Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna
IL VILLAGGIO ECOLOGICO DI GRANARA (prov. di PR)
Gruppo di studio: Angela Dalia, Mara Palmieri, Claudia Pistolese, Francesca Veltre
Centro
di sperimentazione e ricerca Granara è un piccolo agglomerato di case contadine costruite in pietra e legno sull'appennino tosco-emiliano, in alta Val di Taro. Con i suoi oltre 100 ettari di campi e pascoli rivolti a sud, di boschi di cerro e di torrenti, è sicuramente un posto meritevole di essere fatto rivivere. Il Progetto Granara alla sua fondazione, nel 1993 anno di scrittura della prima Magna Charta era composto da tre sottoprogetti (settori) integrati tra loro. I fondatori hanno ritenuto indispensabile connettere fra loro attività di produzione agricola biologica (senza l'uso di sostanza chimiche di sintesi), con attività di ricerca e sperimentazione tecnologica nel campo delle tecnologie appropiate (a basso impatto ambientale) e con attività di educazione ambientale e alla salute, consapevoli che questi tre settori costituiscono tre facce di un'unica risposta alla frattura ecologica. Oggi il progetto segue le linee di una rifondazione avvenuta nellestate del 2001 che ha favorito la nascita ufficiale del settore teatrale oltre ad una totale ristrutturazione della gestione organizzativa. A livello pragmatico, sono state costituite tre fasce di azione: Il Consorzio dei proprietari terrieri che tramite un atto notarile rende tutti gli interessati proprietari della medesima quota associativa coinvolgendoli in una gestione collettiva delle terre e dando loro il potere decisionale sullapprovazione dei progetti. LAssociazione, non ancora riconosciuta legalmente, è costituita da soci anche esterni al villaggio, si fa carico dellintegrazione fra i progetti e dei rapporti di comunicazione tra questi ed il consorzio proprietari. I gruppi di lavoro pianificano la fattibilità e la realizzazione dei singoli progetti e si dividono in quattro settori:
La scommessa del villaggio è quella di riuscire ad offrire ai suoi abitanti e visitatori una visione globale, in grado di mettere in relazione tra loro aspetti della produzione e del vissuto quotidiano, normalmente scollegati sia da un punto di vista energetico sia da un punto di vista sociale. A tal fine, solo per fornire alcuni esempi, impianti dimostrativi di produzione energetica con uso di fonti rinnovabili (vento, sole, biomasse) sono messe in relazione, fin dall'inizio, con la progettazione delle abitazioni ad alto risparmio energetico; la produzione dei rifiuti viene messa in relazione con la produzione agricola mediante la fitodepurazione degli scarichi e il compostaggio dei rifiuti organici; la promozione delle tecnologie appropriate è messa in relazione con un intervento culturale nelle scuole. Una forte spinta che muove i promotori non è il rifiuto della città, bensì per contro la consapevolezza di una necessaria integrazione tra città e campagna. In quest'ottica nasce l'Associazione che collega inizialmente Granara alla cooperativa Alekos di Milano, la quale verrà a svolgere, anche se non in esclusiva, quelle funzioni di promozione delle iniziative, di distribuzione dei prodotti (tramite il progetto Maltrainsema), nonché diffusione dei princìpi basilari, così necessari ad una massima incisività del progetto. Si può ribaltare la macro-economia? La società è a un bivio fra distruzione di se stessa e rinnovamento globale. La macro-economia è forse l'ambito più difficile col quale confrontarsi; eppure il confronto con il mercato potrà non essere distruttivo se riusciremo a far sì che entità economiche autogestite conservino almeno parzialmente le loro identità di servizi per la rete di comunità, resistendo contro la tendenza a diventare semplici cellule impazzite del mercato. Come? Sperimentare l'uscita dall'uso del denaro come criterio mediato di valore dello scambio è una delle tensioni economiche e politiche interne alla federazione. L'ideale di mercato a cui la federazione tende, non è quello autarchico, viene data però la massima attenzione all'autosufficienza di base dei singoli aggregati territoriali, contro una divisione internazionale del lavoro che determina una sempre crescente dipendenza di alcune regioni o paesi da altri. Solo un'alternativa economica? È bene precisare che la federazione non è composta solo da realtà produttive. In essa vi è posto per gruppi di azione politica, di