Dottorato in Studi teatrali e cinematografici
coordinatore Marco De Marinis
Programmazione attività didattica e di formazione - Sezione Teatro
marzo-dicembre 2006
Lezioni dottorali
METODOLOGIA DELLA RICERCA
CRITICA DEI DOCUMENTI DI SPETTACOLO
6 marzo-16 ottobre 2006 Laboratori DMS - Spazio Cinema
Conferenze
Presentazione libri
PROBLEMI DI STORIOGRAFIA DELLO SPETTACOLO
26 maggio-14 dicembre 2006 Laboratori DMS - Teatro
Lezioni dottorali
marzo-ottobre 2006
METODOLOGIA DELLA RICERCA
CRITICA DEI DOCUMENTI DI SPETTACOLO
Laboratori DMS - Spazio Cinema
CRITICA DEI DOCUMENTI LETTERARI
lunedì 6 marzo ore 15
Gerardo Guccini
La lettura del canovaccio
lunedì 13 marzo ore 15
Gerardo Guccini
Francesco Andreini proto-librettista
mercoledì 12 aprile ore 11.30
Francesca Bortoletti
Lo spazio teatrale della parola.
Esempi quattrocenteschi
CRITICA DEI DOCUMENTI ICONOGRAFICI
lunedì 20 marzo ore 15
Stefano Mazzoni
Teatri italiani del Cinque e Seicento.
Questioni e metodi
lunedì 27 marzo ore 15
Elena Tamburini
Storie di immagini.
Scene dal Sant’Alessio (1634)
lunedì 3 aprile ore 15
Elena Tamburini
Storie di immagini.
Martirio di Sant’Apollonia (1452)
CRITICA DEGLI OGGETTI E DEI COSTUMI DI SCENA
lunedì 8 maggio ore 11.30
Paola Bignami
Attrezzeria ed oggetti d’arte in scena
lunedì 15 maggio ore 15
Paola Bignami
Le maggiori collezioni nazionali ed europee:
come consultarle e come farne uno strumento
di ricerca
CRITICA DEI DOCUMENTI AUDIOVISIVI
E DEGLI ARCHIVI DIGITALI
mercoledì 31 maggio ore 11.30
Anna Maria Monteverdi
Video o Teatro?
Documentari teatrali di creazione elettronica, opere video e videosintesi
mercoledì 7 giugno ore 11.30
Anna Maria Monteverdi
Archivi teatrali digitali off line e on line
CRITICA DEI DOCUMENTI PER LA DANZA
lunedì 9 ottobre ore 15
Eugenia Casini Ropa
Trattati di danza
lunedì 16 ottobre ore 15
Eugenia Casini Ropa
Video in danza
il programma è suscettibile di variazioni
Conferenze
maggio-dicembre 2006
Problemi di storiografia dello spettacolo
presentazione libri
a cura degli autori e dei curatori dei volumi
Laboratori DMS - via Azzo Gardino, 65/a
Nell'ambito della sezione Teatro del Dottorato in Studi teatrali e cinematografici coordinato da Marco De Marinis, si svolge, tra maggio e dicembre 2006 presso il Teatro dei Laboratori DMS, un ciclo di conferenze su Problemi di storiografia dello spettacolo,
a partire dalla presentazione delle più recenti pubblicazioni di
testi sul teatro per voce degli stessi autori o curatori.
Il primo appuntamento è fissato per il prossimo 26 maggio alle ore 17 con la conferenza di Gerardo Guccini e la presentazione del volume da lui curato,
La bottega dei narratori. Storie, laboratori e metodi di: Marco
Baliani, Ascanio Celestini, Laura Curino, Marco Paolini, Gabriele Vacis [Audino, 2005].
Nel mese di giugno si succederanno le conferenze di Roberta Gandolfi (1 giugno) sul suo volume La prima regista. Edith Craig fra rivoluzione della scena e cultura delle donne [Bulzoni, 2003]; di Susanne Franco (22 giugno) in merito al lavoro da lei curato insieme a Marina Nordera, I discorsi della danza. Parole chiave per una metodologia della danza [UTET libreria, 2005]; e di Giovanni Azzaroni (29 giugno) sul suo recentissimo quarto volume di Teatri in Asia, dedicato al Nepal, Buthan, India, Sri Lanca [CLUEB, 2006].
