IL TEATRO DELLE ATTRICI a cura di Gerardo Guccini
mer 08.11.06 • Auditoriumh 15 video • h 17 incontro
MADDALENA CRIPPA
Incontro con l’attriceCoordina Giuseppe Liotta
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Certamente, Maddalena Crippa è attrice di un teatro di parola, quella “parola” che, come diceva Brecht, può servire a cambiare il mondo, cioè una parola vera e luminosa, che non tutte le “voci” riescono a pronunciare e a fare sentire al pubblico: lei ha il coraggio e la passione giusta di continuare sempre a provarci.
Se mai gli attori si dovessero definire per lo spazio che meglio occupano in palcoscenico, pensiamo che Maddalena Crippa sia una straordinaria attrice “di proscenio”, di ribalta… Ma qui comincerebbe un altro discorso.
Video
Sboom!
regìa di Cristina Pezzoli
Secondo viaggio musical-teatrale di Maddalena Crippa, dopo Canzonette vagabonde, spettacolo che ha fatto scoprire le grandi potenzialità canore ed interpretative di una delle migliori attrici della nostra scena. Ancora insieme ad Alessandro Nidi e a Cristina Pezzoli per una vera e propria "operina", tra le canzoni d'autore - Tenco, Jannacci, Conte, De Andrè, ma anche Mina e la Vanoni - le parole e le suggestioni di Zavattini, Pasolini, Testori e altro ancora. In scena con Maddalena Crippa un quintetto guidato da Alessandro Nidi che ha reinterpretato musiche ormai diventate classici.
Al centro Milano e il Nord: pensieri d'amore e di nebbia sul paese del sorpasso, motore al progresso, cemento e silenzio. Accostare la parola al canto senza soluzione di continuità per raccontare, attraverso una sorta di narrazione musicale, il boom e lo "Sboom" (secondo la celebre definizione di Zavattini) dell'Italia degli anni '60, cercando di superare la fonica un po' esangue del "recital".
Un'attrice-cantante e cinque musicisti ad attraversare la canzone d'autore, le "canzonette", i jingles delle bubblicità dell'epoca intrecciati, in modo un po' blasfemo, ad autori "pesanti" ideologicamente e culturalmente come Testori, Pasolini, Gadda, Zavattini, Ortese, Mastronardi ecc.
Musica e poesia, romanzi e teatro a dare vita a uno "zibaldone" di parole e musica sul filo di una memoria che non porta con sé solo nostalgia, ma necessità di compiere una ricognizione sugli anni in cui l'Italia cominciò a cambiare volto.
Sboom!: un titolo che sembra evocare, in modo ironico, un suono di guerra. Conferma l’attrice, Pentesilea kleistiana con la regia del marito Peter Stein, e che ora si fa dirigere dalla regista Cristina Pezzoli: «È vero, un suono di guerra, anche se tutto va rapportato agli anni Sessanta. "Sboom" è una parola che fu inventata da Cesare Zavattini in tono provocatorio: dopo il boom economico italiano, quindi la speranza di miglioramento, di crescita seguita agli anni bui della seconda guerra mondiale, lo sboom è il boom che scoppia e non solo metaforicamente.
Gli anni Sessanta, quelli del boom, si chiudono con un terribile boato nel ’69, la bomba di Piazza Fontana: la prima orribile strage terroristica, che inaugura gli anni di piombo...». Dunque, non è un caso che lei in questo delicato momento storico, sia pure con uno spettacolo che ha per sottotitolo “Canti e disincanti”, porti in scena testi e canzoni di Tenco, Iannacci, Conte, De Andrè, Pasolini, Testori... «Il mio è un modo per ritrovare il senso alto del mio mestiere di attrice, per parlare eticamente e moralmente al mio pubblico. Sento l’esigenza di impegnarmi in scelte mirate, che abbiano un valore civico». In Australia le donne hanno protestato contro la guerra spogliandosi nude. Lei condivide un gesto così clamoroso? «Assolutamente sì: la guerra è una cosa assurda, così come è assurdo che la storia non insegni nulla a chi ci governa. Nessuna guerra ha mai portato niente, se non distruzione e morte. Ora, poi, in questa contrapposizione tra oriente e occidente è il momento di impegnarsi di più: ci vuole dialogo, tolleranza, bisogna difendere i propri diritti, comprendendo però quelli degli altri. Occorre utilizzare tutti gli strumenti necessari per evitare un conflitto che si sa come inizia, ma non si può sapere come andrà a finire. Ma purtroppo, gli interessi in ballo sono troppi e troppo biechi: è inutile nascondersi dietro altre ragioni».