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Indice delle riviste j i Altre possibilità di ricerca jTUTTODANZA Rivista professionale, artistica e bibliografica
Anno di fondazione: 1977
Periodicità: trimestrale
Direttore: Silvano Zanibon
Editore: Edizioni Internazionali di Danza Classica e Moderna (Sonny Boy s.a.s.)
Luogo: Milano
Note:
- cambia direttore: Luigi Pedrazzi dal n. 1 (primavera 1994) e Carlo Pesta dal n. 1 (primavera 1995)
- cambia editore: Arteatro Edizioni (Novara) dal n. 1 (primavera 1994)
Collaboratori: Alfio Agostini, Alessandro Aina, Elsa Airoldi, Roberta Albano, Walter Albisetti, Giovanni Amodio, Pitti Arsento, Luciana Capretti, Cristina Assumma, Gianni Bacchilega, Sara Benedetti, Mikhail Berkut, Giovanna Bezzi, Vittorio Biagi, Patrizia Binco, Valentina Bonelli, Irene Borg, Silvia Bottoni, Nadia Bucci, Maria Giovanna Bufano, Lia Calizza, Federica Calvino Prina, Mario Camardella, Luciana Capretti, Emanuele Carbonieri, Laura Carones, Annamaria Casesa, Vittoria Castagna, Teresa Cattaneo, Egilda Cecchini, Nico Cerana, Elena Cerruto, Anna Maria Cerullo, Cinzia Cigolini, Marco Cimma, Gabriella Cohen, Antonio Colotta, Mariellina Confalonieri, Roberto Cota, Ghislaine Crovetto, Silvia Cupello, Katia Cusin, Ilaria Danieli, Lara Deflorian, Elena De Giuli, Gabriella De Grandis, Serena Del Mare, Vittoria Doglio, Fabio Duca, Elvi, Daniel Ezralow, Nadia Fava, Monica Galassi, Bianca Gallizia, Maria Gandori, Claudio Gasparotto, Laura Giraldi, Patrizia Grassi, Ivor Guest, Maurizia Gusmaroli Giorgis, Guido Harari, Paul Haze, André-Philippe Hersin, Bramislav Igor Urosevic, Luisa Lanzingher, Giovanna Leva, Giuliano Lodi, Carmi Lo Forte, Valeria Lombardi, Fabrizia Maggi, Marina Magurno, Katy Mandurino, Roberta Mangiavacchi, Licia Marcheselli, Teresa Mari, Laura Martorana, Aldo Masella, Evri Massa, Germana e Gian Mesturino, Leila Metti, Elisabetta Micali, Maurizio Modugno, Michele Montanaro, Lucia Mosconi Albretti, Gianna Naldini, Adello Negrini, Michele Nocera, Agnese Omodei Salè, Vittoria Ottolenghi, Maurizio Padovan, Vittoria Palazzo, Vincenzo Palmisciano, Flavia Pappacena, Ercole Parenzan, Mario Pasi, Laura Pasotti, Luigi Pedrazzi, Barbara Pedron, Olga Pellini, Lorenzo Pennè, Giuliana Penzi, Paola Peretti, Lorella Piccirillo, Marco Pierin, Luigi Pignotti, Ciro Pistilli, Lucia Piva, Silvia Poletti, Mario Porcile, Nello Ranno, Laura Ranza, Anna Razzi, A.M. Rode, Francesco Rossetti, Lucia Rossetti, Vida Rossetti, Luigi Rossi, Massimo Rossi, Elia Rosso, Laura Rovetta, Antonella Sada, Pilar Sampietro, Isabella Sangiorgi, M.G. Santangelo, Luciana Savignano, Pietro Scardillo, Gianni Secondo, Mariella Semprini, Susanna Serafini, Delfina Serra, Lucia Soncini, Rosanna Sottocorno, Jessica Tamagni, Salvatore Tarsia, Gabriele Tenneriello, Alberto Testa, Bettina Toepffer, Monica Tomasetti, Elisa Vaccarino, David Wall, Franca Zagatti, Anna Zamboni, Elisa Zecchin,
Anno - Fascicoli
1977 1, 2,
1978 1, 2, 3
1979 1, 2, 3, 4
1980 1, 2, 3, 4
1981 1, 2, 3, 4
1982 1, 2, 3, 4
1983 1, 2, 3, 4
1984 1, 2, 3, 4
1985 1, 2, 3, 4
1986 1, 2, 3, 4
1987 1, 2, 3, 4
1988 1, 2, 3, 4
1989 1, 2, 3, 4
1990 1, 2, 3, 4
1991 1, 2, 3, 4
1992 1, 2, 3, 4
1993 1, 2, 3, 4
1994 1, 2, 3, 4
1995 1, 2, 3, 4
1996 1, 2, 3, 4
1997 1, 2, 3, 4
Biblioteca Nazionale di Roma
Archivio del Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia
TUTTODANZA:
PROFILO DELLA RIVISTA
