Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna LA MAPPA DEGLI SPETTACOLI

 

LA MAPPA DEGLI SPETTACOLI

Teatrografia integrata

(con un contributo inedito di Cristina Valenti)

Nel 1977 Marco Martinelli e Ermanna Montanari, insieme a Maria Martinelli, Danilo Conti, Andrea Monticelli, Alessandro Cannellini, Giovanni Sacchetti, fondano a Raverma il Teatro dell'Arte Maranathà. Il grupr lavora insieme fino al 1981: lì avviene la fusione con altre realtà ravennati, tra cui il Teatro del Cuscino, in cui lavorano Luigi Da ma e Marcella Nonni, e nasce Linea Maginot. Linea Maginot opera dall'81 all'83: in quell'anno, Martinelli, Montanari, Dadina e Nonni escono dal gruppo e fondano Albe di Verhaeren. Il gruppo mantiene questa denominazione fino all'88, quando le Albe, acquisendo all'interno gli attori senegalesi, diventano afroromagnole: da allora sono il Teatro delle Albe. Nel 1991 il Teatro delle Albe si unisce alla Compagnia Drammatico Vegetale e nasce Ravenna Teatro, centro di "coltura teatrale" nella città di Ravenna. Nel 1997, portato avanti da Ravenna Teatro e dal Cospe (Organismo nonNgovernativo), nasce nella periferia di Dakar, capitale del Senegal, il centro teatrale Guediawaye Théátre, diretto da Mandiaye N'Diaye

Aspettando Codot, di Sarnuel Beckett. In scena: Alessandro Cannellini, Danilo Conti, Marco Martinelli, Maria Martinelli, Andrea Monticelli. Scena e costumi: Ermanna Montanari. Luci: Giovanni Sacchetti. Produzione: Teatro dell'Arte Maranathà. Regia: Marco Martinelli. Ravenna, Mini-Cine San Rocco, 10 settembre 1977.

Il compleanno, di Harold Pinter. In scena: Alessandro Cannellini, Danilo Conti, Marco Martinelli, Maria Martinelli, Ermanna Montanari. Scena e costumi: Ermanna Montanari. Luci: Giovanni Sacchetti. Produzione: Teatro dell'Arte Maranathà. Regia: Marco Martinelli. Ravenna, Mini-Cine San Rocco, 16 settembre 1977.

Favola di niente, testi di Kafka, Brecht, Dickinson, Francesco d'Assisi. In scena: Marco Martinelli, Ermanna Montanari. Produzione Teatro dell'Arte Maranathà. Regia: Marco Martinelli. Ravenna, Mini-Cine San Rocco, 24 settembre 1977.

Finale di partita, di Sarmiel Beckett. In scena: Danilo Conti, Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Andrea Monticelli. Scena e costumi: Ermanna Montanari. Luci: Giovanni Sacchetti. Produzione: Teatro dell'Arte Maranathà. Regia: Marco Martinelli. Raverma, Mini-Cine San Rocco, 27 febbraio 1978.

Venerdì Santo, azione in strada per tre attori e un violista, di Marco Martinelli. Con: Luciano Bertoni, Danilo Conti, Marco Martinelli, Andrea Monticelli. Produzione: Teatro dell'Arte Maranathà. Regia: Marco Martinelli. Ravenna, Piazza del Popolo, Pasqua 1978.

L'inventore del cavallo, di Achille Campanile. In scena: Alessandro Cannellini, Danilo Conti, Marco Martinelli, Maria Martinelli, Ermanna Montanari, Andrea Monticelfi, Giovanni Sacchetti. Produzione: Teatro dell'Arte Maranathà. Scena, costumi e regia: Maria Martinelli. Raverma, Mini-Cine San Rocco, 25 novembre 1978.

Saluto al sole, azione in strada di Maria Martinelli. Con: Alessandro Cannellini, Danilo Conti, Marco Martinelli, Maria Martinelli, Ermanna Montanari, Andrea Monticelli, Gianfranco Tondini. Produzione: Teatro dell'Arte Maranathà. Regia: Maria Martinelli. Ravenna, percorso urbano, 15 febbraio 1979.

Woyzeck, di Georg Búchner. In scena: Roberto Bettoli, Alessandro Cannellini, Danilo Conti, Marco Martinelli, Maria Martinelli, Ermanna Montanari, Andrea Monticelli, Giovanni Sacchetti. Maschere: Gianni Plazzi. Musicanti: Dante Bernardi, Luciano Bertoni, Agide Brunelli. Produzione: Teatro dell'Arte Maranathà. Scenografia, costumi e regia: Marco Martinelli. Ravenna, Teatro di San Zaccaria, 27 novembre 1979.

Attesa e lavoro: cadute verticali, azione in strada per sette attori, di Marco Martinelli. Con: Alessandro Cannellini, Danilo Conti, Marco Martinelli, Maria Martinelli, Ermanna Montanari, Andrea Monticelli, Giovanni Sacchetti. Produzione: Teatro dell'arte Maranathà. Regia: Marco Martinelli. Ravenna, percorso urbano, reticolato bancario, 25 maggio 1980.

