Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Suoni dal Mondo 2000 cinema

SUONI DAL MONDO

Festival di Musica Etnica - XI Edizione

SUONI DAL MONDO / CINEMA
Le schede dei film
 
 
martedì 4 APRILE
RITRATTI D'ARTISTA
 
N'GONIFOLA di Idrissa Diabate (Costa d’Avorio)
(N'gonifola, Musée de l'homme, Francia, 1997) 16mm - colore - 47'
 
N'Gonifolà è un termine della lingua mandingo che indica il musicista e costruttore del cordofono N'Goni. Protagonista del film è Yoro, un eccezionale musicista e un famoso cacciatore che tra il suo popolo è noto come " colui che vede nella notte come nel giorno". Ma Yoro è anche un bravo artigiano e fabbrica lui stesso il suo strumento seguendo i sistemi tradizionali: si serve di materiali naturali e dell'indice della sua mano sinistra come unità di misura per calibrare le differenti parti dello strumento. Attraverso le varie fasi della costruzione di un N'Goni, un liuto a quattro corde con la cassa di risonanza coperta di pelle, diffuso in tutta nell'Africa occidentale, il film ci accompagna alla scoperta delle tradizioni musicali dei cacciatori Dozo, che abitano al confine tra il nord della Costa d'Avorio e il sud del Mali.
 

MY NAME IS CELIA CRUZ di Anthony Wall (Cuba)
(Il mio nome è Celia Cruz, Bbc/Arena, UK, 1990) VHS - colore - 63'
 
Film-biografia di Celia Cruz la famosa cantante cubana che ha fatto conoscere, con le sue innumerevoli tournèe in tutto il mondo, la "salsa music", uno degli stili di musica e danza più trascinanti che Cuba abbia mai prodotto. Il film incontra l'artista a New York durante uno dei suoi soggiorni di lavoro e, tra uno shopping e una prova di spettacolo, mostra molte interviste in cui Celia racconta il suo modo di concepire la vita e la musica. La seconda parte del film è dedicata al concerto della cantante all'Apollo Theatre, un concerto passato alla storia del genere, dove Celia si esibisce accompagnata dall'orchestra di Tito Puente, con Johnny Pacheco come ospite speciale.

VAN MORRISON: ONE IRISH ROVER di Anthony Wall (Irlanda)
(Van Morrison: una quercia irlandese, Bbc/Arena, UK, 1991) VHS - colore - 74'
Da oltre venticinque anni Van Morrison crea il suo repertorio componendo e scomponendo differenti stili e generi musicali. Blues, Soul, Coutry, Jazz e musica tradizionale celtica, sono gli elementi su cui si fonda il suo singolare stile di cantante e compositore. Grandi musicisti, protagonisti della musica rock e popolare degli ultimi decenni, gli sono accanto per interpretare e creare con lui musica di grande spessore e intensità. In Grecia, sulla collina delle Muse, l' Acropoli di Atene, Morrison duetta con Bob Dylan. Sul Mississippi, alla ricerca delle radici del Blues, suona l'armonica a bocca con una leggenda vivente: John Lee Hooker. Insieme alla Big Band della radio Danimarca, canta con i Chieftains.. Il film è la testimonianza inconfutabile della straordinaria versatilità di questo artista che ancora oggi non cessa di stupire e affascinare il pubblico di tutte le età.
 
mercoledì 5 aprile
L'ARTE DEL CANTO
 
OUM KALSOUM: LES GRANDES VOIX DE LA CHANSON ARABE di Simon Bitton (Egitto)
(Um Kalsum: le grandi voci della canzone araba, Arcadia film, Francia, 1990)
VHS - colore - 52'
 
Ogni paese del mondo annovera nella propria storia personaggi che, per il loro particolare carisma e popolarità, hanno segnato un'epoca e ne sono diventati il simbolo. Normalmente si tratta di uomini provenienti dalla politica, ma ci sono anche casi che queste eccezionali figure provengono dal modo dell'arte e della cultura. Nel linguaggio comune si parla della Berlino di Bertold Brecht, si dice gli "anni del Rock" per indicare l' America degli anni '50, l'Inghilterra della fine degli anni '60 è dei Beatles, la Francia del dopoguerra è della Piaf, etc. La personalità che più d'ogni altra è diventata il simbolo della rivoluzione culturale avvenuta nel mondo arabo tra gli anni '40 e '60 è senza dubbio la cantante Um Kalsum (1902- 1975). Giustamente i sociologi e gli esperti del mondo arabo moderno affermano che il suo contributo è stato fondamentale per realizzare l'unità culturale degli arabi, dal Marocco all'India. Basta osservare le prime immagini del film, che mostrano le riprese originali dell'incredibile folla presente ai suoi funerali celebrati al Cairo, per rendersi conto di quale livello di popolarità fosse riuscita a raggiungere. Un film dedicato alla musica "leggera" araba che, attraverso la biografia artistica di Um Kalsum e i molti esempi musicali, ne evidenzia insospettabili valenze culturali e sociali.

