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Indice delle riviste j i Altre possibilità di ricerca jLA DANZA ITALIANA
Anno di fondazione: 1984 Anno di cessazione: 1990
Periodicità: semestrale
Direttore: José Sasportes
Editore: Edizioni Theoria
Luogo: Roma
Formato: v.: ill.; 21 cm
Note:
- cambia editore: Centro Documentazione Danza di Genzano di Roma dal 1989 al 1990
- la rivista riprende le pubblicazioni nel 1998 con il titolo di Quaderni della danza italiana editi da Bulzoni
Collaboratori: Emanuele Bava di San Paolo, Leonetta Bentivoglio, Ingrid Brainard, Carolyn Carlson, Laura Carones, Claudia Celi, Dibylle Dahms, Caterina d’Amico de Carvalho, John Davis, Andrea Francalanci, Gloria Giordano, Maria Girardi, Ange Goudar, Elena Grillo, Martine Kahane, Concetta Lo Iacono, Sylvie Mamy, Aurelio Milloss, Elisabetta Mori, Maria Nevilla Massaro, Maurizio Padovan, Giuliana Penzi, Elena Ruffin, Alessandra Sardoni, Barbara Sparti, Alberto Testa, Lorenzo Tozzi, Giovanna Trentin, Elisa Vaccarino, Chiara Vatteroni, Patrizia Veroli
Anno - Fascicoli
1984 1
1985 2, 3
1986 4
1987 5/6
1989 7
1990 8/9
Biblioteca Nazionale di Roma
LA DANZA ITALIANA:
PROFILO DELLA RIVISTA
La Danza Italiana ha iniziato le pubblicazioni nell’autunno 1984 a Roma, con frequenza semestrale ed è cessata nel 1990. Solo nel 1998 è riapparsa con il titolo Quaderni della danza italiana editi da Bulzoni. Il suo fondatore e direttore, José Sasportes, è uno storico, saggista e critico, studioso dei problemi coreutici rapportati all’evoluzione della danza italiana. La nascita di questa rivista ha risposto al vuoto di conoscenze e di studi organici sulla storia della danza in Italia, vuoto che si riflette a livello europeo. Essa "si presenta dunque come un rinnovato stimolo agli studiosi italiani e come un nuovo appello ai colleghi stranieri per guardare da vicino la presenza degli artisti italiani nelle storie della danza dei rispettivi paesi. Senza escludere, anzi volendo suscitare, incursioni degli uni nei territori degli altri, reciprocamente". (1) La Danza Italiana doveva nascere all’interno di un progetto più ampio di fondazione di un Istituto di Studi Coreografici, con archivio, videoteca e filmoteca, che poi non si è realizzato. Sasportes rivela che "si voleva in tal modo dare uno spessore culturale e un indirizzo all’entusiasmo crescente ma superficiale per la danza".(2) Egli sognava "di aiutare a formare una coscienza storica che portasse a riconoscere la necessità d’incentivare la creazione coreografica italiana come fattore determinante di tutta la politica del settore".(3) Ma questa impresa non è stata giudicata urgente dagli enti ai quali ha avanzato la sua proposta. La Danza Italiana ha comunque potuto essere pubblicata grazie all’aiuto di numerosi studiosi italiani e stranieri che hanno fornito appoggio e naturalmente l’impegno di offrire saggi e risultati di studi, già in corso nonostante la mancanza di strutture di appoggio alla ricerca. Tra i collaboratori annoveriamo Emanuele Bava di San Paolo, Leonetta Bentivoglio, Ingrid Brainard, Carolyn Carlson, Laura Carones, Claudia Celi, Dibylle Dahms, Caterina d’Amico de Carvalho, John Davis, Andrea Francalanci, Gloria Giordano, Maria Girardi, Ange Goudar, Elena Grillo, Martine Kahane, Concetta Lo Iacono, Sylvie Mamy, Aurelio Milloss, Elisabetta Mori, Maria Nevilla Massaro, Maurizio Padovan, Giuliana Penzi, Elena Ruffin, Alessandra Sardoni, Barbara Sparti, Alberto Testa, Lorenzo Tozzi, Giovanna Trentin, Elisa Vaccarino, Chiara Vatteroni, Patrizia Veroli. I modelli dichiarati cui si ispira il periodico sono esempi stranieri quali il Dance Research Journal americano, La Recherche en Danse francese e il Dance Research inglese, tutti legati però a insegnamenti universitari, del tutto assenti negli anni ottanta in Italia. La Danza Italiana si presenta con veri e propri volumi di piccolo formato, con veste tipografica chiara e semplice e con alcune illustrazioni, senza foto. I primi due numeri offrono saggi su argomenti vari, mentre il terzo affronta per intero le danze rinascimentali, dunque il Quattrocento, senza pretese esaustive, ma con l’intento di fornire delle coordinate al tema anche grazie all’ampia bibliografia finale. Il quarto fascicolo copre invece tutti i periodi della danza in Italia escluso il Rinascimento e il quinto è interamente dedicato alla danza a Venezia dal Settecento in poi. Nei numeri non monografici troviamo inoltre una rubrica di segnalazione di libri, con le recensioni delle novità.
Note