Il sogno di Nosferatu, di Marco Martinelli. In scena: Massimo Godoli, Andrea Monticelli, Mauro Monticelli. Pupazzi: Mauro Monticelli, William Monticelli. Scenografie: Gianni Plazzi. Costumi: Ivonne Ferrari. Organizzazione: Monica Bartolini. Produzione: Teatro del Drago. Regia: Marco Martinelli. Cervia, Magazzeno del Sale, 18 luglio 1984.

Autobus, transito con catene, azione in strada per sei attori e un sassofonista, di Marco Martinelli. Con: Alessandro Cannellini, Marino Cavallo, Danilo Conti, Antonio De Rosa, Monica Francia, Maria Martinelli, Ermanna Montanari. Produzione: Linea Maginot, Festival di Santarcangelo-Casa Buchner. Regia: Marco Martinelli. Rimini, strade della periferia e del centro storico, 12 settembre 1982.

Partita a calcio per ventitjuattro attori e un arbitro irlandese, azione per la Piazza della Libertà di Rimini. Produzione: Linea Maginot, Festival di Santarcangelo-Casa Buchner. Ideazione: Marco Martinelli. Rimini, Piazza della Libertà, 16 settembre 1982.

Mondi paralleli, di Marco Martinelli. In scena: Marino Cavallo, Luigi Dadina, Ermanna Montanari, Marcella Nonni. Scenografia: Cesare Reggiani. Musiche: Roberto Barbanti. Maschere: Gianni Plazzi. Scenotecnica, luci e suono: Roberto Ravaioli. Produzione: Albe di Verhaeren-Cantiere Dick. Regia: Marco Martinelli. Bagnacavallo, Teatro Goldoni, 24 novembre 1983.

Effetti Ruslomore, di Marco Martinelli. In scena: Luigi Dadina, Marco Martinelli. Scenografia: Gianni Plazzi. Scenotecnica: Cesare rgi. Luci, suono: Valerio Ravaioli. Voci "effetti rushmore": Ermanna Montanari, Rossella Floro Flores, Luigi Tartaull. Produzione: Albe di Verhaeren-Cantiere Dick. Regia: Luigi Dadina, Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Marcella Nonni. Suzzara, Sala Polivalente, 30 marzo 1984.

Rurnore di acque, di Marco Martinelli. In scena: Luigi Dadina, Ermanna Montanari, Marcella Nonni, Renato Valmori. Scenografia: Gianni Plazzi. Consulenza musicale: Gianfranco Andraghetti, Roberto Barbanti, Fausto Piazza. Scenotecnica: Giancarlo Cottignoli. Collaborazione scenotecnica: Cesare Giorgi. Luci: Valerio'Ravaioli. Suono: Gianfranco Andraghetti. Organizzazione: Patrizia Cardini. Produzione: Albe di Verhaeren-Cantiere Dick. Regia: Marco Martinelli. Bagnacavallo, Teatro Coldoni, 2 maggio 1985.

A me sembra che la cosa Ciù interessante sia quella di ritrovare i contatti e le diversità fra i testi di Martinelli e quelli di Dick I temi di Dick ci sono senz altro. Quali? Bè, quello della realtà che cambia, mutevole, che si mescola e risulta indistinguibile dalla finzione, questo è un grande tema dì Dick che Martinelli riprende, direi, in tutti e tre i testi (Mondi paralleli, Effetti Rustimore, Rumore di acque), e sembra sentirlo molto., Poi c'è un.altro, tema, quello del doppio, l'androide, voglio dire, la copia dell'uomo, l'alieno che sembra noi e invece non lo è, quindi una minaccia, e cosi via. Questo e un tema che Martinelli, mi sembra, sente meno, o comunque lo sente in modo diverso da _Dick e della fantascienza americana in nere, anche se lo ha utilizzato in almeno due lavori (Effetti Rushmore e Rumore di acque). Sì, perché bisogna dire che sello frea le Albe e Dick è un incontro, certo, ma non un'identificazione completa. Semplificando molto, direi, che il senso de la tra%dia e costantemente presente in Dick, insieme a un discorso abbastanza preciso sulla società, i media, il potere. Nel teatro delle A e e negli scritti di Martinelli il tono revalente è un altro, il filo è quello di una memoria, molto tortuosa, molto avvolgente, una specie di nostalgia per un mondo le non c'è mai stato, che è stato coltivato con molto amore nella propria testa e che urta costantemente col mondo "di fuori", o col mondo degli altri. ( ... ).Che cosa ha trovato Marco Martinelli, che cosa hanno trovato le Albe di Verhaeren nei romanzi di Dick? lo credo che abbiano trovato delle stupende metafore per i temi che li appassionano, quelli della vita e della verità, le hanno accostate alle loro, le hanno fatte interagire e furizionare insieme. Il risultato è quello che avete sotto gli occhi. E' una guida al desiderio, una mappa, come dice Nicole, dei "nomi della notte". Ma basta trovarli, i nomi, perchè la notte non sia più spaventosa, diventi un luogo dove abitare è facìle e gradevole. Mescolando, come fanno Marco e le Albe, ironia e nostalgia. Sberleffo e delicatezza. Antonio Caronia,1 nomi della notte, in Marco Martinelli Cabrìeli, Rumore di acque, Ravenna, Edizioni Essegi, 1986, pp. 12-14.

