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IL BALLETTO Quindicinale d’informazione sul mondo della danza e dello spettacolo

Anno di fondazione: 1978 Anno di cessazione: 1979

Periodicità: quindicinale

Direttore: Raffaele Buttaglieri

Editore: Bonini

Luogo: Genova

Formato: v.: ill.; 42,5 cm.

Note: - la periodicità risulta irregolare nonostante la definizione di quindicinale

 

Collaboratori: Leonetta Bentivoglio, Bruno Bertone, Silvana Buffa, Raffaele Buttaglieri, Edoardo De Giovanni, Mimmo Del Prete, Elena Grillo, Ivo Guerra, Uderico Manani, Nanda Mari, Vittoria Ottolenghi, Aldo Papa, Giampiero Taverna, Claudio Tempo e Alberto Testa.

 

Anno - Fascicoli

1978 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7/8, 9, 10/11, 12, 13/14, 15

1978 1, 2, 3

1979 4/5, 6/7, 8/9

Biblioteca Nazionale di Roma

Centro Documentazione e Ricerca per la Danza di Torino

 

IL BALLETTO:

PROFILO DELLA RIVISTA

Il Balletto, quindicinale d’informazione sul mondo della danza e dello spettacolo, ha iniziato le pubblicazioni a Genova nel 1978, con la direzione di Raffaele Buttaglieri. La periodicità non è sempre quindicinale. Probabilmente la rivista non ha avuto vita facile e duratura perché di essa non si fa menzione nei cataloghi o annuari dei periodici italiani e il diradarsi nel tempo della sua uscita, induce a credere che il 1979 sia l’anno di cessazione. Vi hanno collaborato critici e studiosi italiani come Alberto Testa, Vittoria Ottolenghi o Leonetta Bentivoglio. Il Balletto ha voluto essere "uno spazio-stampa capace di registrare, di proporre, di sollecitare. La mancanza di informazione o, peggio ancora, un’informazione "guidata" sono i perni specifici attorno a cui roteano le comode illusioni, i calcoli maliziosi, la calibrata indifferenza, l’intangibilità delle posizioni acquisite, le benemerenze "costruite" e via dicendo, tutto ciò insomma che serve a bloccare un dibattito critico e costruttivo e, pertanto, il radicale mutamento di uno stato di cose. Il mondo della danza ha invece urgente necessità di fatti nuovi, primo dei quali la effettiva presa di coscienza, da parte di tutte le componenti che lo strutturano, dalla scuola al palcoscenico, della effettiva realtà culturale, professionale e organizzativa in cui agiscono, delle prospettive che "altrove" a tutti i livelli vengono tentate, delle ipotesi che lo studio e la ricerca vengono delineando. Per queste ragioni abbiamo deciso di rinnovarci ma non già di cambiare. Come un anno fa ci troviamo a discutere dei problemi della danza in assoluta e piena libertà, senza supporti interessati, senza lusinghe che esulino dal conseguimento dei nostri scopi. Perciò restiamo disponibili al contributo di tutti coloro che intendono rifondare, su basi di credibilità intellettuale e di onestà critica, quel discorso sulla danza che sinora è svaporato in rivoli occasionali, superficiali e inconsistenti. Sul cammino della danza, a ostacolare il passo si ergono strutture prepotenti quanto anacronistiche, mentalità rabbiosamente decrepite e tanta rassegnazione. Esistono però anche volontà "nuove". Il Balletto, come sempre, è con loro". (1) I primi quindici fascicoli della rivista sono dattiloscritti e contengono soprattutto recensioni e brevi notizie. Nei pochi fascicoli a stampa in forma di tabloid sono presenti articoli piuttosto lunghi, che affrontano in particolar modo questioni riguardanti la situazione italiana, corredati di pochissime foto. Si è sviluppata in maniera articolata un’inchiesta sulla danza negli Enti lirici attraverso le opinioni di parti opposte e con interviste a persone direttamente interessate. "Cos’è la danza in un Ente lirico, considerando i retaggi storici di queste strutture, la loro organizzazione interna del lavoro, la loro programmazione che si colloca in un certo tipo di organizzazione della cultura italiana?".(2) Si è dato spazio alle informazioni legislative sulla danza e ad avvenimenti culturali quale ad esempio un convegno tenuto a Como, di cui è riportato per intero il documento conclusivo con le dichiarazioni di intenti dei partecipanti, studiosi e artisti, uniti nella volontà di cambiare la posizione marginale della danza in Italia. Sempre in linea con gli intenti della rivista, è stato portato avanti attraverso articoli approfonditi, un dibattito sul rapporto tra danza e musica nell’evidente tentativo di far comprendere al lettore come la prima non sia assolutamente subordinata alla seconda e accusando il fatto negativo per cui "troppo di frequente il musicista giunge alla danza "per caso", così come chi danza giunge alla musica per necessità".(3) Oltre alle sue inchieste e dibattiti, Il Balletto ha informato su spettacoli, compagnie e artisti, con recensioni, critiche e con una rubrica di notizie.

Note

  1. Anonimo, "Rinnovarsi non è cambiare", Il Balletto, Anno I, n. 1 (novembre 1978), pag.1
  2. Anonimo, "Balletto inchiesta", Il Balletto, Anno I, n. 1 (novembre 1978), pag. 4
  3. Anonimo, "Dibattito: Musica e Danza", Il Balletto, Anno I, n. 1 (novembre 1978), pag.6