intervento sociale volontario o per qualsiasi altra realtà che abbia le caratteristiche richieste dalla presente Magna Charta. L'interrelazione tra gruppi che hanno una funzione economica primaria e gruppi che hanno caratteristiche eminentemente politiche o sociali è, anzi, la garanzia di una maggiore complessità, in grado di allontanare i rischi di economicismo dati dal privilegiare eccessivamente la sfera economica. Questa nostra strategia economica è parte di un tentativo di costruzione di una società parallela fondata su principi etici in grado di contagiare pacificamente e inesorabilmente la società dominante. Il Progetto Teatro Ad alzare i termini della scommessa del villaggio è il Teatro. Lespressione artistica è considerata parte integrante della sperimentazione utopica. Portare il teatro a Granara significa arricchire il Villaggio di unesperienza che contribuisca alla ricerca di una vera alternativa sociale. Trascinare lazione al di fuori dei luoghi deputati per riconoscere, al di là dei mezzi, limportanza del puro incontro tra individui e dello scambio tra i diversi linguaggi, facendo del teatro un canale di comunicazione efficace che riveli i princìpi fondanti di una visione globale alternativa. È il progetto più giovane tra quelli nati a Granara. Ha soltanto due fondatori, entrambi attori di formazioni diverse. Vede con favore lo sviluppo di una rete di persone che collaborino sui singoli progetti e che possano utilizzare le strutture anche per esperienze autonome. Francesca Veltre è sostenitrice del Villaggio Granara dal 1996, ha cominciato in un contesto di teatro di strada come trampolista e sputafuoco, una prima esperienza con il teatro di prosa è avvenuta con Pier Paolo Nizzola della compagnia Quelli di Grock; ha partecipato a diversi stage e seminari tra cui uno "illuminante" diretto da Eugenio Barba, e un altro di mimo condotto dalla scuola di Marcel Marceau. Approdata alla Scuola Internazionale di Teatro Ida Kuniaki, ha seguito un percorso incentrato sul metodo Jacques Lecoq. Oggi è membro stabile della Libera Accademia del Parnaso e studia presso il DAMS di Bologna. Stefano Guizzi ha conosciuto il Villaggio in occasione della prima edizione del festival nel 2000, al quale ha partecipato come fruitore. Questa esperienza, dice, lha colpito profondamente, al punto di convincerlo a diventare parte integrante del Villaggio. Nel giro di pochi mesi ha acquistato una porzione abitativa tra le ultime disponibili a Granara ed un tendone da circo, segno della sua volontà di riprendere le fila dellesperienza passata di teatro di strada. La sua formazione ha seguito un percorso canonico (fatta eccezione per le esperienze da saltimbanco). Dopo la frequentazione della scuola del Piccolo Teatro di Milano, ha iniziato a lavorare come membro stabile nella compagnia di Giorgio Strehler, partecipando a molti degli spettacoli prodotti dal Piccolo negli ultimi 15 anni. Il lavoro continuativo con Strehler ha avuto una parentesi di circa due anni durante i quali, trasferito in Germania, ha lavorato per la produzione di spettacoli con la regia di Bob Wilson. Il gruppo intende costituirsi legalmente anche se fino ad oggi non ha trovato una forma giuridica adatta che possa comprendere o considerare anche gli altri settori integranti. Tra le finalità, quella di organizzare e gestire seminari, festival, conferenze, dibattiti, incontri, spettacoli concerti, laboratori di creatività. Oggi utilizza alcuni spazi che sono stati realizzati in autocostruzione in occasione del primo festival come un palco allaperto, posto ai piedi di un declivio che fa da anfiteatro naturale, ed il tendone da circo che ha permesso fino ad oggi lospitalità di spettacoli o laboratori e training. È prevista, tra il 2005 ed il 2007, la costruzione di una sala polivalente ricavata da un vecchio fienile, da gestire in condivisione con gli altri gruppi di lavoro. Altri luoghi, come lufficio, la falegnameria/officina, un magazzino o camere, servizi igienici destinati allospitalità, sono tutti pensati in condivisione con gli altri settori. Tra le finalità più estese, luso delle strutture come residenza temporanea di giovani gruppi che svolgano un periodo di prove e di training in condizioni di speciale concentrazione, o lo sviluppo di angoli dedicati alle arti visive, in forma di laboratori aperti. Altra vocazione forte del gruppo è il viaggio, progetto da sviluppare in parallelo