Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Appunti su una poesia di testimonianza

LA COSTANZA DEL CORPO

Appunti su una poesia di testimonianza
di Giuliano Scabia

Del teatro. Del cinema. Della fotografia.
La fotografia - immobile per sempre.
Il cinema - la corsa delle immagini immobili.
Il teatro - le immagini che lievitano nel corpo.
Corpo costante. Integro ancora, come il pane, il suo corpo adolescente.

1963, Milano, via Rovello, sede degli amici del Piccolo Teatro; sera. Ci sono Carla Cerati con la figlia, Al Aldrovandi libraio e partigiano, Salvatore Veca con Pieraldo Rovatti, allora inseparabili, Nina Vinchi, Grazia Neri fotografa, Lazzari critico dell'Unità, lo psichiatra Boeri, Rosita Lupi, Virginio Puecher - altri (forse Franco Quadri, forse Cathy Berberian) - una cinquantina di persone - ascoltiamo Grotowski che per la prima volta in Italia racconta del suo laboratorio a Opole e del suo training - non è ancora stato pubblicato (dal mio compagno di università a Padova Giampiero Bozzolato - lettore di italiano a Cracovia) il libro di Barba Alla ricerca del teatro perduto (Padova, 1965).

A un certo punto, da una tenda in fondo alla sala, esce Cieslak, quasi nudo, livido: corpo di passione, penso. Grotowski è vestito di nero, coi capelli corti - forse ha gli occhiali. Cieslak mostra gli esercizi - si piega, si eleva, si dinoccola, salta, vola - nasce e muore. é un attore diverso - tutto rivolto verso l'in sè - esegue un compito interno - non agisce per colpirci - attore di passione, patiens. Così lo colgo (esecutore di una ferrea partitura voluta da Grotowski?).
Nella notte andiamo per Milano commentando con Boeri, Grazia Neri, Carla Cerati e sua figlia.
Corpo patiens - bianco - notte - notte oscura - marionetta - attore - azioni dell'attore. Che azioni sono? Silenzio del corpo - integro - suo (nella mia mente) scricchiolare - ossa - rompersi - pesce - la fonia - i risuonatori - i piedi nudi - il perizoma. Chi è questo attore? Chi era?

Lo vedo a Spoleto - il principe dal corpo integro, Costante - coi suoi compagni. Immagini che tagliano in due il tempo (il nostro tempo). Come il ready made di Duchamp o la colomba di Picasso. Il corpo fasciato - la fascia - la pietà - il patiens - il corpo di Cristo (ad Avignone, nella pietà) - l'attore vittima - l'attore santo. Il teatro come mistero - noi siamo là come partecipanti misteriosi. Accanto ho altri - qualcuno conosciuto - qualche altro lo conoscerò. Fra questi Antonio Costa - forse ancora preso dal teatro, e dal dubbio. Il suo vedere è riflesso nel poemetto che comincia "Giù nel fondo/al buio accecante della luce crudele". Gli occhi/occhiali di Elio Pagliarani, poeta, nel buio. 1967.

1969, Milano. Nei camerini del Piccolo Teatro comincio a scrivere Scontri generali - discutendo ogni scena con Massimo Castri, attore. I personaggi sono guerrieri che si scontrano per dieci round su un ring - discutono le contraddizioni del mondo dentro la sinistra - il Guerriero Pensatore, il Guerriero Lucente, il Grande Guerriero, il Comandante Supremo - e il Guerriero Magro: patiens, vittima, smembrato membro a membro: è anche Gramsci, Trotskj - e anche Cieslak: le battute che dice, con cui viene smontato e ucciso, sono mescolate con quelle del training di Grotowski - così come, per visione, mi tornano in mente.

1975, Venezia, Biennale Internazionale voluta da Ronconi - laboratori - Grotowski è su un'isola, alla Giudecca c'è Utopia, a Marghera Peter Brook, Manganelli - e poi Bob Wilson, Ann Halprin, altri - io sono a Mira, col Teatro Vagante/laboratorio aperto.
All'isola di Grotowski - nel laboratorio - ci va anche Antonio Costa. é colpito di nuovo. Un giorno su un treno fra Padova e Bologna mi parla di quell'incontro - delle emozioni e sogni che gli si sono svegliati. Come agisce un certo teatro - con che tempi profondi - lunghi - lontani e vicini. Agisce quel corpo adolescente. Costante.
Grotowski è già in un altro tempo. Integro il suo corpo (adolescente) circondato da mille frammenti di uno specchio muto. La poesia di uno che non fa professione di poeta - con un ritmo di musica giusto (di quegli anni) - ancora una volta rivela il teatro - ne è la voce. Gli occhi vedono e rispecchiano dicendo lo stupore della mutezza. Nei laboratori il monachesimo respira ancora in occidente.
La forza è anche la voce della poesia che guarda. È così - è la poesia.

1998, Bologna. Antonio Costa - direttore del dipartimento di musica e spettacolo - accoglie Grotowski per far essere la bellezza di quel per-formare cui abbiamo partecipato in 15 per volta - di per-formatori che volano cantando. Purezza di mistero orfico ed eleusino - canto fermo - paradossale e reale. Forza dell'esserci togliendo anzichè accumulando. Integro il corpo adolescente del canto.
Grazie Costa. Grazie Grotowski, e Cieslak, e Richards, e tutta la compagnia di allora e di ora.

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