Dopo la pausa estiva gli incontri riprendono nel mese di ottobre con Paola Bignami (5 ottobre) e la presentazione del suo lavoro Storia del costume teatrale [Carrocci, 2005]; e Arnaldo Picchi (26 ottobre) sul testo La Macchia d’inchiostro di Roberto Roversi, di cui il relatore ha curato le note e le appendici.
Si prosegue nel mese di novembre con la conferenza di Claudio Meldolesi (9 novembre) del quale anticipiamo l'imminente uscita del suo atteso volume sul dramaturg, dal titolo Fra
testi e ruote. Il lavoro del dramaturg. Dall'aria teatrale tedesca a
quella italo-francese. Sviluppi storici e un percorso professionale in
atto [c.s. Ubulibri, 2006]; e di Anna Maria Monterverdi (23 novembre), che nel suo intervento presenterà il volume da lei curato insieme ad Andrea Balzola, Le arti multimediali digitali. Storia, tecniche, linguaggi, etiche ed estetiche delle arti del nuovo millennio.
Chiudono il ciclo di conferenze, Cristina Valenti (7 dicembre) con la presentazione del suo libro, ora in corso di stampa, Altri teatri [c.s. Zona, 2006]; e infine Marco De Marinis (14 dicembre) che nel suo intervento conclusivo presenterà il numero monografico su Artaud di “Culture Teatrali” [nn.11-12, autunno 2004] e la riedizione di La danza alla rovescia di Artaud. Il Secondo Teatro della Crudeltà (1945-1948) [Bulzoni, 2006]: entrambi, anticipiamo sin d'ora, di imminente uscita.
Programma completo
venerdì 26 maggio ore 17
Gerardo Guccini
La Bottega dei narratori.
Storie, laboratori e metodi di:
Marco Baliani, Ascanio Celestini, Laura Curino, Marco Paolini, Gabriele Vacis
[Roma, Audino 2005]
La bottega dei narratori riunisce, in una
serie di cinque dittici, testi narrativi inediti dei cinque maggiori
autori/attori del "teatro di narrazione": Marco Baliani, Laura Curino,
Gabriele Vacis, Marco Paolini e Ascanio Celestini. Le narrazioni sono
integrate a documenti sui laboratori di narrazione condotti da questi
stessi artisti teatrali.
La bottega dei narratori può venire letto come una
raccolta di storie, uno spaccato di vita teatrale, un manuale di
narrazione. Messe in sequenza, le due parti dei dittici evidenziano il
passaggio dalla vita sociale del narrare all'esercizio personale della
narrazione. Messe a strati, l'una sopra l'altra, illustrano invece due
diversi livelli delle stesse pratiche narrative: il livello artigianale
e problematico, dove i principi emergono e si rinnovano all'interno
d'una estesissima rete di relazioni interpersonali, e quello,
attuativo, in cui le parole stringono i sensi del narratore, la
realtà oltre il teatro e l'atto della narrazione.
Gerardo Guccini è docente di Storia del teatro e dello spettacolo al D.A.M.S. di Bologna. Ha fondato con Claudio Meldolesi il semestrale Prove di drammaturgia. Rivista di inchieste teatrali, e collaborato alla drammaturgia di diversi spettacoli fra cui Vajont di Marco Paolini. Fra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo il volume da lui curato insieme a Michela Marelli, Stabat Mater. Viaggio alle fonti del "teatro di narrazione" [le ariette - libri, 2004]
giovedì 1 giugno ore 17
Laboratori DMS - via Azzo Gardino, 65/a
Roberta Gandolfi
La prima regista.
Edith Craig fra rivoluzione della scena
e cultura delle donne
La prima regista. Edith Craig, fra rivoluzione della scena e cultura delle donne [Roma,
Bulzoni 2003] , racconta una protagonista eccezionale del Novecento
teatrale, a lungo rimossa dalla memoria storica: Edith
Craig (1869-1947), figlia di Ellen Terry e sorella maggiore di Gordon
Craig. Il volume è frutto di lunghe ricerche d'archivio e
connette criticamente dati biografici e analisi di contesto; è
una biografia sui generis , dedicata in parte all'analisi e
alla messa a fuoco di una individualità registica, e d'altra
parte alla rievocazione critica di movimenti collettivi di rinnovamento
artistico e sociale: il teatro suffragista, che fiorì
nell'Inghilterra edoardiana, e la compagnia delle Pioneer Players,
teatro d'arte londinese per il quale Edith Craig diresse negli anni
Dieci pièce militanti e d'occasione e la migliore drammaturgia del modernismo europeo.