con quello a Granara. Il Progetto Carovana vuole essere veicolo delle esperienze nate nel Villaggio, dal teatro alle tecnologie appropriate, leducazione ambientale e i principi del consumo critico. In una forma itinerante, è un intervento culturale di comunicazione alternativa non violenta. Il gruppo conta prevalentemente su finanziamenti privati, introiti ricavati dalle attività, e una piccolissima parte di contributo pubblico. Fino ad oggi il denaro ricavato è stato integralmente reinvestito nella ristrutturazione degli spazi. Lesperienza più significativa fino ad oggi svolta nellarea teatrale è senza alcun dubbio quella del festival. Granara Festival Granara Festival - laboratorio teatrale nasce come idea nellestate del 1999 dallincontro-confronto di quattro differenti gruppi (tra cui il Villaggio Ecologico di Granara) uniti dal desiderio di trovare e creare luoghi altri in cui lo scambio reciproco di esperienze, energie e idee non fosse necessariamente sottoposto a logiche di mercato e tanto meno identificabile in specifiche celle di appartenenza. I quattro gruppi provengono da contesti ed esperienze differenti. Quelli di provenienza teatrale percorrono essenzialmente le tracce del teatro di ricerca barcamenandosi tra difficoltà finanziarie e difficoltà di reperimento spazi, con una costante spinta verso lindipendenza; gli altri fanno riferimento allarea libertaria e a quella del consumo critico, vissuti in un contesto politico sociale autogestito:
È Renata Ciaravino drammaturga del collettivo I Dionisi, con un trascorso di esperienze politico-sociali identico a quello dei componenti del gruppi Maltrainsema e Granara a fare da tramite alla conoscenza tra tutte le realtà coinvolte. Questo il suo manifesto, scritto in occasione della prima edizione del festival: UN FESTIVAL DI TEATRO A GRANARA
Renata Ciaravino Granara Festival - laboratorio teatrale è il tentativo di creare un contesto di incontro "straordinario" tra le persone. Il suo strumento è il teatro, nel senso più ampio del termine. Vuole offrire uno sguardo su vari generi e stili cercando di ospitare non soltanto spettacoli di prosa (il campo certamente più praticato dagli organizzatori). I criteri di scelta sono vari: artisti di qualità che accettino di venire ad un mini-festival che ha solo una settantina di spettatori garantiti e che siano disposti a muoversi con il solo rimborso spese (dato che di più non si riesce a offrire), artisti che facciano un teatro "popolare", il che vuol dire semplicemente comunicativo, intenso, comprensibile anche a orecchi non esperti o affezionati al teatro, artisti che condividano non solo la serata del loro spettacolo, ma soprattutto le giornate del festival e la "vita comunitaria" che si viene a creare in quei giorni; e ancora: i lavori degli organizzatori, non tanto per la fame di rappresentare le proprie produzioni, ma per la constatazione del fatto che la qualità dellesperienza che si viene a creare quando il pubblico è lo stesso con cui hai mangiato, a cui hai preparato da mangiare, per il quale hai diretto i training, condiviso giornate intere di lavoro, produce un livello di qualità dincontro entusiasmante, interessante e importante. Per questi motivi è stato deciso, per i fruitori, un tipo di iscrizione a numero chiuso e a pagamento, favorendone in questo modo una stanzialità che potesse dar vita alla creazione di un gruppo/comunità durante tutta la permanenza al festival. Il contributo richiesto agli iscritti è stato per entrambe le edizioni di 50.000 lire al giorno, questo permetteva loro di usufruire di vitto, alloggio, partecipazione ai training, agli angoli dincontro allestiti allinterno, e la visione degli spettacoli serali. Lalloggio è stato pensato in campeggio con strutture igieniche allestite in autocostruzione con tecniche di bio-architettura e materiali di recupero; per alcuni, che specificatamente lo richiedessero, sono solitamente disponibili anche alcuni posti letto allinterno delle case di pietra che fanno parte della struttura del villaggio. La convivialità dei pasti consumati assieme può diventare anchessa momento dincontro e di scambio di idee. Per questo motivo la struttura che ospita questi momenti è stata pensata in modo da dare la possibilità a ognuno dei commensali di far parte di ununica tavolata. Il vitto, grazie al contributo dellassociazione Maltrainsema, prevede pasti e bevande assolutamente biologici o