Confine, di Marco Belpoliti. Dedicato a Nanni Valentini. In scena: Ermanna Montanari. Ideazione: Marco Martinelli, Ermanna Montanari. Invenzioni visive e costumi: Cosetta Cardini. Realizzazione costumi: Maria Grazia Dondarini. Luci: Lino Gerosa. Collaborazioni: Sarah Quaito, Luisa Pretolani, Riccardo Poletti. Organizzazione: Patrizia Cardini. Produzione: Albe di Verhaeren. Regia: Marco Martinelli. Bagnacavallo, Teatro Coldoni, 5 febbraio 1986.

Noi ci sentiamo come gli alberi di città: crescono in un fazzoletto di terra imprigionata nel cemento, e gridano muti.
Ci sentiamo come queì merli di città, teppisti, che col becco vanno a rompere i coperchi delle bottiglie ffi latte, lasciate davanti al portone del lattaio della mattina.
Noi ci sentiamo come ci ha definito un nostro amico (sapiente e burlone): assolutamente "pre"-modeme.
Animali in gabbia.
Sappiamo, con Bateson, Giordano Bruno, Lucrezio (tra le stelle più luminose della nostra costellazione) che il divino dimora nel fiore come nel motore dì una motocicletta, e che il grande peccato è separare la mente dal corpo.
"Rumore di acque" è un apologo sulle città grige.
"Confirte" è la fame di felicità che ci spinge ad alzarsi ogni mattina, e desiderare, e ricorrimeiare.
Sono opere profondamente, fortemente polittttt:ttiche!
Albe di Verliaeren.

Rha-arna, città delle due lune aprile '86 - Albe di Verhaeren

1 brandelli della Cina clie abbiamo in testa, di Marco Martinelli. In scena: L * i Dadina Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Giuseppe Tolo. In proscenio, testimone: Marika Giorgi. In platea: Irriducibile, ce br-azion di Roberto Barbanti. Scena e costumi: Cosetta Cardini, Ermanna Montanari. Organizzazione: Cristina Ventrucci. Produzione: Albe di Verhaeren. Regia: Marco Martinelli. Bagnacavallo, Teatro Goldoni, 29 aprile 1987.

Vitae Aqua, celebr-azione per sette attanti più uno, di Roberto Barbanti. Con: Roberto Barbanti, Letizia Bol esi, Luigi Dadina, Marco Martinelli, Maria Martinelli, Ermanna Montanari, Marcella Nonni, Giuseppe Tolo. Musiche: Roberto Barganti. Produzione: Albe di Verhaeren. Bagnacavallo, Piazza Nuova, 22 maggio 1987.

Imballaggio 1987, azione di teatro in strada, di Marco Martinelli. Dedicata a Tadeusz Kantor, Aldo Sacchetti e Ruh. Con: Luigi Dadina, MarcoMartinelli, Ermanna Montanari, Marcella Nonni, Cristina Ventrucci. Musiche: Roberto Barbanti. Regia: Marco Martinelli. Bologna, Piazza Maggiore, 15 giugno 1987.

Ruli. RomaZna più Africa uguale, "commedia nera" di Marco Martinelli. In scena: Iba Babou, Luigi Dadina, Marco Martinelli, Ermanna Montanari, , Abibou N'Diaye, Khadim Thiam, Giuseppe Tele. Scene e costumi: Ermanna Montanari, Cosetta Gardini. Produzione: Teatro delle Albe, Comune di Bagnacavallo. Regia: Marco Martinelli. Bagnacavallo, Teatro Goldoni, 25 febbraio 1988.

La Romagna è africana, gli africani che tornano sono i nostri nonni. Lo spettacolo vedeva in scena come icone i tre senegalesi: iniziava con un Prologo greco in piazzale Adriatico, un piazzale-parcheggio di cemento, a Marina di Ravenna, rasente la spiaggia, al centro un pozzo con una madre che lo sorvegliava, un signore che si chianiava Balsamo e vendeva immagini di Cristo, un altro signore che affogava nel pozzo e si chiamava Fattorini, factotum di Raul Cardini. Lo spettacolo debuttò al Teatro Goldoni di Bagnacavallo, un antico teatro all'italiana con un'acustica perfetta. A un segnale convenuto la luce si spegneva e i tre senegalesi cominciavano a gridare parole in wolof , la loro lingua. Si apriva il sipario e la madre, custode del pozzo, che ero io, cominciava cantando in dialetto romagnolo una filastrocca che le nostre nonne conoscono bene perché la usavano per impaurire i bambini quando fanno i capricci: `Viene viene l'uomo nero, se non stai buono l'uomo nero lo sa". Questo era l'inizio dello spettacolo, un girone infernale, la gente in platea cominciava ad urlare, impaurita, non sapeva come uscire, se ne voleva andare. I senegalesi salivano poi sul palco cantando una nenia in wolof che si impastava con la mia.
Ermanna Montanari
(in Il Punto, a cura di Elio Grazioli,
San Ciminiano, 1998, p. 76)