Lo studio intreccia programmaticamente, a livello metodologico, la
storia del teatro con la storia delle donne; l'impianto critico guarda
all'emergere della regia nel teatro europeo del primo Novecento: il
caso di Edith Craig, raro esempio di donna regista, porta a discutere e
interrogare le modellizzazioni e i paradigmi discorsivi costruiti lungo
il secolo dalla storiografia sulla regia.
Roberta Gandolfi , dottore di ricerca in Discipline dello
Spettacolo, insegna Istituzioni di Regia presso l'Università di
Ferrara. Ha pubblicato saggi e studi sulle culture e le pratiche
performative del Novecento teatrale; fra i contributi recenti,
ricordiamo il saggio Gli studi sulla regia teatrale , in "Annali di Lettere", Università di Ferrara, n. 1, 2006 (online: http://eprints.unife.it/annali/lettere ).
giovedì 22 giugno ore 17
Laboratori DMS - via Azzo Gardino, 65/a
Susanne Franco
I discorsi della danza.
Parole chiave per una metodologia
della danza a cura di S. Franco e M. Nordera
I discorsi della danza [Torino, UTET
libreria, 2005] fa il punto su un ambito disciplinare multiforme e
poliedrico, che sperimenta l'elaborazione di proposte metodologiche
sempre nuove. Riunendo gli scritti di studiosi sia italiani sia
stranieri di orientamento teorico e metodologico eterogenei, il volume,
che si apre con un'introduzione generale delle curatrici, è
costituito da tre parti incentrate ciascuna su una parola chiave:
politica, femminile/maschile, identità. Ogni parola chiave
è posta in relazione a un tema: l'Audruckstanz (danza di
espressione), la danza teatrale nel XVII secolo, la danza
contemporanea.
Questa struttura consente di incentrare la riflessione di volta in
volta in un ambito cronologico delimitato e di favorirne
l'approfondimento. Ciascuna parte è composta da uno stato
dell'arte che presenta i differenti approcci al campo di studi definito
dalla parola chiave, ponendola in relazione con il tema relativo; da
tre studi critici che prendono in esame un evento specifico; e da un
testo conclusivo che tira le somme delle proposte precedenti e rilancia
nuove prospettive di ricerca.
Il libro, curato da Susanne Franco e Marina Nordera, è
così la prima riflessione metodologica per lo studio della
danza, una disciplina oramai pienamente affermata anche nel panorama
universitario italiano.
Susanne Franco è docente a contratto di Storia e tecniche della danza presso la Facoltà di Design e Arti, Università degli Studi iuav di Venezia; ha insegnato Storia della danza, Storia delle teorie sul corpo e Teorie delle arti dello spettacolo presso l' Institut d'études théâtrales dell'Università La Sorbonne Nouvelle Paris III e presso il Département des Arts, section danse, dell'Università di Nizza. Tra le sue pubblicazioni: la monografia Martha Graham [L'Epos, 2003]; il volume-intervista Frédéric Flamand [L'Epos, 2004] e Audruckstanz: il corpo, la danza e la critica , numero monografico sulla danza di "Biblioteca teatrale" (in corso di pubblicazione). Dirige la collana “Dance for Word/Dance Forward. Interviste sulla coreografia contemporanea” [L'Epos]. Il volume I discorsi della danza è in corso di pubblicazione nella traduzione inglese per la casa editrice Routledge .
giovedì 29 giugno ore 17
Sala Cervi - via Riva di Reno, 72
Giovanni Azzaroni
Teatri in Asia. IV.
Nepal, Nuthan, India, Srilanca.