Tuttodanza, rivista professionale artistica e bibliografica delle Edizioni internazionali di danza classica e moderna, ha iniziato le pubblicazioni nel 1977 a Milano con frequenza trimestrale. Fondato e diretto fino al 1993 dal professor Silvano Zanibon, dal n.1 del XVIII anno il periodico ha cambiato editore, essendo stato acquistato dall’Associazione Culturale Arteatro di Novara e direttore, nella persona di Luigi Pedrazzi prima e di Luciano Pesta dal XIX anno. I fascicoli presentano copertine sempre differenti con realizzazioni grafiche o foto degli artisti impegnati negli eventi di più stretta attualità di cui si parla nelle critiche. All’interno sono numerose le foto in bianco e nero e la pubblicità specializzata. Come apprendiamo dalle parole dell’editore nel n.1 dell’VIII anno e da altri articoli, Tuttodanza è nato come un foglio, un giornaletto, un bollettino che è riuscito ad arricchirsi nel tempo, prima rivista italiana ad informare, dare notizie e ad essere aggiornata. Essa è cresciuta grazie all’iniziativa individuale di un professore, Silvano Zanibon, appartenente ad una nota dinastia di editori di musica che nei decenni passati si distinsero nella pubblicazione di opere antiche di musicisti italiani, in particolare della scuola veneziana del Seicento e del Settecento. Interessato alla progressiva rinascita della danza in Italia, egli fu il primo a pubblicare la traduzione del famoso metodo della scuola russa contemporanea Basarova-Miei, in uso al Bolscioi di Mosca che adattato dalla professoressa Egilda Cecchini, uscì col titolo "Invito alla danza classica". A questo volume seguirono altre pubblicazioni di carattere pratico, di tecnica classica e moderna, accompagnate da dischi con la realizzazione musicale degli esercizi. Nel 1976, sollecitato da docenti, critici e dall’Accademia Nazionale di Danza di Roma che gli ha offerto il proprio patrocinio, Zanibon cominciò a pubblicare Tuttodanza in forma di giornale e poi di vera e propria rivista. Frutto dunque dell’iniziativa di un imprenditore privato, esso è stato per alcuni anni il solo periodico esistente in Italia. Sin dall’inizio si è rivelato fondamentale l’apporto dato dalle insegnanti Egilda Cecchini e Bianca Gallizia e dallo storico e critico di danza Alberto Testa. Scopo dichiarato è stato quello di creare un notiziario dell’Associazione Nazionale Insegnanti di Danza e di dedicare largo spazio ai giovani, alle scuole, alle nuove compagnie e gruppi di danza e balletto, fungendo da "loro portavoce e attribuendo rilievo a quelle che agiscono più meritoriamente in questo campo".(1) L’attenzione è stata in particolare rivolta alle formazioni di danza moderna in tutte le sue espressioni, tanto da realizzare un loro censimento per far conoscere poi al pubblico i nuovi gruppi e presentare le compagnie più consolidate. Negli anni ‘80 la maggior parte degli articoli si è incentrata sulla danza in Italia, sulle scuole, le rassegne, i festival, i concorsi e i premi nelle varie città della penisola. Ampio spazio è stato dedicato alla situazione della danza negli Enti Lirici e in particolare nel Teatro dell’Opera di Roma, nel Teatro alla Scala di Milano e nell’Arena di Verona, per i quali non si sono risparmiate critiche e incitamenti a cambiare e migliorarsi quando necessario. Leggiamo ad esempio le parole di Maurizio Modugno nel n. 4 del 1984: "Qual’è la mappa qualitativa delle compagnie di balletto italiane? Una simile ‘veduta aerea’ in realtà non è molto confortante. Presso gli Enti lirici vivacchiano corpi di ballo grassi e demotivati, con alcuni sprazzi dovuti ad autentici talenti alla Scala e all’Opera di Roma, con potenzialità spesso eccezionali, mortificate dai continui cambi di guardia di responsabili e maîtres de ballet. L’Accademia di Danza per parte sua non può per ora dar luogo ad alcuna speranza in campi diversi da quello didattico. A latere poi operano numerosi (troppi?) gruppi con carattere meno sedentario, quasi sempre fortemente determinati dalla personalità del coreografo che ne è alla testa: e se questo può essere un dato parzialmente positivo per i Balletti di Vittorio Biagi (la punta più ragguardevole del nostro panorama) lo è assai meno per l’ATER, per il Corpo di Ballo dell’Arena di Verona, ecc. ecc. Non si discute qui (per carità) della professionalità di Amodio, Carbone, Rigano o d’altri. Il punto è che noi, con tutto il pubblico, siamo stanchi di vedere ballerini e ballerine troppo grassi o troppo magri, scarsamente curati nel trucco e nei capelli, problematici negli assieme, esitanti nelle ricadute o sulle punte e per giunta forzati ad eseguire le coreografie quasi sempre mediocri dei loro ‘masters’...".