Radio Ravenna Africana, opera di drammaturgia radiofonica. Testi: Marco Martinelli. Musiche: Roberto Barbanti. Redazione: Abibou NUaye, Iba Babou, Khadim Thiam. Annunciatrice: Marika Giorgi. Produzione: Teatro delle Albe, Progetto Teatri d'ascolto a cura di Carlo Infante-Rai Radiouno. Bagnacavallo, Teatro Goldoni, 25 febbraio 1988.

Siamo asini o pedanti?, "farsa filosofica" di Marco Martinelli. In scena: Iba Babou, Luigi Dadina, Ermanna Montanari, Abibou N'Diaye, Khadim Thiam, Giacomo Verde. Scene e costumi: Ermanna Montanari, con la collaborazione di Cosetta Cardini e Giuseppe Tolo. Scenotecnica: Luigi Dadina, Cesare Giorgi, Massimo Monti. Produzione: Teatro delle Albe, Comune di Bagnacavallo. Regia: Marco Martinelli. Bagnacavallo, Teatro Goldoni, 25 febbraio 1989.

Bonifica, "polittico i tt dr- di Marco Martinelli. In scena: Ermanna Montanari, Luigi Dadina. Scene e costumi: Ermanna Montanari, Cos tta Gardini duzione: Teatro delle Albe, Comune di Bagnacavallo, Santarcangelo dei Teatri d'Europa. Regia, luci e suono: Marco Martinelli. Bagnacavallo, Teatro Goldoni, 21 dicembre 1989.

Lunga vita all'albero, "rriaggio epico" di Marco Martinelli. In scena: Iba Babou, Luigi Dadina, Samantha Alimah Mamuclu, Ermanna Montanari, Mandiaye NDiaye, Mor Awa Niang, Massamba Niang, El Hadji Niang, Giuseppe Tolo, Giacomo Verde. Scene e costumi: Ermanna Montanari, Cosetta Gardini. Pali degli antenati. Mauro Squarzoni. Luci: Giancarlo Cottignoli. Direzione tecnica: Luigi Dadina. Produzione: Teatro delle Albe, Santarcangelo dei Teatri d 'Europa. Regia: Marco Martinelli. Torriana, 13 luglio 1990.

Le due calebasse, di Birago Diop. In scena: Mandiaye N'Diaye. Produzione: Teatro delle Albe. Regia: Marco Martinelli. Vicenza, Teatro Astra, 13 dicembre 1990.

Kekour Nourenè, di Cabriel Gbadamosi, Marco Martinelli, Lluis Anton Baulènas. In scena: Aurea Alonso, Bruno Andrieux, Iba Babou, Pere Cortadella, Krzysztof Ibisz, Isabel Leybaert, Maria de Aires Martins, Le Mynster-Swenden, Miguel Seabra, Karin Schroeven, Samira Sedira. Produzione: Festival CTE, Comuna-Teatro de Pesquisa. Regia: Joao Mota. Lisbona, Comuna-Teatro de Pesquisa, 15 dicembre 1990.

Rosvita, di Ermanna Montanari. In scena: Ermanna Montanari. Flauto: Vanni Montanari. Quadro di Konrad Witz dipinto da Cosetta Gardini. Etnico: Luigi Dadina. Scena e costumi: Ermanna Montanari. Voci di Agape, Irene, Chionia: Elisa Morini, Sara Garosi, Marika Giorgi. Organizzazione: Marcella Nonni, Cristina Ventrucci. Produzione: Teatro delle Albe, Festival di Santarcangelo. Regia: Marco Martinelli. Santarcangelo, Palazzo Cenci, 4 luglio 1991.

