Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna
SUONI DAL MONDO Festival di Musica Etnica - V Edizione |
Mercoledì 16 Novembre ore 21.30 Aula Absidale - via de' Chiari 23/a
BEN KADY E OUSSENI COULIBALY ENSEMBLE
Musica e danze dell'Africa Occidentale (Burkina Faso)
Il gruppo del polistrumentista Ben Kady e di Ousseni Coulibaly, composto da sei musicisti e due ballerini, è originario di Bobo Diulasso, importante centro urbano del Burkina Faso (ex Alto Volta), crocevia culturale dell'Africa occidentale dove, da sempre, si incontrano e confrontano le diverse culture da cui è composta la sua vasta popolazione.
Autentico mosaico etnico e culturale, Bobo Diulasso è stato, ed è tuttora, "il luogo" del rinnovamento e del rilancio della musica tradizionale del Burkina Faso, una musica che si è fatta conoscere in Europa grazie alla circolazione, in festival e concerti, di gruppi come Farafina (già ospiti di Suoni dal Mondo) che hanno fatto apprezzare a livello internazionale la ricchezza e la creatività del vero "suono" africano.
La musica, i canti e le danze qui proposte derivano direttamente dal patrimonio tradizionale dei popoli Senufò, Bobò, Diulà e sono arricchite dalle immancabili e trascinanti improvvisazioni degli artisti che riescono a creare in concerto un "campo di suoni" veramente vicino all'espressività popolare africana più autentica e vitale.
Gli strumenti impiegati sono il djembé, tamburo a calice ricavato da un tronco dalbero scavato a mani nude; il balafon, xilofono in legno dotato di piccole zucche essiccate come casse di risonanza; ngoni, arpaliuto costituita da una zucca coperta da una pelle e dotata di un manico di legno su cui sono fissate quattro corde; lounga o tama, tamburo a due facce di cui è possibile modulare il suono tendendo o allentando le corde che reggono le pelli; bara, tamburo dal suono grave costituito da una grossa zucca coperta da una pelle di capra e suonato a mani nude; vari tipi di crepitacoli e piccole percussioni.
Le danze, che derivano sia dalla tradizione popolare delle campagne e mimano i lavori dei campi (semina, raccolta, estirpazione delle erbacce ecc.), sia dai rituali dei villaggi (danze per i funerali, per il corteggiamento, per liniziazione dei giovani ecc.), sono arricchite da improvvisazioni e dalla ricerca di nuovi passi e movimenti corporei.
Venerdì 18 Novembre ore 21.30 Aula Absidale - via de' Chiari 23/a
Canti epici e popolari della Turchia
LAnatolia di oggi è ancora percorsa da cantanti itineranti che si spostano di città in città perpetuando una tradizione secolare che ricorda da vicino quella dei nostri trovatori del Medioevo. I trovatori della Turchia (gli "Ozan", cone vengono chiamati in Anatolia) esprimono una poesia ancora strettamente legata alle vicende umane e sociali, e cantano le sofferenze, le ingiustizie, le passioni collocando il ruolo del poeta a mezza via tra il misticismo e la rivolta.
Ozan Firat, straordinario interprete di questa antica forma di poesia cantata, è nato a Sivas in Anatolia, sullEufrate (Firat in lingua turca), in una regione a forte presenza curda, è stato educato alla musica ed alla poesia da suo padre e dai suoi fratelli, iniziando a cantare professionalmente alletà di quindici anni. Emigrato in Francia nel 1970, ha raggiunto una notevole notorietà ed è attualmente considerato uno dei massimi interpreti viventi della tradizione degli ozan del suo paese. Il repertorio di Ozan Firat comprende canti della confraternita religiosa dei Bektachi (che fin dal XII sec. considera la musica come miglior mezzo di elevazione spirituale), canti popolari damore, di nostalgia, di festa e i canti classici dei trovatori turchi risalenti al XVI sec..
SAIS NISSIA gasba (flauti di canna)
Canti arabo-berberi (Algeria)
Continuatrice della grande tradizione musicale del azryat (donne libere) berbere, cantanti e poetesse, la cui presenza nelle corti e nelle feste più importanti era pressoché obbligata per fornire prestigio allospite, Houria Aichi fa rivivere il canto arabo-berbero delle montagne dellAures, la catena montuosa più importante dellAlgeria. Fin dallantichità questa impervia regione si è conquistata la reputazione di autentico conservatorio dellidentità culturale arabo-berbera.
Houria Aichi accompagna i suoi canti suonando il bandir (cembalo) come le antiche poetesse e cantanti arabo-berbere itineranti che hanno narrato i tormenti della passione, la bellezza dellamante, il coraggio dei combattenti o la tenerezza della madre per il figlio diletto.
Said Nissia, con i suoi gasba (flauti di canna) contribuisce in maniera determinante a ricreare atmosfere che vengono da lontano e che ci mettono in contatto con una tradizione musicale tra le meno note nellambito degli stili algerini conosciuti in Europa.
Mercoledì 23 e Venerdì 25 novembre ore 21.30 Aula Magna - via Castiglione 36
OPERA DI PECHINO
diretta da Lu Kuang
Prima Nazionale
LOpera di Pechino è la più conosciuta tra i circa 300 tipi di teatro e melodramma cinese. LOpera è, in realtà, una commistione di diverse forme di dramma musicale aventi origine nelle province del sud ovest della Cina (Anhui, Haubei, Sichuan).