provenienti da realtà produttive equo-solidali , viene preparato da due responsabili cucina (per la prima edizione due membri di Granara, per la seconda, due attori dellA.T.I.R.) con il supporto di tutto il gruppo organizzativo suddiviso in turni di lavoro. La mattinata viene dedicata ad una serie di training fisici e vocale, gestiti dagli attori delle compagnie organizzatrici o da ospiti speciali che si prestano gratuitamente (nellultima edizione il laboratorio di giocoleria è stato tenuto da Miloud Oukili). Il pomeriggio è per lascolto e la ricerca di contenuti che possano fare teatro, e quindi lallestimento di spazi denominati "angoli", in cui la parola fa da padrona. Si tratta ad esempio dellangolo della poesia gestito da Matilde Facheris (Dionisi) e Nadia Fulco (A.T.I.R.), in cui dire e ascoltare poesie, raccontare storie, e cantare canzoni dautore avviene in una cornice suggestiva in unambientazione agreste o tra le case di pietra sempre allora del tramonto e sorseggiando un bicchiere di vino. Langolo della storia invece, vuole ricordare, testimoniare, occuparsi dei luoghi e dei nomi del passato e della contemporaneità. Da qui il desiderio di parlare della Resistenza, della Rivoluzione Spagnola del 1936, della strategia della tensione, della situazione nei Balcani il tutto con lausilio di documenti storici o testimonianze dirette, con il coordinamento di Renata Ciaravino (Dionisi) e di Maria Pilar Perez Aspa (A.T.I.R.). Alcuni i laboratori di creatività gestiti dalla scenografa Spazzi (A.T.I.R.), con lavorazioni di materiali e colori per lallestimento di un parco giochi e di un totem, testimonianza della presenza del festival a Granara. Tutte le sere è previsto uno spettacolo teatrale allestito in due differenti strutture, quali un palco costruito in legno con materiale di recupero da scenografie del Piccolo Teatro di Milano su un declivio naturale, che ricorda atmosfere dellantica Grecia oltre ad avere unottima acustica; ed un tendone da circo acquistato da Stefano Guizzi, attore, oggi anche membro di Granara. OSPITI DELLA PRIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL (10-13 luglio 2000): Lo show Stragicomico (Collettivo Dioniso) Semplicemente no! Tratto dalle lettere dei condannati a morte della Resistenza europea, (A.T.I.R.) Mozart (Francesco Micheli con i Pomeriggi Musicali) Contraerea (Patrizio DallArgine) OSPITI DELLA SECONDA EDIZIONE DEL FESTIVAL (16-22 LUGLIO 2001): Passione (Settimo Torinese, con Laura Curino) Gli Apprendisti stregoni (Compagnia Rosso Tiziano) Toni, lavventura umana di Antonio Ligabue (Teatro delle Briciole, con Patrizio DallArgine) I ragazzi d Bucarest (Miloud Oukili e Fondazione Parada) Radioclandestina (Ascanio Celestini) Verdi (Francesco Micheli con i Pomeriggi Musicali) La volontà del Festival è anche quella di confronto e scambio profondo con le realtà locali e con il territorio che lo ospita. A questo proposito si pone la collaborazione con lassociazione ALTEREGO di Borgotaro. In occasione della seconda edizione del festival, presso la sua sede è stato realizzato un laboratorio teatrale della durata di tre mesi, che ha visto i partecipanti coinvolti in uno spettacolo finale durante il festival. Condotto da Silvia Gallerano (I Dionisi) e Francesca Veltre (Granara), ha permesso di accedere agli unici fondi che sono stati destinati allintero progetto festival (L. 4.000.000) da parte della Comunità Montana delle Valli del Taro e del Ceno che ha in ogni caso patrocinato lintera iniziativa. La prima edizione del festival si è svolta dal 10 al 13 luglio 2000, hanno partecipato 25 organizzatori e 50 fruitori paganti con una spesa di realizzazione di L. 11.105.000 su una base per L. 8.981.000 di entrate, con uno scoperto (preventivato) di L. 2.124.000, suddiviso tra tutti i gruppi partecipanti (L. 750.000 ciascuno). La seconda edizione si è svolta dal 16 al 22 luglio 2001, hanno partecipato 35 organizzatori e 80 fruitori con una spesa di L. 10.035.00, a fronte di L. 9.070.000 di entrate, e L. 4.000.000 di contributo, con un utile finale di L. 700.000 per ogni gruppo partecipante. La differenza sostanziale tra le due edizioni si è vista nella giornata conclusiva che, nella seconda, ha visto lintero gruppo coinvolto in una parata per le strade di Borgotaro, con dimostrazione conclusiva di tutte le attività, il tutto supportato dai negozianti del paese che hanno fornito cibo e bevande per tutti.
|