Editoriale
Per questo numero, è parso superfluo un editoriale diffuso, essendo dedicato alla "drammaturgia", quale nozione complessa e inesauribile, pur qui affrontata evitando prese di posizioni teoriche e inquadramenti sistematici. Il che non significa, naturalmente, che il suo esercizio sia talmente mutevole da non avere identità e costanti specifiche; anzi, a leggerli nell’insieme, le relazioni e i resoconti pubblicati in queste pagine finiscono per individuare una straordinaria arte della relazione: ai cui estremi stanno, da un lato, il singolo che l’attiva, e, dall’altro, le comunità creative che la manifestano o la ricreano; perché questi non sono anni di drammaturgie collettive, ma di drammaturgie che si producono a stretto contatto con collettività artistiche e sociali. L’opera del drammaturgo, anche quando si pone al crocicchio di diverse esperienze sospendendo la sua tradizionale autonomia, oggi appare comunque corposa, individuata, chiaramente riconoscibile.
Il numero si apre con gli atti del Convegno "Esperienze di nuova drammaturgia": artisti e studiosi vi forniscono uno spaccato dei mutevoli ambiti culturali e operativi segnati dal fatto che il bios drammaturgico non vive in condizioni di separatezza (tanto che il drammaturgo può sentire la solitudine come colpa), ma decanta separatamente nel compiersi parole, immagini, situazioni, luoghi: aspetti delle personalità e del reale. Si prosegue con l’agile resoconto di Lucia Leva su un altro convegno di drammaturgia, dove le relazioni e le discussioni oscillano fra due poli parzialmente antitetici: la scrittura per il teatro, che si esprime in testi drammatici, e la scrittura nel teatro, che può approdare a impreviste soluzioni formali (narrative, poetiche, miste). Conclude una serrata intervista con cui Ilona Fried "estorce" a Fanny & Alexander una limpida dichiarazione di poetica. E poiché le stesse interazioni di vita usano attivare dinamiche drammaturgiche, la redazione confida nel coinvolgimento di ciascun lettore per dare compimento a questa sua ultima "offerta".
Claudio Meldolesi
Gerardo Guccini