Per tradizione si data la nascita dellOpera di Pechino nel 1790, quando diversi attori e musicisti si recarono a Pechino per celebrare lottantesimo compleanno dellimperatore Quianlong. Il grande successo di questo tipo di melodramma presso la corte e la popolazione, indusse i più importanti impresari a sostenerla; la costituzione di una vera e propria scuola ebbe luogo comperando bambini nel sud del paese per portarli a Pechino e destinarli ad apprendere dagli attori più esperti larte della recitazione i difficili movimenti del corpo e la musica dellOpera.
Non esistevano allora compagnie miste (di norma esse erano interamente maschili). Socialmente, la professione artistica era considerata di livello assai bassa e gli attori ed i musicisti non avevano alcun diritto legale e civile. Allinizio del ventesimo secolo con lapertura di numerose scuole di teatro e di musica, nonché per il favore che lOpera riscuoteva presso il grande pubblico, gli artisti ottennero qualche miglioramento dimmagine, nonostante il loro stato sociale rimanesse. Dopo il 1949 il governo eliminò questa discriminazione e lo stato degli artisti migliorò nettamente, ma lOpera fu riformata: inizialmente solo enfatizzando via via i temi rivoluzionari e poi, durante la rivoluzione culturale, mettendo definitivamente al bando lOpera tradizionale.
Nonostante le dure vicende che lOpera e gli artisti hanno dovuto subire, lamore del pubblico per essa non è mai venuto meno; oggi esistono in Cina molte compagnie di Opera tradizionale e moderna di ottimo livello.
I personaggi dellOpera classica fanno riferimento a quattro tipi di personaggi principali: il ruolo maschile (Sheng) quello femminile (Dan), i personaggi dal volto truccato (Jing) ed i clown (Chou) ogni peronaggio ha uno stile proprio sia nel canto sia nel movimento; non vengono impiegate maschere bensì un elaborato trucco che si ispira alle maschere usate dai danzatori delle dinastie Tang, Song e Yuang. I costumi di rifanno a quelli della dinastia Ming, indifferentemente dal periodo storico in cui si svolge lazione.
Gli attori utilizzano tutti una mimica strettamente tradizionale, e ogni gesto, come accarezzarsi la barba, o far roteare una manica del vestito o anche muovere un solo dito, lancia al pubblico precisi messaggi.
La musica è fornita da due diverse orchestre di strumenti a corda e percussione che accompagnano i rigidi schemi dellazione con una straordinaria ricchezza di ritmi e melodie. Il recitativo consiste in dialoghi o monologhi ritmati, in dialetto pechinese.
Martedì 29 novembre ore 21.30 Aula Absidale - via de Chiari 23/a
MUSICA E DANZE DEI POPOLI NOMADI DEL RAJASTHAN
Il Rajasthan, mitico paese dei principi indiani (Rajaputs) e accreditata terra dorigine di tutti i popoli zingari del mondo, accoglie ancora oggi numerose tribù nomadi di cui è riconosciuta in tutta lIndia e nel Pakistan una particolare abilità nella musica, nel canto epico e nella danza. Queste tribù delle valli del Sind sono ancora oggi depositarie di una cultura musicale elevata, proposta solitamente nel corso di cerimonie religiose o feste popolari durante gli spostamenti senza fine di villaggio in villaggio.
Considerati professionisti di alto livello dal mondo popolare, questi artisti sono sovente invitati a matrimoni, funerali, ricorrenze e feste private che non si potrebbero immaginare senza la loro presenza.
Il gruppo che partecipa a questa edizione di Suoni dal Mondo è formato da cinque artisti (tra cui due danzatrici appartenenti alla casta dei Sapera, la casta degli incantatori di serpenti) che danno vita a uno spettacolo di grande suggestione per il virtuosismo dei cantanti e dei suonatori di tabla, flauti e sarangui (violino del Rajasthan) e soprattutto per le danze del serpente e del fuoco che le due danzatrici Gulabi e Suva Kabelia, come due piccole dee colorate e sensuali interpretano con straordinaria maestria.
Lunedì 5 dicembre ore 21.30 Aula Absidale - via de Chiari 23/a
SHEIKH BARRAYN ENSEMBLE
Canto Sufi dellAlto Egitto
Vengono chiamati Sufi (ovvero "vestiti di lana", poiché lindossare un piccolo saio designava aspirare allascesi mistica) gli appartenenti alle confraternite religiose musulmane che riuniscono devoti certi che una delle strade privilegiate per compiere il percorso della propria fede possa essere quella della poesia, della musica e della danza: "Molte sono le strade che conducono a Dio", diceva Gialal ud Din Rumi, il grande poeta mistico turco del XIII secolo, "io ho scelto quella della musica e della danza".
Nonostante, in effetti, per il sufismo lesercizio dellarte, della poesia e della musica non si intendano mai fini a se stessi, gli appartenenti alle molte confraternite Sufi di Turchia, Egitto, Iran e altri paesi, hanno esercitato nei secoli un influenza profonda sulla cultura di tutto lIslam, e costituiscono tuttoggi un fenomeno filosofico artistico di tutto interesse.
C.I.M.E.S. Centro Interfacoltà di Musica e Spettacolo (Università degli Studi di Bologna) Via Guerrazzi 20 - 40125 Bologna