(2) Ed ancora quanto emerge dal n. 2 del 1988: "Strani eventi si verificano nei teatri italiani a proposito della danza: intere produzioni slittano di una stagione per ‘querelles’ su un - dicesi un - ballerino da impegnarsi in un ruolo non principale; étoiles e coreografi stranieri dichiarano senza ambage di effettuare le loro ‘prove generali’ nella penisola, ma che poi la ‘performance vera’ è altrove; l’intera serata omaggio per i cinquant’anni di un celebre ballerino viene annunciata ufficialmente sulla stampa, poi scompare senza dar notizia di sé; un titolo previsto nel cartellone di un ente lirico cambia di coreografo a poco più di un mese dall’andata in scena. Fatti (e misfatti) della vigilia dell’Anno della Danza".(3) Ma i toni usati in Tuttodanza non sono stati sempre così violenti e polemici e le realtà segnalate non sempre così negative. Ciò appare evidente nei numerosi servizi dedicati a varie compagnie italiane più o meno conosciute, come ai Sosta Palmizi o al Balletto di Toscana, e nell’ampia indagine sviluppata nell’arco di parecchi numeri sulla storia ed evoluzione della danza, in riferimento anche all’organizzazione e al pubblico, in diverse regioni italiane. Proprio per lo stretto legame instaurato sin dalla nascita, con l’Associazione Nazionale Insegnanti di Danza e con l’Accademia Nazionale di Danza, la rivista negli anni 1983-84-85 ha sviluppato una rubrica di tecnica della danza, "Torniamo a danzare, ma in modo migliore", curata da Susanna Serafini e si è occupata più volte del problema dell’insegnamento e della mancanza di una legislazione in materia. Laura Carones sosteneva nel 1984 che l’organizzazione della didattica di danza ci conferma un atteggiamento ghettizzante della cultura ufficiale italiana. "Le scuole qualificate sono insufficienti e mal strutturate, manca per il futuro danzatore l’opportunità di crearsi un bagaglio di conoscenze ampio e il più possibile vario in settori quali la musica, le arti plastiche e teatrali, gli studi estetici, settori che si rivelano sempre più fondamentali per la formazione di un danzatore cosciente e aperto alle novità. D’altra parte non esistono studi di danza a livello universitario che preparino in maniera adeguata coreografi, critici, insegnanti, responsabili della programmazione artistica e studiosi in questo campo specifico".(4) Ancora nel 1990 leggiamo in un articolo di Aldo Masella riguardante l’insegnamento: "è più che evidente il caos in cui si dibatte il settore finito per gran parte nelle mani di pubblicani e farisei, intenti a sfruttare questa gallina dalle uova d’oro e pronti ad abbandonare tutto ai primi sintomi di sterilità. Così assistiamo ad una fioritura di iniziative che propongono insieme alle più disparate ginnastiche, la Danza cosiddetta classica, quella Moderna, quella Contemporanea, quella del Ventre, il Tip tap, il Jazz, affidate a persone provviste solo di una superficiale infarinatura in materia".