Dottorato
in Studi teatrali e cinematografici
coordinatore Marco De Marinis
20 aprile-11 giugno
Seminario interdottorale
in collaborazione con
Scuola Superiore di Studi Umanistici di Bologna
Teatro e neuroscienze
L’apporto delle neuroscienze cognitive
a una nuova teatrologia pluridisciplinare
e sperimentale
a cura di Marco De Marinis, Francesca Bortoletti, Giulia Guiducci
18 maggio, ore 11
WILLIAM BEEMAN
Università del Minnesota
The Neurobiology of Opera.
Evoking Emotions Through Voice, Gesture and Spectacle
La neurobiologia dell'Opera lirica.
Suscitare emozioni attraverso la voce, il gesto e lo spettacolo
Sala Rossa – Scuola Superiore di Studi Umanistici
via Marsala, 26
Although I make opera the focus of this paper, the universal performance form I identified some years ago as MTD Performance---Music, Text and Dance Performance--constitutes the broader focus of my discussion. Opera, the Western form of MTD Performance has often been described as the most complex and most complete of all performing arts. It has unique emotional power over its audience. In this paper, I examine some of the neurobiological structures that are activated in an opera performance to produce this emotional reaction. Chief among these is the "singer formant" the reinforced overtone at approximately 2800 Hz found in the voices of all classically trained singers. The singer formant corresponds to the most sensitive area of human hearing, and has deep roots in the history of the evolution of human emotion. When this sound feature is combined with imagery, poetry and uniquely human dramatic situations, an emotional reaction from an audience is highly probable.
W. Beeman
Pur essendo l’Opera lirica l’oggetto principale di questo intervento, verrà trattata più ampiamente la forma universale della performance identificata qualche anno fa come ‘MTD Performance’ – Performance di Musica, Testo e Danza. L’opera lirica, nella sua forma occidentale (MTD Performance) è stata spesso descritta come la più complessa e completa di tutte le arti performative. Essa ha un potere emozionale unico sul suo pubblico. Saranno esaminate alcune delle strutture neurobiologiche che vengono attivate in uno spettacolo di opera lirica e che generano tale reazione emotiva. La principale tra esse è il cosiddetto ‘singer formant’ (del cantante), il sovra-tono rinforzato a circa 2800 Hz rilevato nelle voci dei cantanti educate secondo la tradizione lirica occidentale. Il ‘singer formant’ corrisponde all’area più sensibile dell’orecchio ed ha radici profonde nella storia evolutiva dell’emozione umana. Quando questo suono è combinato con immagini, poesia e situazioni drammatiche così propriamente umane, si rende altamente probabile una reazione emotiva da parte del pubblico.
Note sul relatore
IWilliam Beeman è stato direttore del Middle East Studies alla Brown University e Presidente del Middle East Section nell’American Anthropological Association. È da poco docente presso il Dipartimento di Antropologia della University of Minnesota.
I suoi interessi sono molto vasti, dalla sociolinguistica alle arti performative (in particolare l’analisi transculturale e comparativa delle forme sceniche di ambito mediorientale ed iraniane), dalla semiotica alle arti plastiche e visive, dalla psichiatria alle scienze politiche e giuridiche. L’interesse per le società nomadi del Medio Oriente lo ha condotto sul campo nei paesi mediorientali, in Giappone, India ed Europa dell’Est per più di 30 anni. Dal 1998 è coinvolto in un programma di ricerca in Asia Centrale, dedicato all’indagine sulla formazione dell’identità dei cittadini degli stati post-sovietici. È anche un apprezzato cantante di opera lirica, direttore e regista. Si è dedicato a studi teorici e pratici di questa disciplina oltre ad aver partecipato ad allestimenti in tutto il mondo. Nell’ambito dell’antropologia linguistica ha condotto importanti studi di sociolinguistica in Persia, Arabia e Turchia.
Il suo apporto scientifico alla ‘teoria della performance’ si è rivolto all’ambito dei processi emotivi, neurofisiologici e motori. Ha lavorato a lungo sulla produzione e l’estensione vocale, concentrandosi sul complesso e misterioso rapporto tra emissione vocale del performer e risposta emotiva del pubblico. Basi teoriche e pratiche dei suoi studi sono state la pragmatica di Charles Sanders Peirce, la linguistica di Austin e Searle, la fenomenologia di Husserl e Merleau-Ponty, la sociologia e la psicologia di William James, Charles Morris, George Herbert Mead, Erving Goffman, Harvey Sacks e Harold Garfinkel. Un’influenza diretta ai suoi studi è venuta inoltre da linguisti e antropologi contemporanei come Paul Friedrich, Dell Hymes e John Gumperz, da antropologi culturali come Milton Singer e Victor Turner. Infine figure importanti del teatro moderno e contemporaneo, a cominciare da StanislavskiJ, Meyerchol'd, Artaud fino a Brecht, Grotowski, Brook e Schechner, sono state cruciali nello sviluppo del suo approccio neuroscientifico alla relazione teatrale tra performer e pubblico.
Uno dei suoi ultimi lavori, intitolato The Performing Animal: How humans Change the World through Display and Enactment, esplora le dinamiche strategiche di una performance e di una comunicazione efficaci.
Web: www.williambeeman.com; www.obeeman.com