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DANZASÍ Mensile di informazione di danza

Anno di fondazione: 1991

Periodicità: mensile

Direttore: Francesca Bernabini

Editore: Raffaello Luciani

Luogo: Roma

Formato: v.: ill.; 35 cm

 

Collaboratori: Sauro Amboni, Alberto Angelino, Carla Romana Antolini, Cinzia Antonini, Michela Barasciutti, Silvana Barbarini, Rossella Battisti, Gisella Belgeri, Susanna Beltrami, Francesca Bernabini, Donatella Bertozzi, Adele Bevilacqua, Vittorio Biagi, Furio Bologni, Massimo Cacciari, Lia Calizza, Adriana Campogrande, Luciano Cannito, Corrado Canulli, Mauro Carbonoli, Franco Castagnari, Anna Maria Cerullo, Pier Giacomo Cirell, Eva Coen, Edoardo Colacrai, Anna Maria Covelli, Domenico Crea, Ada D’Adamo, Maurizio D’Attilio, Agnese De Donato, Luciana De Fanti, Daria De Florian, Laura Delfini, Maria Pia De Luca, Rossella Delmastro, Diego Dettori, Roberto Di Napoli, Marcello Di Vincenzo, Domenico Del Prete, Riccardo Donnini, Susanna Egri, Germana Erba, Francesca Falcone, Nadia Fava, Franco Ferrari, Joseph Fontano, Gianfranco Formichetti, Roberta Francesconi, Sandra Fuciarelli, Aurelio Gatti, Nicoletta Giavotto, Roberto Giovanardi, Bruno Grieco, Elena Grillo, Marinella Guatterini, Gino Labate, Giuseppe Latina, Paola Leoni, Simonetta Lobianco, Elena Lorenzini, Caterina Lucarini, Luana Luciani, Raffaello Luciani, Silvia Mandolesi, Franca Mangiavacca, Niky Marcelli, Giuseppe Marini, Piero Martelletta, Barbara Marzoli, Gian Mesturino, Francesca Micheletti, Giacomo Molinari, Luigi Moscogiuri, Patrizia Mortaloni, Gaetano Mungari, Noretta Nori, Erika Padovini, Enrica Palmieri, Laura Parlanti, Pier Paolo Pascali, Aline Pastori, Sergio Patou-Patucchi, Paolo Pesce, Carmela Piccione, Giovanni Pieraccini, Elsa Piperno, Mario Pizza, Giuliana Polidori, Mario Porfiri, Francesco Portone, Gianvito Pugliese, Paolo Quirino, Monica Ratti, Lorella Reboa, Federica Ressa, Roberta Ricci, Antonio Rodriguez Cano, Lucia Rosei, Giorgio Rossi, Paolo Ricciotti, Giorgio Salerno, Giulia Salvagni, Patrizia Salvatori, Susanna Serafini, Maurizio Settembri, Luisa Signorelli, Clifford Simak, Giuseppe Sparvoli, Silvia Tani, Elisa Vaccarino, Stefano Valentini, Cristina Veneri, Gerarda Ventura, Patrizia Veroli, Antonio Vitale, Enzo Vizzini, Arianna Voto, Piero Zanotto

 

Anno - Fascicoli

1991 1, 2, 3, 4, 5/6, 7, 8, 9, 10

1992 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17/18, 19, 20, 21, 22

1993 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31/32, 33, 34

1994 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41/42, 43, 44, 45, 46

1995 47, 48, 49, 50, 51, 52, 53, 54/55, 56, 57, 58

1996 59, 60, 61, 62, 63, 64, 65, 66, 67/68, 69, 70

1997 71, 72, 73, 74, 75, 76, 77, 78/79, 80, 81, 82

Biblioteca del Burcardo di Roma

Biblioteca del DAMS di Bologna

 

DANZASÍ:

PROFILO DELLA RIVISTA

Danzasì, mensile di informazione di danza, ha iniziato le pubblicazioni a Roma nel 1991. Diretto da Francesca Bernabini, impegnata anche nella redazione romana del Corriere della Sera, il periodico ha avuto l’organizzatore Giuseppe Latina come direttore di redazione fino al maggio del 1995, poi sostituito dallo stesso editore Raffaello Luciani. Nel suo formato tabloid, è rimasto sostanzialmente invariato negli anni, ricco di foto non necessariamente legate agli articoli e ammodernato nella veste grafica dal luglio del 1995. Danzasì è nato con l’intento di fornire a tutti i lavoratori del mondo della danza uno strumento di consultazione e di approfondimento delle tematiche legate al lavoro dietro le quinte, tanto che fino al febbraio del 1996 non era reperibile nelle edicole ed era spedito esclusivamente agli abbonati direttamente interessati al settore. È venuta poi la scelta di realizzare una distribuzione più capillare, per cercare di raggiungere un potenziale pubblico forse all’oscuro della sua esistenza. Unico mensile in Italia a fornire informazioni di carattere previdenziale, legislativo e fiscale, esso è riuscito a spiegare in modo semplice come gestire compagnie e scuole di danza e come rapportarsi alle istituzioni, a far conoscere i diritti e doveri dei ballerini, a chiarire leggi, circolari, contratti di lavoro e ad aggiornare sulla situazione politica italiana e sull’andamento del mercato dello spettacolo. Non avendo alcun appoggio politico e come più volte dichiarato dai suoi realizzatori, sopravvivendo solo di pubblicità e abbonamenti, Danzasì si è potuto proporre anche come libero spazio di discussione di problematiche del settore, aperto a tutti e pronto ad ascoltare le più diverse voci. Nel corso degli anni non sono mancati infatti interventi contrastanti, in polemica gli uni con gli altri, articoli che hanno mostrato diverse sfaccettature della realtà. Danzasì si è occupato ampiamente, ad esempio, del referendum per l’abrogazione del Ministero del Turismo e dello Spettacolo e in seguito ha esposto le proposte delle diverse parti politiche in merito a una nuova legge da elaborare per la danza, dando voce anche ad associazioni di categoria o ad artisti che avessero suggerimenti da dare in proposito. Come ha scritto Raffaello Luciani nel n. 61 del VI anno "...è sempre meno attuale la figura dell’"artigiano della danza", del battitore libero che si è fatto da sé. Oggi più che mai gli operatori del settore devono essere liberi ma solidali, e per far ciò occorre che siano ben informati. È per questo che, oggi come ieri, tutte le associazioni di categoria trovano spazio nelle nostre pagine. E il nostro approccio è sempre quello informativo, apolitico e apartitico, se questo significa dare spazio a tutti, singoli inclusi, senza nessuna preclusione. Questa apertura, così importante in un mondo, quello della danza, così ostile alla comunicazione fra i suoi protagonisti, da cinque anni è la bandiera del nostro giornale che con il suo impegno si prefigge di creare quella base comune, quel tessuto connettivo che consenta alla danza italiana di parlare la stessa lingua (non omologazione creativa ma comunanza nella dura battaglia di una nuova politica culturale della danza) e di tenersi a livello con le migliori esperienze in campo internazionale".(1) E ancora leggiamo nel n. 62 del 1996: "...Va stimolato il dialogo e la collaborazione tra artisti, in modo che l’uno possa trasmettere all’altro il proprio modo di sentire la danza. Il mondo del balletto ha bisogno anche dell’intraprendenza di chi sa impostare la propria professione in termini manageriali, affrontando e risolvendo i delicati problemi economici e finanziari che impensieriscono tanti loro colleghi ‘contemplativi’...".(2) Iniziata la propria esperienza con poco più di una decina di pagine, Danzasì è cresciuto ampliando i propri fascicoli e creando al proprio interno nuove sezioni, come quella dedicata agli allievi delle scuole di danza e ai ballerini emergenti o quella, volta all’approfondimento di realtà italiane, compagnie o attività di coreografi da incoraggiare. Sempre maggior spazio è stato dato inoltre alle informazioni su spettacoli, stage, audizioni, concorsi in particolare italiani e su opportunità di lavoro. Estremamente interessante risulta il percorso fatto attraverso i teatri italiani di cui ci vengono forniti dati storici e tecnici, compresi prezzi di affitto e attrezzature disponibili. Danzasì si rivela quindi come strumento indispensabile per chi si occupa professionalmente di danza, per chi necessariamente deve conoscere la legislazione italiana spesso oscura e carente, in particolar modo per questo settore, e per chi vuole essere puntualmente aggiornato.

Note

  1. Raffaello Luciani, "Marzo 1991… Marzo 1996: Buon Compleanno Danzasì", Danzasì, Anno VI, n. 61 (marzo 1996), pag. 1-2
  2. Raffaello Luciani, "Un po’ di danza un po’ di business", Danzasì, Anno VI, n, 62 (aprile 1996), pag. 1-2