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SCRITTURE PER LA SCENA - IL RUOLO DELL’AUTORE NEL TEATRO POST-NOVECENTESCO

Il testo drammatico, oggi, non incarna criteri egemoni né rappresenta modelli in crisi, tanto lontane appaiono le condizioni della sua centralità culturale: chi compone opere verbali indirizzate alla realizzazione scenica, agisce in genere all’interno di processi di cono-scenza e scoperta che non corrispondono per nulla né a mode né a prassi usurate e diffuse. Anzi, l’atto di scrivere in forma drammatica implica una volontà di senso che contraddice le dominanti dinamiche del consumo spettacolare.
A seguito del pieno reinserimento della parola fra le risorse del mutamento teatrale, si sta dunque estendendo e articolando in varie forme una «nuova drammaturgia» che intrattiene con il passato e con l’attualità del teatro rapporti complessi che non s’inquadrano nelle vulgate contrapposizioni storiografiche fra nuovo e tradizione, fra ricerca artistica e fruizione popolare, fra testo e performance. A ciò si aggiunga il fatto, non trascurabile, che questa revanche dell’elemento verbale si colloca assai spesso nell’alveo di quella partico-lare fusione identitaria di autore e attore che ha determinato nel tempo, secondo una formula ormai chiara, una specifica vocazione ita-liana al teatro.
In altri termini, la drammaturgia scritta costituisce, oggi, un oggetto culturale incognito: la sua storia è millenaria, ma completamente nuove e tutte da indagare sono le energie e gli obiettivi che ne hanno determinato le recenti rigenerazioni. Per porre l’attenzione sul mutato profilo del testo drammatico – che, da applicazione d’un modello, è tornato ad essere scoperta di modalità fortemente «indivi-dualizzate» (C. Meldolesi) – il CIMES dell’Università di Bologna e UNIVERSITEATRALI (Centro Interdipartimentale di Studi sulle Arti Performative) dell’Università di Messina hanno definito, con la collaborazione dell’Associazione Riccione Teatro, un progetto unitario, al cui interno incominciare ad affrontare la problematica costituita dal ruolo dell’autore nel teatro post-novecentesco. Non è un caso che questa collaborazione nasca sotto il segno del testo drammatico: sia l’istituzione universitaria che il Premio Tondelli nato da Riccione Teatro, sono infatti luoghi dediti al riconoscimento delle nuove generazioni, che di leva in leva, hanno confermato l’esistenza  dell’emergenza testuale fra le risorse della contemporaneità.
Il progetto «Scritture per la scena» è di durata biennale (ottobre-dicembre 2008; ottobre-novembre 2009). La prima sezione («Il ruolo dell’autore nel teatro post-novecentesco») affronterà i percorsi di sei autori, che coprono un’ampia gamma di tipologie compositive e si distribuiscono lungo diverse scansioni generazionali. Gli incontri presso il CIMES di Bologna saranno dedicati a Matéi Visniec, Vittorio Franceschi e a Stefano Massini; quelli presso UNIVERSITEATRALI a Vincenzo Pirrotta, Tino Caspanello e Saverio La Ruina. La se-conda sezione («drammatico vs post-drammatico») aprirà il confronto alle diverse possibilità di performance nate a seguito della crisi dei modelli drammatici,  concludendosi con due momenti convegnistici. L’uno dedicato ai rapporti fra forme drammatiche, storiografia e criteri di valore. L’altro centrato sulla contestualizzazione linguistica e territoriale delle invenzioni teatrali.

Gerardo Guccini - Dario Tomasello

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