Teatri in Asia. Vol. IV [Bologna, CLUEB 2006], seguendo Ram a in un ideale viaggio al contrario, muove alla ricerca di teatro in Nep al, Bhutan, India e SriLanka. Con il ritorno di Ram a e Sita ad Ayodhya si conclude il lungo viaggio iniziatico intrapreso dal giovane eroe per liberare la moglie rapita dal demone Ravana, re di Lanka. Le sue peregrinazioni sono presenti nella cultura di tutti i paesi dell'Asia ad accezione della Corea, della Cina e del Viêt Nam, terre non permeate dalla civiltà hindu. Ed è soprattutto il teatro che ha tratto ispirazione dalle gesta del guerriero che ancora continuano ad affascinare e avvicinare per il valore universale che rivestono, un viaggio ideale alla ricerca di sé stessi e della conoscenza. Sulle sue tracce, partendo dal Giappone, il paese più lontano in cui siano rinvenibili frammenti delle storie delle quali è protagonista, per ritornare nella natia India, l'autore si è mosso alla ricerca di modelli di teatro, nella consapevolezza che essi rappresentano realtà dinamiche non solo su base etnica, ma anche e soprattutto siano espressioni delle società che li hanno generati. L'individuazione di forme teatrali ha teso alla strutturazione di ipotesi che hanno cercato di metter in luce l'unicità dei fenomeni studiati, il loro assoluto sincretismo con l' humus da cui hanno preso vita, presentati non come proposti universali culturali ma come generi teatrali ritenuti dall'autore più significativi.
giovedì 5 ottobre ore 17
Laboratori DMS - TEATRO (via Azzo Gardino, 65/a)
Paola Bignami
Storia del costume teatrale:
oggetti per esibirsi nello spettacolo
e in società
[Roma, Carrocci 2005]
In un periodo nel quale la cultura occidentale -
affrancata da codici suntuari e norme formalizzate di vestiario -
pareva aver raggiunto la massima libertà individuale, essa si
trova a incontrare culture che vedono nell'abbigliamento icone etiche e
normative dell'intera società: chador vs nudelook. Quanto mai
tempestiva è quindi una storia dell'abbigliamento utile alla
comunicazione nello spettacolo e anche in società.
Questa storia del costume teatrale - senza trascurare episodi accaduti
sui palcoscenici teatrali e della danza o gli stili proposti sui set
cinematografici, pur in un percorso cronologico, dai greci ai giorni
nostri - non dimentica mai di rilevare come la cultura del novecento
ricostruisca i temi e le atmosfere del passato: vale a dire come i
costumisti moderni vestano una Medea o un Amleto, una Giuletta Capuleti
o un'Elisa di Rivombrosa.
Il volume è dedicato, idealmente, alle grandi Sartorie Teatrali
Italiane che producono per i set internazionali e, spesso, realizzando
costumi nati dalla fantasia dei costumisti, meritano il premio Tony
Award per il teatro o il prestigioso Oscar cinematografico.
Paola Bignami insegna Teoria e storia della scenografia come professore associato presso il corso dams dell'Università di Bologna. Studiosa della tradizione teatrale italiana tra Otto e Novecento, dei problemi della scenografia e del costume contemporanei, partecipa all'organizzazione e alla docenza di Master in Imprenditoria dello spettacolo promossi dall'Università di Bologna ed ai Corsi di professionalizzazione del personale tecnico-operativo dei teatri.
giovedì 25 ottobre ore 11
Arnaldo Picchi
La macchia d’inchiostro di Roberto Roversi, con note e appendice a cura di Arnaldo Picchi
[Bologna, Pendragon 2006]
La macchia d'inchiostro, testo teatrale di Roberto
Roversi, del 1976, tratta la storia di Paul-Louis Courier, ufficiale
napoleonico e insigne grecista, noto soprattutto per i suoi taglienti
pamphlets politici contro la restaurata monarchia di Luigi XVIII.
Roversi ne ripercorre invece, in avventura picaresca, le vicende
durante le campagne militari in Italia, e soprattutto la famosa storia
della macchia d'inchiostro che Courier lasciò su una pagina di
un codice della Laurenziana di Firenze che conteneva un passo, ritenuto
perduto, del Dafni e Cloe di Longo Sofista, con lo scandalo
internazionale che ne seguì e che mise a subbuglio il mondo dei
filologi e dei bibliofili.
Arnaldo Picchi ne ha curato una edizione commentata come lettura preliminare a una regia.