Riflettendo su Rosvita e altre creature non addomesticate
Affacciata sull'abisso della malattia, l'inferma cade e si rialza: dalla sua condizione liminale può misurare l'estrema soglia del peccato e della santità, può danzare come Taide "la gran puttana", specchiandosi nel cerchio rosso del rogo, può farsi beffe dì Dulcizio che si gode mestoli e paioli credendo di giacere con tre vergini cristiane, può aspirare alla musica celeste, come Maria, la "stella del mare". Ma alla fine è il suo corpo a dare la misura di tutte le cose, sono "questi polmoni, questi reni, questi ginocchi". Rosvita aveva scelto di identificarsi col peccato, di accoglierlo in sé come principio di conoscenza (e quindi di esistenza) per indicare i percorsi dell'estasi, le vette del sacrificio e della santità.
Il peccato e la malattia condividono il paradosso di rappresentare condizioni di mancanza e di pienezza insieme, dove l'estremo senso della mutilazione è anche condanna alla totalità. La mancanza di virtù, per chi crede nella santità della fede, è come l'infermità fisica per chi privilegia un orizzonte di realizzazione temporale: un limite opposto al proprio a ire, una soglia aperta sulla deriva personale. Eppure queste condizioni estreme contengono in potenza tutte le prerogative negate, e le possono trasformare in strumenti di misurazione della realtà terrena. Oppure le possono elaborare costruendo mondi-"Non stiamo misurando la distanza fra gli astri - dice la malata - né cercando le ragioni dell'equilibrio terrestre. Di me stessa cerco la misura. Sono diventata er me un terreno aspro, che mi fa sudare, abbondantemente".
La voce di Ermanna è profonda e affilata; non addomesticata dalla facilità e ignara dell'indulgenza, come quella delle donne abituate a misurarsi con l'asprezza della terra, del lavoro, delle stagioni: è in questa selvatichezza che risiede la trasgressione di Rosvita, figura tutta di carne, che scrive intingendosi la penna nella lingua e si rivolge ai dotti mangiandosi il braccio e facendo schioccarela bocca. Il linguaggio del suo corpo indocile contraddice la modestia delle parole, il suo scherirtirsi in quanto donna "da poco" che osa cimentarsi con l'arte che fu di Terenzio; perché la "pochezza" della sua condizione femminile è in realtà il "terreno aspro" che trasuda sudore e dà corpo e vita ai suoi personaggi.
Alla peccatrice, come alla malata, è lecito usare il linguaggio del corpo. Nessuno, neanche i dotti "pieni di saggezza e ricchi di virtù' chiamati a giudicare avranno niente da dire. Il corpo e l'universo hnito di esistenze consumaote neCcoscienza e nell'esperienza della limitatezza. 11 corpo è il linguag io degli attori e delle attrici. Per ueste ultime ha rappresentato anche, nella storia, la possibilità di riscattare una condizione §i silenzio con l'accesso ad un moncJo espressivo totale. Mancanza e totalità. La peccatrice, la malata, l'attrice. Questi temi si annodano in Rosvita, che non è uno spettacolo autobiografico, eppure del racconto di vita trasmette impressioni e atmosfera. "Il teatro - ha detto Ermarma in un'intervista - è la mia stanza tutta per me". Non una storia quanto un luogo autobiografico, forse: uno spazio complesso, su piu lani di racconto, dove Ermanna ha immesso la propria vicenda artistica, i propri ricordi, un misto di vita e di lavori teatrali le si ricompone di nuovo in spettacolo, per rariare con voce non addomesticata, e affermare di non stare al gioco: di rifiutare la scelta fra santità e peccato, fra vita e malattia. e tre immagini, di Rosvita, della malata e dell'attrice, si avvicinano, complicando e ribaltando i significati più immediati: la donna che sperimenta il proibito, che trasgredisce al consentito è anche colei che sperimenta la ferìta, l'emorragia della vita, ed è infine colei che sperimenta la grazia ela condanna all'esprimere - letteralmente: spremere e produrre, attr'aversare molte esperienze restituendo visioni.
Cristina Valenti, testo inedito (1992)

Nessunopuò coprire l'ombra, di Marco Martinelli e Saidou Moussa Ba. In sceria: Mandiaye NDiaye, Mor Awa Niang, El Fladì Niang. Scena e costumi: Ermanna Montanari. Luci: Giancarlo Cottignoli. Produzione: Teatro delle Albe-Ravenna Teatro, Festival CR Nuova Scena-Teatro Testoni Interaction. Regia: Marco Martinelli. Bologna, I.T.C. San Lazzaro, 12 novembre 1991.

Vediamo: ci sono due griots-narratori che raccontano le storie di due 'eroi', Leuk-la-lepre e Bouki-la-iena, tra loro contrapposti come il bene e il male.-Tutte le virtù a Leuk, tutti i vizi a Bouki. 1 due griots raccontano le storie e nello stesso tempo recitano i personaggi, ma scambiandosi le parti: quindi avremo due narratori, due Leuk, due Bouki- Mi seguite? La coppia diventa un quartetto: comprende le rispettive ombre. Bouki e Leuk formano così una coppia emellare, inseparabili: dentro ogni griotnarratore cì sono l'uno e il due, la luce e l'ombra, il vero e l'apparente, e così via. Saiglou e gli attori senegalesi hanno portato in dote per questo spettacolo, la ricca tradizione africana dei racconti di animali: Bouki e Leuk sono animali-totem, animali-antenati, animali dell'origine, che ricordano, a noi occidentali, non solo Esopo e Fedro, ma qualcosa di più profondo, sepolto.
La mia dote, invece: La storia meravigliosa di Peter Schlemihl, la storia dell'uomo che vendette la sua ombra, raccontata nel secolo scorso da Adalbert von Chamisso, un romantico tedesco; alcuni scritti di Hillman sulla psicologia dell'ombra; la Vita di Nìetzsche di Curt Paul Janz.
Cosa c'entrano Chamisso, Nietzsche e Hillman con i racconti tradizìonali senegalesi? Niente, apparentemente niente. Come l'u-no c'entra con il due, e il due con ìl quattro.
Ma in un vero meticcìato di idee e visioni, bisogna essere orgogliosi del proprio niente, e partire da lì. Uno, due, quattro. Sette!
Marco Martinelli
Ravenna africana, settembre 1991

