Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna CIMES laboratori per la città - Teatro

IL TEATRO DELLE ATTRICI a cura di Gerardo Guccini

mer 08.11.06 • Auditorium
h 15 video • h 17 incontro

MADDALENA CRIPPA

Incontro con l’attrice
Coordina Giuseppe Liotta


Il lavoro di Maddalena Crippa rappresenta un “unicum”, descrivibile attraverso i segni di una caparbietà e di una dedizione dettata da una inquietudine vera dell’esistere e del recitare. In tanti anni di carriera – ha cominciato che aveva diciassette anni nel Campiello di Strehler – si è misurata con drammaturgie, registi e testi che, invece di “segnarla” in qualche modo, l’hanno, al contrario, disincarnata, a vantaggio di una persistente rigenerazione fisica e intellettuale. In tutti questi anni di professione ha interpretato personaggi “classici” (Medea, Pentesilea, Fedra di D’Annunzio) o contemporanei (i due ruoli di Rosa e Cornelia nell’Attesa di Binosi), femmine fatali ed eroine di commedia (Léonide, nel Trionfo dell’amore di Marivaux) con l’entusiasmo, lo stupore e l’intelligenza di un’iniziazione, come di un viaggio che si compie per la prima volta. La caratteristica della sua recitazione è data dal rapporto fra il gesto-corpo e la voce; anzi, è proprio questa a imporsi nella varietà del registro cromatico e di una ricca partitura sonora, che l’ha portata in questi anni ad affermarsi anche come cantante in spettacoli musicali di canzoni italiane d’epoca “tra il ’19 e ’39”, ad esempio, o l’impegnativo Schönberg Kabaret per la regia di Peter Stein, o il divertente Sboom!, fino al recente A sud dell’Alma: “occasioni – come scrive Renato Palazzi – di cimentarsi con temi che di volta in volta le stanno a cuore, penetrandoli semplicemente da un’altra via d’accesso”.
   Certamente, Maddalena Crippa è attrice di un teatro di parola, quella “parola” che, come diceva Brecht, può servire a cambiare il mondo, cioè una parola vera e luminosa, che non tutte le “voci” riescono a pronunciare e a fare sentire al pubblico: lei ha il coraggio e la passione giusta di continuare sempre a provarci.
Se mai gli attori si dovessero definire per lo spazio che meglio occupano in palcoscenico, pensiamo che Maddalena Crippa sia una straordinaria attrice “di proscenio”, di ribalta… Ma qui comincerebbe un altro discorso.


Video
Sboom!

regìa di Cristina Pezzoli


Secondo viaggio musical-teatrale di Maddalena Crippa, dopo Canzonette vagabonde, spettacolo che ha fatto scoprire le grandi potenzialità canore ed interpretative di una delle migliori attrici della nostra scena. Ancora insieme ad Alessandro Nidi e a Cristina Pezzoli per una vera e propria "operina", tra le canzoni d'autore - Tenco, Jannacci, Conte, De Andrè, ma anche Mina e la Vanoni - le parole e le suggestioni di Zavattini, Pasolini, Testori e altro ancora. In scena con Maddalena Crippa un quintetto guidato da Alessandro Nidi che ha reinterpretato musiche ormai diventate classici.
   Al centro Milano e il Nord: pensieri d'amore e di nebbia sul paese del sorpasso, motore al progresso, cemento e silenzio. Accostare la parola al canto senza soluzione di continuità per raccontare, attraverso una sorta di narrazione musicale, il boom e lo "Sboom" (secondo la celebre definizione di Zavattini) dell'Italia degli anni '60, cercando di superare la fonica un po' esangue del "recital".
   Un'attrice-cantante e cinque musicisti ad attraversare la canzone d'autore, le "canzonette", i jingles delle bubblicità dell'epoca intrecciati, in modo un po' blasfemo, ad autori "pesanti" ideologicamente e culturalmente come Testori, Pasolini, Gadda, Zavattini, Ortese, Mastronardi ecc.
   Musica e poesia, romanzi e teatro a dare vita a uno "zibaldone" di parole e musica sul filo di una memoria che non porta con sé solo nostalgia, ma necessità di compiere una ricognizione sugli anni in cui l'Italia cominciò a cambiare volto.
   Sboom!: un titolo che sembra evocare, in modo ironico, un suono di guerra. Conferma l’attrice, Pentesilea kleistiana con la regia del marito Peter Stein, e che ora si fa dirigere dalla regista Cristina Pezzoli: «È vero, un suono di guerra, anche se tutto va rapportato agli anni Sessanta. "Sboom" è una parola che fu inventata da Cesare Zavattini in tono provocatorio: dopo il boom economico italiano, quindi la speranza di miglioramento, di crescita seguita agli anni bui della seconda guerra mondiale, lo sboom è il boom che scoppia e non solo metaforicamente.
   Gli anni Sessanta, quelli del boom, si chiudono con un terribile boato nel ’69, la bomba di Piazza Fontana: la prima orribile strage terroristica, che inaugura gli anni di piombo...». Dunque, non è un caso che lei in questo delicato momento storico, sia pure con uno spettacolo che ha per sottotitolo “Canti e disincanti”, porti in scena testi e canzoni di Tenco, Iannacci, Conte, De Andrè, Pasolini, Testori... «Il mio è un modo per ritrovare il senso alto del mio mestiere di attrice, per parlare eticamente e moralmente al mio pubblico. Sento l’esigenza di impegnarmi in scelte mirate, che abbiano un valore civico». In Australia le donne hanno protestato contro la guerra spogliandosi nude. Lei condivide un gesto così clamoroso? «Assolutamente sì: la guerra è una cosa assurda, così come è assurdo che la storia non insegni nulla a chi ci governa. Nessuna guerra ha mai portato niente, se non distruzione e morte. Ora, poi, in questa contrapposizione tra oriente e occidente è il momento di impegnarsi di più: ci vuole dialogo, tolleranza, bisogna difendere i propri diritti, comprendendo però quelli degli altri. Occorre utilizzare tutti gli strumenti necessari per evitare un conflitto che si sa come inizia, ma non si può sapere come andrà a finire. Ma purtroppo, gli interessi in ballo sono troppi e troppo biechi: è inutile nascondersi dietro altre ragioni».
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