Arnaldo Picchi fa parte del corpo docente del DAMS dal 1973. Ma del DAMS ha collaborato anche alla fondazione con allestimenti teatrali nel 1968 e '69. Attualmente è responsabile dei corsi di Istituzioni di Regia e di Iconografia teatrale.
giovedì 9 novembre ore 17 [RINVIATA A DATA DA DEFINIRSI]
Laboratori DMS - TEATRO (via Azzo Gardino, 65/a)
Claudio Meldolesi
Fra testi e ruote. Il lavoro del dramaturg. Dall’area
teatrale tedesca a quella italo-francese. Sviluppi storici e un
percorso professionale in atto di Claudio Meldolesi - Renata Molinari
[Milano, Ubulibri 2006]
La parte di Claudio Meldoles i si articola attraverso una ricostruzione storica della drammaturgia tedesca, elaborata per fasi, mirando ai fattori di generalizzabilità all'intera Europa. L'autore disegna quindi un'articolata mappa di tale collaborazione nei paesi latini, a cominciare dai suoi annunci ottocenteschi. Ne deriva una messa in discussione delle differenze con le prassi tradizionali di riattivazione testuale e un a volte sorprendente insieme di esperienze che ci siamo abituati a considerare diversamente. La parte di Renata Molinari elabora un'esperienza avviata con Grotowski e focalizzatasi al fianco di Thierry Salmon, per poi interagire con altri maestri recenti in Italia. Lungo la ricostruzione l'autrice fornisce limpidi elementi propedeutici per un esercizio sperimentale della dramaturgie considerando il laboratorio un suo fondamentale epicentro.
Claudio Meldolesi è professore ordinario al DAMS dell'Università di Bologna. Socio dell'Accademia dei Lincei M. ha pubblicato una decina di libri, fra cui: Gli Sticotti. Comici italiani nei teatri d'Europa del Settecento (Edizioni Storia e Letteratura 1969); Fondamenti del teatro italiano. La generazione dei registi (Sansoni 1984); Brecht regista , con L. Olivi (Il Mulino 1989); Teatro e spettacolo nel primo Ottocento , con F. Taviani (Laterza 1991), Premio Pirandello 1993. È direttore responsabile della rivista "Prove di drammaturgia", membro del 'Centre de Dramturgie' di Parigi e collaboratore dell'International School of Theatre Antropology.
giovedì 23 novembre ore 17
Anna Maria Monteverdi
Le arti multimediali digitali.
Storia, tecniche, linguaggi, etiche ed estetiche delle arti del nuovo millennio
a cura di A. Balzola e A. M. Monteverdi
[Milano, Garzanti 2004]
giovedì 7 dicembre ore 17
Cristina Valenti
Altri teatri
[Arezzo, Zona 2006]
Altri teatri. Animazione teatrale e linguaggi delle diversità. A partire dagli anni Sessanta e Settanta, quando il teatro ha dilatato i suoi confini per entrare negli ospedali psichiatrici, nelle fabbriche, nei quartieri operai e periferici, l’esperienza artistica si è aperta ai soggetti non rappresentati, restituendo loro il diritto all’espressione e alla creatività. Gli anni Novanta hanno visto moltiplicarsi le esperienze, mentre cresceva il dibattito fra finalità artistiche e utilità terapeutica, fra teatro professionale e terapie a mediazione teatrale. Oggi, la crescita professionale di molti attori per i quali il teatro non è esperienza eccezionale, ma integrata e continuativa, impone di considerare insieme il valore d’arte e le prospettive di inclusione sociale dell’esperienza scenica, quando sia praticata come percorso formativo e opportunità di espressione. Il volume presenta in forma antologica, con ampi apparati introduttivi, i principali contributi relativi alla riflessione critica e alle esperienze artistiche sviluppatesi, nell’arco di tempo considerato, negli ambiti del teatro sociale: con persone portatrici di disabilità (fisica o mentale) o soggette a detenzione.
Cristina Valenti è ricercatrice
e insegna Storia del Nuovo Teatro presso il Corso di Laurea
specialistica in Discipline dello Spettacolo
dell’Università di Bologna. Ha insegnato Teatro di
Animazione, Organizzazione ed Economia dello Spettacolo e Pratiche e
Gestione delle Performing Arts presso le Università di Genova e
di Bologna.
Fra i volumi pubblicati: Comici artigiani. Mestiere e forme dello spettacolo nella prima metà del Cinquecento (Panini 1994), Premio Pirandello per la saggistica teatrale; Conversazioni con Judith Malina (Eleuthera 1995); Living with The Living. Il Living Theatre in Europa (1964-1983) (IBAC, 1998); Oiseau Mouche. Personnages, con Antonio Calbi (T90, 2000); Il teatro nelle case (le ariette 2001); Katzenmacher. Il teatro di Alfonso Santagata (Zona, 2004).
Collabora a varie riviste teatrali e culturali. Svolge collaborazioni
drammaturgiche e organizzative per diversi artisti, compagnie e teatri.
