la sua storia.

Le attività previste intendono restituire il senso della progettualità della nascente Associazione, e costituire una sorta di manifesto sulle sue future modalità di lavoro e idealità.

Si svolgerà un convegno sulle tematiche della contaminazione e del rispecchiamento, che affronterà la trasversalità dei saperi tra arte e scienza, filosofia e letteratura, in una sorta di fondazione (e riconoscimento) d’ambito teorico ed estetico.

Un secondo convegno, probabilmente nel giugno 2000, nell'ambito del festival Teatrodifrontiera riguarderà invece tutti noi, sarà infatti la conclusione di questo (Per un teatro popolare di ricerca) che si sta qui svolgendo, e che proseguirà nei prossimi mesi in numerosi altri teatri e centri italiani (Rovigo, Parma, Cagliari, Ponteranica…). Il futuro appuntamento offrirà l'occasione per un rilancio delle tematiche e dei materiali sviluppati, e, probabilmente, si risolverà in una sorta di interrogazione del teatro da parte delle altre arti, e ciò all'insegna di una tradizione interdisciplinare che sa coniugare ricerca e comunicazione.

L’associazione che avrà il compito di far vivere e pulsare l'Ospitale di Rubiera, sarà costituita da quattro istituzioni: La Corte Ospitale, centro teatrale, Linea di confine per la Fotografia Contemporanea, il Consorzio del parco del fiume Secchia e l'assessorato alla cultura del Comune di Rubiera. I singoli centri avranno totale autonomia progettuale ma contemporaneamente avranno il compito di lanciare delle attività somma di una idealità comune.

In questa nuova cornice si colloca dunque lo sviluppo del centro teatrale che come di consueto lavorerà sulla trasversalità, sulla contaminazione dei linguaggi, secondo la sperimentata modalità di progetti tematici pluriennali, ciò che ci ha consentito di affrontare molti ambiti della cultura contemporanea, a volte anche assai complessi ma con una disponibilità ad allargare lo sguardo, su arte, letteratura, poesia, musica, danza e arti visuali.

In questo senso si muovono i nuovi programmi: anzitutto la tanto attesa mostra di Josef Svoboda che dopo quasi due anni di preparazione è giunta alla sua definizione e che si inaugurerà nel corso dell'anno 2000, in occasione dell'ottantesimo compleanno del maestro cecoslovacco. I Segreti dello spazio scenico, il titolo dell'esposizione, sarà una sintesi riassuntiva di una esperienza artistica di quasi mezzo secolo, mentre per noi rappresenta un progetto esemplare che testimonia quanto dicevo in precedenza: un confronto continuo e protratto nel tempo con un grande maestro, nato dalla collaborazione che da oltre otto anni si è instaurata e che ha visto numerose tappe di un percorso di ricerca, costellato da seminari realizzati, da spettacoli prodotti, Le vite a Scadenza e con la regia del sottoscritto, e ancora dalla produzione di un video in collaborazione con RAI SAT, di un CD ROM, e dalla pubblicazione del volume I segreti dello spazio teatrale edito con Ubulibri a cura di Franco Quadri.

Continua poi l'attenzione per architetture e luoghi non tradizionalmente teatrali che ci consente di sperimentare un rapporto diverso con le forme dello spettacolo attivando così un pubblico non abitualmente legato al teatro, un teatro popolare di ricerca nel vero senso della parola. Dopo SS9 Ulysses on the road spettacolo itinerante lungo la via Emilia, che l'estate scorsa ha movimentato le accaldate serate estive, e che riprenderemo nel prossimo mese di Luglio, per il 2000 è in preparazione un progetto che animato da analoghe motivazioni, ci consentirà di proseguire nella ricerca di ulteriori formule sceniche. Il lavoro tratto da Berlin Alexanderplatz di Alfred Döblin, avrà probabilmente una scansione biennale, con una serie di studi che ci consentiranno di giungere ad una forma compiuta non prima dell'estate del 2001.

Il festival teatrodifrontiera, infine, giunto alla sua sesta edizione quest'anno, ripartirà proprio dall'edificio inaugurato, consentendoci uno sviluppo metodologico grazie anche alle condizioni logistiche che si potranno realizzare nella nuova sede. A questo proposito tengo a sottolineare la nostra volontà di aprire uno spazio di ospitalità dedicato alla ricerca sotto forma di rassegna o di cartellone dove poter ospitare i nuovi gruppi.


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