Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna COMPENDIUM MUSICAE

Cartesio
Compendium musicae

Avvertenza: le [...] indicano una lacuna nella traduzione italiana.

 

VIII De Quarta

Haec infelicissima est consonantiarum omnium, nec vnquam in cantilenis adhibetur, nisi per accidens & cum aliarum adiumento. Non quidem quod magis imperfecta sit, quam tertia minor aut sexta; sed quia tam vicina est quintae, vt coram huius suavitate tota illius gratia evanescat.

Ad quod intelligendum, advertendum est numquam in Musica quintam audiri, quin etiam quarta acutior quodammodo advertatur. Quod sequitur ex eo quod diximus, in vnisono octava acutiorem sonum quodammodo resonare. Sit enim, v. g., A C distans a D B vna quinta, & huius resonantia, octava acutior, sit E F; illa certe distabit a D B vna quarta: vnde fit vt illa quasi vmbra quintae, quod illam perpetuo comitetur, possit appellari.

Atque inde iam patet, quare illa in cantilenis primo & per se, hoc est inter bassum & aliam partem, non possit reponi. Cum enim dixerimus caeteras consonantias duntaxat ad variandam quintam esse vtiles in Musica, certe evidens est illam fore inutilem, cum quintam non variet. Quod patet, quia si illa poneretur in graviori parte, quinta acutior semper resonaret: vbi facillime auditus adverteret, illam a fede propria ad inferiorem esse deturbatam; ideoque maxime quarta illi displiceret, quasi tantum vmbra pro corpore, vel imago pro ipsa re, foret obiecta.

VIII La quarta

Di tutte le consonanze questa è la più infelice, e non è mai introdotta nelle melodie se non per accidente e con l’appoggio delle altre consonanze. Non tanto perché sia più imperfetta della terza minore o della sesta, ma in quanto è così vicina alla quinta che al paragone della dolcezza di quest’ultima tutta la sua grazia si perde.

Per comprendere questo bisogna avvertire che nella musica non si ode mai una quinta senza percepire in qualche modo anche la sua quarta acuta. Il che deriva da quanto s’è detto, ossia che nell’unisono risuona in certo modo il suono all’ottava acuta. Si dia ad esempio AC, che con DB è a un intervallo di quinta, e sia EF la sua risonanza più acuta:

|----------- |----------- |----------- |
A     C
|----------- |----------- |
D   B

E - - - - -- - - - F

Quest’ultima dista da DB d’un intervallo di quarta: per cui la quarta potrebbe essere definita quasi l’ombra della quinta, perché la segue sempre.

È dunque chiara la ragione per cui la quarta non può essere posta nelle melodie in primo luogo e per sé, ossia tra il basso e un’altra parte. Abbiamo infatti detto che tutte le consonanze sono utili in musica solo a variare la quinta, dunque è evidente che la quarta sarà inutile, in quanto non varia la quinta. Se infatti la quarta fosse posta sul basso, risuonerebbe sempre una quinta più acuta, e l’udito avvertirebbe facilmente che essa è stata cacciata dalla propria posizione naturale verso una posizione inferiore; e perciò la quarta dispiacerebbe moltissimo, come se un’ombra fosse posta in luogo d’un corpo, o un’immagine invece della cosa stessa.

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