I Refrattari, "drammetto edificante" di Marco Martinelli. In scena: Ermanna Montanari, Luigi Dadina, Pietro Fenati, Gianfranco Tondini, Mandiaye N'Diaye. Scene e costumi: Ermanna Montanari, Cosetta Gardini. Consulenza luci: Michele Sambin. Consulenza musicale: Vanni Montanari. Collaborazione al testo: Nevio Spadoni. Luci: Giancarlo Cottignoli. Produzione: Teatro delle Albe-Ravenna Teatro, Comune di Ravenna. Regia: Marco Martinelli. Ravenna, Teatro Rasi, 25 febbraio 1992.

Daura e Arterio (i "refrattari del titolo) , interpretati da Ermanna Montanari e da Luìgi Dadina, li avevamo già conosciuti ed applauditi in "Bonifica", un precedente lavoro di Marco Martinelli che ama spostare le sue "maschere" contemporanee da un canovaccio in formazione all altro. Erano i proprietari di un superstite stabilimento balneare sulle rive di un Adriatico ormai rpolato di turisti ed inquinatissimo. Ora , ne '1 RefrattarC, ridisegnato, reinventato di sana pianta sul rovescio de "Gli Uccelli" di Aristofane, i protagonisti parlano fra loro in un corposo e bilioso Xialetto. Sono i discendenti padani, romagnoli, di ComBagnone e Speranzello, esuli volontari non dagli intrallazzi polifici e dalla.corruzione di Atene, ma da una Italia alle soglie del uemila funestata secondo loro, soprattutto secondo il sanguigno e sanguinario Arterio, da mali ed epidemie sociali ormai inestirpabili, come la mafia in cerca di "pizzo" sotto gli abiti impiegatizi di un esattore di tasse, i famelìci e prolifici extra-comunitari, o le "lucciole" transessuali create geneticamente in laboratorio e frequentatrici di salotti intellettuali, Li vediamo entrare uno alla volta, questi flagelli, come nelle vecchie farse popolari, in un tinello classico da filodrammatica regionale che la parte di fondo, spruzzata di macchie e schizzi di vernici rosso cupo, avvicina alla scenografia di un teatrino espressionista, in tinta con i sogni ricorrenti di "macellerie" di mamma Daura. E li vediamo dar vita ad una serie di "sketchs" che si concludono con la giustizia wita da Arterio (nonostante qualche tentativo di mediazione della più tollerante, o pietosa, Daura) a scapito dei malcapitati intrusi che, in fondo, di fare quella brutta fine granguignolesca un po se lo meritano, riconosciamolo.

Nico Garrone,Prefazione, in Marco Martinelli, 1 Refrattari, Edizioni Sestante, 1992, pp. 7-8,

I ve tidue infortuni di Mor Arleccliino, "tre atti impurC (da un canovaccio di Carlo Coldoni) di Marco Martinelli. In scena: Pierangela Allegro, Laurent Dupont, Ermanna Montanari, Mandiaye N'Diaye, Mor Awa Niang, El Hadji Niang, Michele Sambin. Musiche originali: El Hadji Niang, Michele Sambin. Luci e suono: Giancarlo Cottignoli, Enrico Isola. Scene, costumi e regia: Michele Sambin. Produzione: Ravenna Teatro, Tam Teatromusica, Comune di Ravenna, Comitato Promotore Veneto Carlo Goldoni. Ravenna, Teatro Rasi, 28 gennaio 1993.

Griot Fulér, di Luigi Dadina e Mandiaye N'Diaye. In scena: Luigi Dadina, Mandiaye N'Diaye, Mor Awa Niang, El Hadji Niang, Mirela Lico. Musiche originali: Danilo Maggio, el Ha ji Nibang. Scene e c stumi: Enrico Isola, Luigi Dadina. Luci e suono: Enrico Isola. Regia: Luigi Dadina. Produzione: Ravenna Teatro. Diour el, Senegal , T9.hé5tre de Verdure, 6 giugno 1993.

Griot Fulêr riprende i fili interetnicí guardando indietro. E' una favola ed è uno spettacolo molto semplice. Anzi sono due favole (o forse tre, o quattro) incastonate Furia nell'altra. Una favola senegalese ed una romagnola. Iniziano ognuna con una lunga genealogia, una litania cantata in coro con voci fonde e arcaiche, accompagnata da tamburi arcani e fisarmonica o violino suonato di traverso, come un violoncello o un qualche strumento più antico. Due elenchi di generazioni e di morti: sullo sfondo un maleficio che toglie la vita, Il maleficio dell'orma, la terra calpestata tagliata e affatturata, per nuocere a chi quella traccia ha impresso.