È direttore artistico dell’Associazione Scenario e dirige
la rivista on line “SCENARIOnews”.
venerdì 19 gennaio ore 17
Marco De Marinis
La danza alla rovescia di Artaud.
Il Secondo Teatro della Crudeltà (1945-1948)
[Roma, Bulzoni 2006]
“Culture Teatrali” num. monografico
su Antonin Artaud [n.11, autunno 2004]
Il numero 11 di "Culture Teatrale", Artaud/Microstorie, è dedicato interamente alla figura di Antonin Artaud e raccoglie i contributi di Fabio Acca, Lucia Amara, Alfredo De Paz, Luisamaria Ercolanelli, Evelyne Grossman, Caterina Pecchioli e dello stesso Marco De Marinis.
Il volume La danza alla rovescia di Artaud. Il Secondo Teatro della Crudeltà (1945-1948), edito nel 1999, propone di parlare di un'ulteriore stagione del Teatro della Crudeltà per le teorie e le pratiche che, in qualche modo, possono essere riferite al teatro (sia pure in un0accezione estremamente dilatata) negli ultimi anni di vita di Artaud, quelli del "dopo la follia".
Alla fine della sua vita e del suo percorso artistico, Artaud concepisce il Teatro della Crudeltà (di cui aveva parlato per la prima volta negli anni Trenta) come un grandioso progetto etico-politico di insurrezione fisica: si tratta di trasformare (nuovamente) la scena in un "crogiolo" nel quale l'uomo (non più soltanto l'attore) possa rifare la propria anatomia, ricostruirsi un corpo, rifiutando quella che Jacques Derrida ha chiamato la "differenziazione organica": un corpo senz'organi.
Il 2° Teatro della Crudeltà, come teatro del violento rifacimento corporeo, da un lato radicalizza elementi già presenti nella teoresi teatrale degli anni Trenta (la centralità del corpo e del linguaggio fisico, il concetto di azione efficace, il teatro come magia curativa e trasformazione alchemica, la relazione teatrale come contagio) nel nuovo contesto rappresentato dal "materialismo assoluto" dell''ultimo Artaud; dall''altro lato, esso costituisce la trasfigurazione-reinvenzione delle pratiche fisiche e vocali (un vero e proprio training, o meglio lavoro su di sé, centrato sul souffle) intraprese da Artaud, a più livelli, già nella clinica di Rodez, per difendersi dalla distruzione dell'internamento, e che stanno anche alla base della sua estrema, straordinaria stagione produttiva: la "scrittura vocale" delle ultime grandi opere letterarie.
Se non ci fanno velo la leggenda di un Artaud refrattario alla tecnica e il pregiudizio della follia, il 2° Teatro della Crudeltà può cominciare ad essere collocato nel posto che gli compete, e cioè accanto alle altre grandi esperienze teorico-pratiche di educazione corporea e di addestramento psicofisico dell'attore portate avanti dai maestri del teatro contemporaneo. Ma non basta. Lungi dall'essere una sorta di scheggia impazzita del Teatro e il suo doppio, il 2° Teatro della Crudeltà si rivela invece - a uno sguardo più attento e meno prevenuto - come una tappa ulteriore, e molto più radicale rispetto al 1°, sulla strada di quel fenomeno cruciale del Novecento che è il superamento o, meglio, l'auto-superamento del teatro, secondo una linea che dallo Stanislavskij del lavoro su Tartufo porta alle ricerche di Grotowski, dalla fase parateatrale fino a quella, conclusiva, dell''Arte come veicolo.
Marco De Marinis è professore ordinario di Discipline teatrali all''Università di Bologna, Corso Dams. È autore di molti volumi editi in Italia e all''estero. Fra gli ultimi: Visioni della scena. Teatro e scrittura (Roma-Bari, 2004); En busca del actor y del espectador. Comprender el teatro II (Buenos Aires, 2005). Per i tipi di Bulzoni ha pubblicato: Capire il teatro, 1999; In cerca dell''attore. Un bilancio del Novecento teatrale, 2000. Fa parte della redazione della rivista "Versus", diretta da Umberto Eco, ed è membro permanente dell''ISTA, International School of Theatre Anthropology, diretta da Eugenio Barba. Nel 1999 ha fondato la rivista "Culture Teatrali", di cui è direttore. Attualmente è il responsabile scientifico del Centro di Promozione Teatrale "La Soffitta" di Bologna.