LA DANCE DU VENT di Ragan Khosa (India)
(La danza del vento, musica di Shubha Mudgal, Pierre Grise distribution, Francia, 1998)
35mm - colore - 100'
 
Con lo sfondo di un'India lontana dall'iconografia tipica dell'esotismo occidentale e anche dalla drammatica immagine di fame e indigenza che ci perviene ancora dai paesi in via di sviluppo, il film racconta la storia, dolce e trasognata, di una giovane cantante e delle vicende che la costringono a ridefinire il rapporto con se stessa, con la madre perduta, con la propria arte e con le tradizioni magico-religiose della sua cultura. La colonna sonora, realizzata da Shubha Mudgal, è un lavoro di eccezionale accuratezza in cui la musica, i suoni della natura, le voci di fondo, gli echi e gli stessi dialoghi sono trattati in modo originale e inusuale, come se facessero parte di una sinfonia globale che avvolge i personaggi e le loro storie, trascendendo i normali modi di intendere il sonoro di un film.
 
giovedì 6 aprile
I LUOGHI DELLA MUSICA
 
L’ILE ROUGE di Jean-Michel Carrè e François Chouquet (Madagascar)
(Lisola rossa, Les Films Grain de Sable, Francia, 1990) Beta - colore - 55’
 
Rakato Frah, il musicista più conosciuto del Madagascar (l'isola rossa) cidescrive il suo paese attraverso una presentazione del Hira Gasy, in origine uno stile di canto tipico del Madagascar. L'Hira Gasy è oggi lo spettacolo popolare per eccellenza, si svolge ogni domenica durante un'intera giornata, nei sobborghi di Antananarivo, davanti ad un pubblico attento e trepidante. Melange di musica, canto, danza e fabulazione, alternando il sacro e il profano, metà circo e metà opera è lospecchio fedele della società malgascia. Il film, dallo spettacolo urbano ci conduce nei villaggi nei pressi della capitale, alle fonti profonde della cultura tradizionale del paese, con il flauto e la voce di Rakato Frah come guida.

MUSIQUE DE GUINEE di Yves Billon e Robert Minangoy (Guinea)
(La musica della Guinea, Les Films du Village, Francia, 1986) Beta - colore - 52’
 
La Repubblica di Guinea è un paese che, per le sue notevoli diversità geografiche, umane e culturali che esistono al suo interno, è in grado di rappresentare e riassumere caratteristiche originali di numerose culture musicali africane. Il viaggio comincia a Conakry dove si ascolta la musica dei solisti e delle orchestre Soussou e prosegue verso nord, lungo la costa, dove assistiamo, nei paesi dei Baga e dei Landuma, all'uscita delle sacre maschere che determinano il mutare delle stagioni e accompagnano i lavori agricoli. Dai Tenda partecipiamo con diversi gruppi di artisti, all'elaborazione di veri e propri spettacoli di teatro musicale per la celebrare l'iniziazione dei loro figli. Infine arriviamo ai contrafforti del Fouta Djalon: il paese dei Peul sedentarizzati. Qui i Griot, la casta che ha il privilegio del canto, si esercitano al suono del flauto e delle grandi arpe-liuto, dalla cassa di zucca interamente ricoperta di pelle

LE SALON DE MUSIQUE di Satyajit Ray (India)
(La stanza della musica, musica di Ustad Vilayat Khan, Films sans frotières, Francia, 1958) 35mm - b/n - 94’
 
Un film che rappresenta la rinascita del grande cinema indiano, che ha saputo imporsi anche in occidente per la sua qualità e per la modernità dei temi che affronta e che è entrato a far parte della storia del cinema mondiale insieme ai grandi film che tutti conosciamo. La storia, tratta da una novella di T. Bandypadhyay è situata in India, negli ultimi anni del potere coloniale inglese e narra le vicende di un principe indiano ultimo di un'antichissima stirpe, che si è sempre occupato solo di musica, arte e poesia, ormai costretto ad assistere all'estinguersi dell'antica nobiltà indiana e all'affermarsi di una nuova classe borghese rapidamente arricchita in modi poco corretti. Questo nobile e liberale "Gattopardo" orientale, oltre a vedere diminuire in modo inarrestabile il proprio patrimonio è anche colpito dalla perdita della moglie e del giovane figlio, ambedue naufragati in un fiume durante un terribile uragano. Amareggiato dalla sorte, si chiude per alcuni anni in solitudine rinunciando alla musica e a tutte le sue attività abituali fino a quando, arrivato ormai all'esaurimento del patrimonio della sua casa, organizza nel salone della musica, riaperto per l'occasione, uno spettacolo di danza Kathak, al temine del quale dona alla ballerina tutto il denaro che gli è rimasto. La colonna sonora, che pervade completamente il film, è stata realizzata dal grande musicista Ustad Vilayat Khan ed è una delle più belle mai ascoltate in un film indiano. Nel corso del film si assiste inoltre a scene di concerti e spettacoli fondamentali per capire il significato e l'importanza della musica nella società indiana di ieri e di oggi.

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