Massimo Marino, Dal cuore di Babele, in Luigi Dadina -
Mandiaye N'Diaye, Griot Fulér, a cura di Laura Cambi, Repubblica San Marino,
Guaraldi-Aiep, 1994, pp. 111-112.

 

Cenci, di Ermanna Montanari. In scena: Marco Martinelli, Ermanna Montanari. Scena e costumi: Cosetta Gardini, Ermanna Montanari. Luci: Enrico Isola. Produzione: Ravenna Teatro, Festival di Santarcangelo. Regia: Marco Martinelli, Ermanna Montanari. Santarcangelo, Palazzo Cenci, 6 luglio 1993.

Zitti tutti!, di Raffaello Baldini. In scena: Ivano Marescotti. Scena e costumi: Sergio Tramonti. Scenografo realizzatore: Stefano lannetta. Voce: Ermanna Montanari. Produzione: Ravenna Teatro, Comune di Ravenna. Regia: Marco Martinelli. Ravenna, Teatro Alighieri, 22 novembre 1993.

Incantati, "parabola dei fratelli calciatori" di Marco Martinelli. In scena: Luigi Dadina' Maurizio Lupinelli, Fiorenza Menni, Ermanna Montanari. Scene e costumi: Ermanna Montanari, Cosetta Cardini. Consulenza musicale: Michele Sambin. Luci e suono: Enrico Isola. Assistenza alla regia: Pietro Babina. Produzione: Ravenna Teatro, Comune di Ravenna. Ravenna, Teatro Rasi, 8 aprile 1994.

Uccelli, di Marco Martinelli, da Aristofane. In scena: Monica Contini, Vittorio Cosentino, Maurizio Lupinelli, Augusto Masiello, Robert Mc Neer, Roberto Ricco, Rosanna Santa Maria, Enzo Toma, Pia Wachter, Lucia Zotti. Assistenza alla regia: Teresa Ludovico. Produzione: Teatro Kismet Opera. Regia: Marco Martinelli. Cisternino, Contrada Sativa, 30 luglio 1994.

Ippolito, di Ermanna Montanari, da Euripide e Marina Cvetaeva. In scena: Luigi De Angelis, Chiara Lagani, Fiorenza Menni, Ermanna Montanari, Francesca Proia. Scena e costumi: Cosetta Gardini, Ermanna Montanari. Luci e suono: Bruno Berno, Angelo Sintini. Coreografia: Monica Francia. Collaborazione drammaturgica: Marco Martinelli. Produzione: Ravenna Teatro, Comune di Ravenna. Regia: Ermanna Montanari. Ravenna, Teatro Rasi, 7 aprile 1995.

Narrazione della pianura di Luigi Dadina. In scena: Luigi Dadina. Violino: Mirela Lico. Scena e luci: Enrico Isola. Collaborazione drammaturgica: Marco Martinelli. Produzione: Ravennua Teatro, Comune di Ravenna. Regia: Luigi Dadina. Piangipane, Teatro Socjale, 15 maggio 1995.

10 milioni di stelle per F13Pfuturista, serata per Francesco Balilla Pratella. Prima esecuzione assoluta di Cantilene a Colonibina. Testi: Antonio Beltramelli. Musica: Francesco Balilla Pratella. Soprano: Stefania Donzelli. Pianoforte: Sabriana Avantario. Arlecchino lettore: Gianfranco Tondini. Consulenza artistica: Domenico T . i. Regia: Pietro Fenati, Marco Martinelli. Prima esecuzione assoluta del Trittico dramatico. Testi e musica: Francesco Balilla Pratella. Esecuzione concertata senza scena: Orchestra dell'Istituto Musicale Pareggiato "Giuseppe VerdC. Direttore: Orio Conti. Narratore: Gianfranco Tondini. Consulenza artistica: Domenico Tampieri. Regia: Pietro Fenati, Marco Martinelli. Produzione Ravenna Teatro, Comune di Ravenna, Comune di Lugo, Istituto musicale Verdi. Ravenna, Teatro Rasi, 29 ottobre 1995.

Lus, di Nevio Spadoni. In scena: Stefano Cortesi, Ermanna Montanari. Collaborazione drammaturgica: Marco Martinelli. Consulenza musicale: Vanni Montanari. Luci e suono: Angelo Sintini. Produzione: Ravenna Teatro, Comune di Ravenna. Regia: Ermanna Montanari. Ravenna, Teatro Rasi, 27 dicembre 1995.

Nevio Spadoni, poeta romagnolo, mi ha fatto leggere Lus, e ho accettato subito di rappresentarla. Lus è una lunga, acre maledizione, sputata dalla bocca di Belda, guaritrice stregona. Belda è davvero esistita, è vissuta a San Pancrazio, a cavallo fra i due secoli. lo ho visto Belda, furiosa e imperturbabile, simile alle figure di certe reggitrici che abitano nelle nostre campagne. Immobile, solo la voce vibra. Non c'è dramma, non c'è moto in Lus, tutto sta nella voce di Belda. Ora voce di scimmia, ora di corvo, ora di

lupo. Ermanna Montanari, Mi sono ridotta a credere di non essereci neanche tutta, in

1l semplice. Almanacco delle prose", 1996, n. 4, pp. 61-62.