(5) Tuttodanza da parte sua ha cercato di spronare il lettore interessato, a scegliere tra le tante scuole e attività, quelle più professionalmente qualificate e ha individuato con numerosi servizi, centri validi e maestri preparati. Durante tutti gli anni ‘80 sono stati presenti notiziari di varie scuole o teatri e specificamente del Teatro Nuovo di Torino e del Teatro Valli di Reggio Emilia, e non sono mancate segnalazioni e recensioni di saggi e stage. Tuttodanza si è rivelata inoltre utile strumento di informazione per danzatori e studenti grazie alle indicazioni date su opportunità di studio e di lavoro e su audizioni, che si affiancano tuttora all’agenda delle principali manifestazioni di danza in Italia e all’estero e al servizio di vendita di libri, dischi e cassette per studio e approfondimenti nel settore coreutico. Nel 1994 la rivista si è trovata in un momento di grande cambiamento al proprio interno. Dopo diciotto anni di attività, morto il suo fondatore Silvano Zanibon, essa è proseguita con un nuovo direttore, Luigi Pedrazzi per le edizioni Arteatro di Carlo Pesta che ne ha preso anche la direzione dal 1995. Dunque dal n. 1 della primavera 1994, Tuttodanza si è trasformata nella veste grafica, più moderna e curata con copertine di maggior impatto visivo che spesso riportano foto a tutta pagina di etoile italiane o straniere. Il taglio dei servizi ed articoli è diventato più divulgativo e meno tecnico con lo scopo dichiarato di essere sempre più strumento interessante e leggibile e di rivolgersi non solo a chi già conosce la danza, ma anche a tutti coloro che la apprezzano e seguono senza essere propriamente ‘addetti ai lavori’. Prosegue l’attenzione rivolta ad artisti e compagnie italiane, è presente una rubrica fissa sulla danza negli Enti lirici, ma si moltiplicano le notizie dall’estero e l’attenzione a coreografi e formazioni di altri Paesi. Aumentano le interviste agli artisti del momento e proseguono le indicazioni su appuntamenti nazionali ed internazionali affiancate dal calendario dei balletti. Estremamente interessante è la nuova rubrica di "danza e medicina" curata dal dottor Walter Albisetti. In seguito all’aumento del numero dei praticanti la danza e alla diffusione nelle fasce d’età più giovani anche come semplice attività sportiva senza finalità artistiche, si è reso necessario fornire al lettore il maggior numero possibile di elementi finalizzati alla prevenzione delle principali patologie legate alla danza. "I ballerini sono sottoposti a un carico di lavoro che frequentemente provoca traumatismi e patologie da stress e posturali assai caratteristiche, così come alcune peculiarità della danza implicano il possesso di doti fisiche che pochi hanno e che possono essere ottenute in parte mediante l’esercizio e l’allenamento continuo e prolungato. Oggigiorno, la frequente esasperazione del gesto artistico atto a raggiungere una sempre più raffinata qualità tecnica, porta talvolta a raggiungere, o addirittura a superare i limiti fisiologici del sistema muscolo-scheletrico. Ma è proprio il modificare le caratteristiche anatomo-fisiologiche personali, soprattutto in assenza di un adeguato insegnamento, di un supporto tecnico corretto e di una adeguata prevenzione medica, che può provocare dei problemi. Nasce da qui l’esigenza, per i ballerini professionisti e non, di conoscere esattamente le modificazioni biomeccaniche e posturali che la pratica del balletto produce sul corpo e i disturbi ad esse correlate".(6) Dal 1995 Tuttodanza offre anche una rubrica di consigli legali, mettendo a disposizione l’esperienza dell’Avvocato milanese Luigi Maggi per rispondere alle domande poste dai lettori, una rubrica "Oltre la danza" in cui vengono presentate altre forme di spettacolo e uno spazio dedicato al viaggio nei teatri italiani, di tradizione e non, che dedicano larga parte della loro programmazione al balletto. Infine dall’inizio del 1996 si pone attenzione anche alla storia della danza e come ci informa Carlo Pesta dall’editoriale del n. 1, la pubblicazione per la prima volta diventa reperibile nelle edicole specializzate su tutto il territorio nazionale e della Svizzera italiana, a conferma del tentativo di allargare il più possibile il numero di lettori e di eventuali fruitori dell’arte della danza.
Note