Dottorato
in Studi teatrali e cinematografici
coordinatore Marco De Marinis
20 aprile-11 giugno
Seminario interdottorale
in collaborazione con
Scuola Superiore di Studi Umanistici di Bologna
Teatro e neuroscienze
L’apporto delle neuroscienze cognitive
a una nuova teatrologia pluridisciplinare
e sperimentale
a cura di Marco De Marinis, Francesca Bortoletti, Giulia Guiducci
25 maggio, ore 11
GIACOMO RIZZOLATTI
Università di Parma
Sistema mirror e comunicazione
Sala Rossa – Scuola Superiore di Studi Umanistici
via Marsala, 26
abstract
L’uomo è dotato di due facoltà cognitive che sono poco sviluppate o completamente assenti negli altri primati: la capacità di apprendere per imitazione e il linguaggio. Fino a poco tempo fa era difficile indicare anche in termini ipotetici, le basi neurali sottostanti a queste due facoltà. La situazione è cambiata con la scoperta dei neuroni specchio: una particolare classe di neuroni che si attivano quando la scimmia compie una particolare azione o quando osserva un altro individuo compiere la stessa azione o un’azione avente il medesimo scopo.
Nella prima parte della mia conversazione, discuterò le proprietà funzionali dei neuroni specchio. Mostrerò che questi neuroni formano un sistema che mette in contatto, nella corteccia dell’osservatore, la descrizione visiva delle azioni osservate con il pattern motorio alla base della loro genesi. Questo contatto forma un legame diretto tra chi invia un messaggio e chi lo riceve.
Successivamente, dimostrerò che un sistema di neuroni specchio esiste anche nell’uomo e che esso possiede delle importanti proprietà che sono assenti nella scimmia. La più importanti di esse è la capacità di codificare non solo lo scopo dell’azione ma anche i movimenti medianti i quali lo scopo viene raggiunto. Questa proprietà è alla base dell’imitazione propriamente definita.
Sebbene la funzione del sistema dei neuroni specchio nella scimmia sia quella di capire le azioni fatte dagli altri, questo sistema possiede la potenzialità di divenire il sistema da cui è derivata la comunicazione volontaria. Un importante passo in questa direzione si è compiuto con la comparsa nell’uomo (e verosimilmente nei primati della linea evolutiva che porta alla specie homo sapiens) di una risonanza motoria per le azioni intransitive. La comparsa di questo nuovo tipo di risonanza ha permesso agli individui di descrivere in maniera gestuale posizioni nello spazio, azioni e caratteristiche degli oggetti. Un successivo importante passo nell’evoluzione del linguaggio è stato lo sviluppo di un sistema di neuroni specchio per i suoni.
Concluderò la mia conversazione con dei dati sul sistema dei neuroni specchio coinvolti nella comprensione delle emozioni.
L’uomo è dotato di due facoltà cognitive che sono poco sviluppate o completamente assenti negli altri primati: la capacità di apprendere per imitazione e il linguaggio. Fino a poco tempo fa era difficile indicare anche in termini ipotetici, le basi neurali sottostanti a queste due facoltà. La situazione è cambiata con la scoperta dei neuroni specchio: una particolare classe di neuroni che si attivano quando la scimmia compie una particolare azione o quando osserva un altro individuo compiere la stessa azione o un’azione avente il medesimo scopo.
Nella prima parte della mia conversazione, discuterò le proprietà funzionali dei neuroni specchio. Mostrerò che questi neuroni formano un sistema che mette in contatto, nella corteccia dell’osservatore, la descrizione visiva delle azioni osservate con il pattern motorio alla base della loro genesi. Questo contatto forma un legame diretto tra chi invia un messaggio e chi lo riceve.
Successivamente, dimostrerò che un sistema di neuroni specchio esiste anche nell’uomo e che esso possiede delle importanti proprietà che sono assenti nella scimmia. La più importanti di esse è la capacità di codificare non solo lo scopo dell’azione ma anche i movimenti medianti i quali lo scopo viene raggiunto. Questa proprietà è alla base dell’imitazione propriamente definita.
Sebbene la funzione del sistema dei neuroni specchio nella scimmia sia quella di capire le azioni fatte dagli altri, questo sistema possiede la potenzialità di divenire il sistema da cui è derivata la comunicazione volontaria. Un importante passo in questa direzione si è compiuto con la comparsa nell’uomo (e verosimilmente nei primati della linea evolutiva che porta alla specie homo sapiens) di una risonanza motoria per le azioni intransitive. La comparsa di questo nuovo tipo di risonanza ha permesso agli individui di descrivere in maniera gestuale posizioni nello spazio, azioni e caratteristiche degli oggetti. Un successivo importante passo nell’evoluzione del linguaggio è stato lo sviluppo di un sistema di neuroni specchio per i suoni.
Concluderò la mia conversazione con dei dati sul sistema dei neuroni specchio coinvolti nella comprensione delle emozioni.
Note sul relatore
Giacomo Rizzolatti, laureato in Medicina e Chirurgia a Padova, specialista in Neurologia, ha lavorato prima presso la Clinica Neurologica dell'Università di Padova e poi presso l'Istituto di Fisiologia dell'Università di Pisa. Libero docente in Fisiologia umana, ha completato la sua preparazione scientifica presso la Mc Master University, Hamilton, Canada. Dal 1967 al 1975 è stato Assistente presso l'Istituto di Fisiologia Umana dell'Università di Parma e dal 1975 è Professore presso lo stesso dipartimento. Qui Rizzolatti ed il suo staff portano avanti le ricerche sul sistema motorio e la cognizione umana e qui sono stati scoperti nel 1996 nell’area cerebrale premotoria F5, una parte della corteccia ventrale premotoria, gli ormai celebri Neuroni Mirror (specchio). Essi sono neuroni visivo-motori che si attivano sia durante la percezione visiva di un’azione che durante la sua diretta esecuzione. Rizzolatti è stato poi Visiting Professor nel Dept. of Anatomy, University of Pennsylvania, Philadelphia, 1980-1981, USA. Dal 1995 è visiting scientist presso il Brain Imaging Center della University of California, Los Angeles (UCLA). Nel 1999 gli è stata conferita la laurea honoris causa dall'Università Claude Bernard di Lione per i suoi studi sulle funzioni cognitive del sistema motorio. Tra gli altri riconoscimenti da segnalare il Premio della Società Italiana di Neurofisiologia, il premio Golgi per la Fisiologia, dall’Accademia dei Lincei (1982), il George Miller Award for Cognitive Science, Mc Donnell Foundation, Washington (1999) ed il Premio Feltrinelli per la Medicina dell'Accademia dei Lincei (2000). È stato Presidente della Società Italiana di Neuropsicologia (1982-1984), della European Brain Behaviour Society (1984-1986); Vice Presidente (1986-1987) e poi Presidente (1988-1991) dell'"International Scientific Committee" del "European Training Programme in Brain and Behaviour Research", European Science Foundation, Strasburgo, (1988-1991), "Council Member" della "European Neuroscience Association" (1994-1998); Presidente della Società Italiana di Neuroscienze (1997-1999). Ha fatto parte per tre anni (1997-2000) dell'"European Medical Research Council". Dal 1989 è membro della Accademia Europea di cui è stato "Council Member" dal 1990 al 1996. Nel 2000 è stato chiamato a fare parte del Consiglio scientifico della Fondation Fyssen (Parigi) ed è stato eletto Associate Member del Neuroscience Research Program diretto del Prof. Gerald M. Edelman (San Diego, Usa). È membro del comitato di redazione di numerose riviste scientifiche, tra cui Brain Research, Experimental Brain Research, Cerebral Cortex, Behavioural Brain Research, Neuropsychologia, Cognitive Brain Research. Tiene ed ha tenuto numerose letture onorarie in tutto il mondo, partecipa ad importanti eventi di divulgazione scientifica internazionali. Il suo ultimo libro intitolato So quel che fai. Il cervello che agisce e i neuroni specchio, scritto con il filosofo Corrado Sinigaglia, è pubblicato da Raffaello Cortina (2006).