Furistir, di Raffaello Baldini. In scena: Ivano Marescotti. Scena e costumi: Ezio Antonelli. Consulenza musicale: Angelo Sintini. Luci e suono: Luca Ruiba. Scenotecnica: Matteo Gambi. Produzione: Ravenna Teatro, Comune di Ravenna. Drammaturgia e regia: Marco Martinelli. Ravenna, Teatro Rasi, 3 febbraio 1996.

All'inferno!, "affresco da Aristofane" di Marco Martinelli. In scena: Monica Contini, Luigi Dadina, Mirela Lico, Augusto Masiello, Robert Mc Neer, Ermanna Montanari, Mandiaye N'Diaye, LI Hacliy Niang, Mor Awa Niang, Michele Sambin, Enzo Toma, Pia Wachter, Lucia Zotti. Musiche: Mirela Lico, El Hadìy Niang, Michele Sambin. Collaboraziorie ammaturgica: Ermanna Montanari. Progetto luci: Vincent Longuemare. Scena e costumi: Michele Sambin. Luci e suono: Francesco Catacchio, Giacomo Corini, Enrico Isola. Assistenza scena e costumi: Stefano Cortesi. Assistenza alla regia: Teresa Ludovico, Mandiaye N'Diaye. Organizzazione: Diane Guerrier, Michele Longo, Marcella Nonni, con la collaborazione di Natalia di lorio-Associazione Cacimo. Produzione: Teatro Kismet Opera, Ravenna Teatro, Tam Teatromusica, Ravenna Festival. Regia di Marco Martinelli. Ravenna, Magazzino dello Zolfo alla Darsena di Città, 29 giugno 1996.

Fare a pezzi Arìstofane, divorarlo, vomitarlo fuori. Lisistrata è un fantasma di gesso. E' sola. Delira. E' ancora convinta di salvare il mondo. 1 Cavalieri, pescivendole baresi che hanno studiato l'inglese e il marketing, la democrazia come scienza delle salsicce, un calcinculo-patibolo come una gabbia dalla quale i politici arroganti non possono evadere, burattini in baracca, si aggrediscono, si picchiano, si lisciano, esibiscono i corpi fantocci. Strepsiade, uno che viene dalla campagna, si lancia imparare le diavolerie insegnate dai 'nuovi filosofi', l'Etere onnipotente e i concetti immateriali e le realtà virtuali e cose simili, il linguaggio che abbandona la terra per non tornare più, e tutto questo lo fa per vincere cause ingiuste ai processi e non pagare i credìtori. Quando il figlio lo percuoterà a sangue in nome della 'nuova filosofia', Strepsiade capirà di avere sbagliato, e darà fuoco, un fuoco vero, non una realtà virtuale, al pensatoio dei filosofi.
Marco Martinelli (dal Libretto di sala dello spettacolo All'inferno!)

Perhindérion, "trittico peregrinante" di Marco Martinelli e Nevio Spadoni. Dedicato a Alfred jar ' Ideazione: Marco Martinelli, Ermanna Montanari. In scena: Ermanna Montanari, Luigi Dadina, Alessandro Bonoli, Francesca ge Stefani, Cinzia Dezi, Angela Longo, Maurizio Lupinelli, Marco Martinelli, Sara Raschi, Banda musicale cittadina di Ravenna, Gruppo ballerini romagnoli "alla Casadei". Scene e costumi: Ermanna Montanari, Cosetta Gardini. Opera-scultura del costume di Varia: Lorenzo Bazzocchi, Catia Catelli. Scenotecnica luci e suono: Giancarlo Cottignoli, Enrico Isola, Marco Quondamatteo. Organizzazione: Francesca Venturi, Marcella Nonni. Produzione: Teatro delle Albe, Ravenna Teatro, Ravenna Festival. Regia: Marco Martinelli. Ravenna, Teatro Rasi, 25 giugno 1998.

I Polacchi, "dall'irriducibile Ubu di Alfred Jarry", di Marco Martinelli. Ideazione: Marco Martinelli, Ermanna Montanari. In scena: Ermanna Montanari, Mandiaye N'Diaye, Maurizio Lupinelli, Francesco Antonelli, Alessandro Argnani, Alessandro Bonoli, Luca Fagioli, Rudy Gatta, Roberto Magnani, Andrea Marra, Angelo Marri, Francesco Platania, Gabriele Rassu, Alessandro Renda, Francesco Tedde. Scene e costumi: Ermanna Montanari, Cosetta Gardini. Assistenti scene e costumi: William Rossano, Sara Raschi. Sculture in ferro: Lorenzo Bazzocchi, Catia Gatelli. Progetto luci: Vincent Longuemare. Direzione tecnica: Enrico Isola. Produzione: Teatro delle Albe, Ravenna Teatro, Comune di Ravenna. Regia: Marco Martinelli. Ravenna, Teatro Rasi, 1 dicembre 1998.

Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna