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13.03.08, h 17 • Auditorium

INCONTRO CON MARCO PAOLINI 





paoliniIl lavoro di Marco Paolini è da sempre contrassegnato da un istinto affabulatorio, che coniuga sensibilità narrativa, impegno politico e civile, necessità di trasmissione di una memoria storica. I fatti del Vajont puttosto che il mistero di Ustica, in un orizzonte teatrale più esteso che comprende la capacità di dialogare con i principi narrativi applicati alla scena, fanno dell’attore veneto uno dei punti di convergenza più significativi del teatro di ricerca in Italia. Il suo ultimo lavoro, Miserabili. Io e Margaret Thatcher, sembra corrispondere ancora una volta alla necessità di comunicare il senso del presente superando la legittima – ma a volte emotivamente sterile – volontà di informazione storica. In un quadro narrativo in forma di ballata, attraverso monologhi, canzoni e brevi racconti, lo spettacolo restituisce le metamorfosi della società italiana a partire dagli anni Ottanta, proseguendo idealmente il percorso inaugurato alcuni anni fa con gli “Album”. L’ex primo ministro inglese, la “Lady di ferro”, è la protagonista di un dialogo immaginario con Nicola, già incontrato, appunto, negli “Album”. Al centro di questa sorta di autobiografia collettiva, la questione economica, l’intreccio spesso sfuggente tra il “micro” e il “macro”, le delusioni di questo nostro passato prossimo che sconfina nel presente.
A partire dunque dai temi intrecciati dallo spettacolo, l’incontro con Marco Paolini risponde all’esigenza dell’attore di ragionare ad alta voce sull’influenza, sempre crescente, delle regole – e dell’assenza di regole – di mercato, sul nostro modo di immaginare il futuro senza progettarlo, di vivere il presente, di rimuovere la memoria. Ma è anche un modo per una riflessione pubblica sulle strategie teatrali, drammatiche e narrative dal punto di vista di chi ha fatto della testimonianza-in forma-di-teatro un vero e proprio genere teatrale.

Marco Paolini, nato a Belluno nel 1956, è attore, autore e regista. Dagli anni Settanta al 1994 ha fatto parte di diversi gruppi teatrali, tra i quali Tag Teatro di Mestre e Laboratorio Teatro Settimo. Negli anni Novanta produce Il racconto del Vajont, che riceve il Premio Speciale Ubu 1995 per il Teatro Politico, Premio Idi 1996 per la migliore novità italiana. Trasmesso in diretta televisiva su Rai 2, nel 1997 vince l’Oscar della televisione come miglior programma del’anno. Tra le altre sue numerose produzioni ricordiamo: Stazioni di transito album di storie (1999), I-tigi canto per Ustica (2000), Parlamento chimico (2002). Per il cinema ha lavorato con Daniele Segre, Nanni Moretti, Carlo Mazzacurati, Daniele Lucchetti, Franco Bernini.




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