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6. Fasi principali di musical transculturation nel raï
 

In questa sezione descriverò brevemente le principali fasi della trasformazione della musica raï. Bisogna, comunque, tenere presente che questa è solamente una schematizzazione delle fasi di musical transculturation. In realtà esse non sono circoscrivibili in modo così netto, poiché s'inscrivono in un processo storico più complesso.

All'origine della musica raï

La musica raï deriva dall'incontro tra la cultura urbana di Orano con la cultura rurale delle campagne circostanti (Virolle 1995). L'emigrazione rurale verso le città della costa è stato il fattore esterno che ha permesso l'incontro tra lo stile di canto bédui e lo stile zéndani più tipicamente cittadino. I cantanti di questo nuovo genere vennero definiti cheikh (maestri) se uomini e cheikha se donne. Essi si esibivano nei caffè insieme a musicisti d'origine ebrea, virtuosi dello stile arabo-andaluso. La comune ripetizione nei loro testi dell'espressione ya-rayi (oh mio pensiero) portò alcune persone a definire questo stile come raï.

Dal colonialismo all'indipendenza

Il colonialismo rese i contatti culturali più facili. Molte cheikhat lavoravano nei locali e si esibivano per l'armata francese. Cheikha Rimetti fu una di queste. In questi locali, oltre alla musica egiziana, arrivavano attraverso le radio anche le canzoni francesi. L'esperienza stessa delle due guerre mondiali pose in contatto alcuni cantanti anche con la musica americana. Tutto ciò influenzò profondamente la musica raï di quel tempo, che si connotava anche per un certo senso di ribellione verso le norme e le regole, non solo della colonizzazione, ma anche sociali. Ad esempio, nel 1954 una della canzoni di maggior successo di Rimitti fu Charag gatâa dove la cantante incitava le ragazze a infrangere il tabù della verginità.

Allo stesso tempo Houari Blaoui sperimentava nuovi percorsi musicali inserendo per la prima volta ritmi derivati dalla musica americana, dal fox-trot e bebop al boogie-woogie. Fin da questi anni c'erano differenti stili di musica raï e vi erano differenti sound group che si identificavano con l'uno o l'altro stile.

Dai locali ai matrimoni

Negli anni '50 gli algerini consideravano la musica raï come un repertorio per luoghi malfamati quali bar, caffè posizionati vicino al porto d'Orano e anche bordelli. Le maddahat– donne cantanti che animano le feste dei matrimoni – iniziarono però ad usare la musica raï come parte del loro repertorio composto in prevalenza da canzoni religiose. Ciò permise alla musica raï di diffondersi, grazie al fatto che i matrimoni ricadono sotto uno speciale status nella società algerina. Infatti durante queste feste le regole morali sono meno rigide (Virolle 1985). Alcuni giovani videro la possibilità di fare qualche performance cantando il raï a queste feste, come avevano fatto le maddahat. Il più famoso di questi giovani cantanti fu proprio Khaled.

Il pop-raï

Khaled

Messaoud Bellemou – il primo trombettista ad accompagnare un cantante di raï, Bouteldja – coniò il termine pop-raï nel 1974. La definizione di pop-raï fu necessaria per indicare che il nuovo stile si era legato al jazz, al rock e ai ritmi latino-americani. L'introduzione delle prime tastiere elettroniche caratterizzò il suono di questo nuovo stile e permise al cantante di esibirsi anche da solo, cosicché molti giovani decisero di tentare la carriera di cantante. Essi erano definiti cheb in contrapposizione ai cheikh e al loro stile. I testi del pop-raï trattano soprattutto d'amore, in particolare di quelli proibiti, della tristezza, dell'alcool. Le colonne sonore dei film egiziani, americani ed indiani hanno avuto una profonda influenza su questa nuova generazione di cantanti.

Il raï-love

Durante gli anni '80 la musica raï raggiunse il massimo del suo successo e popolarità. Per aumentare i propri clienti i produttori di cassette di raï chiesero ai cantanti di evitare parole ed espressioni disdicevoli. Cheb Hasni fu il cantante più famoso di questo nuovo stile i cui testi parlano in particolare d'amore e della Francia. Fu così definito raï-love. Questo tipo di musica è un punto di contatto tra le coste algerine e francesi poiché gli algerini immigrati, specialmente le donne, amano moltissimo questo stile.

Il raï 'made in France'

Molti cantanti di raï emigrarono in Francia. In Algeria essi erano terrorizzati dal terrorismo ma allo stesso tempo cercavano anche nuovi locali dove poter cantare. Nel 1986 il concerto di Bobigny (Parigi) rese più facile il contatto tra questi cantanti e le record companies internazionali e francesi. Khaled, Mami, Fadéla, Zahouania e altri iniziarono a lavorare per le major record companies. Il contatto con il mercato musicale ha trasformato la musica raï così profondamente tanto da far parlare di un raï francese. Questo genere non è molto apprezzato in Algeria ma, essendo venduto nella categoria della world music, sta ricevendo un rilevante successo commerciale a livello internazionale.


Cheb Mami

Il raï-beur

I beur svilupparono un certo interesse per la musica raï dopo il concerto di Bobigny, che costituì per molti di loro la prima occasione di contatto diretto con la musica raï. Tra i retaggi culturali trasmessi dalla famiglia, la musica raï si presentava come l'espressione più ribelle e trasgressiva. Allo stesso tempo essa offriva la possibilità di essere adattata alle necessità d'identità musicale dei figli. Alcuni beur avevano in precedenza suonato e cantato altri stili musicali quali rap, jazz e rock, e ne portarono l'esperienza all'interno della musica raï, producendo così uno stile nuovo e peculiare. Cheb Khader fu probabilmente uno dei primi cantanti beur ma in breve tempo altri cantanti divennero conosciuti (Seba, Swat el Atlas, Chabab artistes, Groupe hami, Rani, ecc.). Oggi il cantante che ha più successo è Faudel. Il raï-beur riprende ancora molte caratteristiche del raï algerino, ma con una forte e personale rielaborazione. Per esempio alcuni testi di Faudel provengono dalla tradizione delle maddahat, ma allo stesso tempo egli ha deciso di riprendere l'appellativo di cheb; la sua musica e i suoi ritmi sono molto più occidentalizzati e talvolta vi sono anche alcuni elementi stereotipati della tipica immagine occidentale della musica araba ed egiziana.  


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