Sulle
tracce di un testo musicale: tra biblioteche e
strumenti di informazione bibliografica alla
ricerca della fonte perduta
a cura di Gianmario
Merizzi
Presentazione
Nell’estate dell’anno 1600, mentre si
godeva il fresco «alla villa», nei pressi
di Bologna o forse di Imola, Adriano
Banchieri
mise mano ad una riduzione a tre voci dell’Amfiparnaso
di Orazio
Vecchi,
celebre (allora come oggi) adattamento
madrigalistico di un canovaccio di commedia dell’arte.
Era stato animato a far ciò da una pura
esigenza pratica: a condividere quell’amena
villeggiatura vi erano tre cantori, desiderosi di
intonare la «dotta e spassevole» opera
del Vecchi ma insufficienti di numero, essendo
questa composta a cinque
voci.
Nonostante ciò Banchieri, che amava creare
sulla base di opere altrui, vi aveva profuso non
poco del suo, e l’opera era tanto piaciuta ad
un amico che quando il compositore, per taluni
motivi, maturò la decisione di non darla
alle stampe, questi non esitò a sottrargli
il manoscritto e, portatolo con sé sino a
Milano, lo affidò allo stampatore Francesco
Besozzi che quello stesso autunno lo diede in luce
col titolo di Studio
dilettevole.
Sorretto dall’impegno
di onorare quell’atto di amicizia che aveva
sottratto l’opera all’oblio cui l’autore
l’aveva destinata (o almeno, questo mi piace
pensare), il testo dello Studio dilettevole
è riuscito a giungere sino a noi attraverso
un percorso di coincidenze fortuite e quasi
rocambolesche, lottando caparbiamente contro le
ingiurie del tempo, le incurie degli uomini, le
dispersioni
belliche
e, non ultime, le inefficienze dei bibliografi. Di
fatto, per quanto ne sappiamo, nessun esemplare
completo dell’opera è sopravvissuto,
ma attraverso fonti diverse, in parte eterogenee,
individuate e scovate con qualche
difficoltà, è stato possibile
ricomporre il puzzle testuale nella sua
intierezza.
Il percorso di
questa ricomposizione costituirà dunque il
tema, pretestuoso, del seminario il cui fine
primario è quello di fornire una panoramica
sulle metodologie di ricerca bibliografica, sulla
tipologie delle fonti
musicali tra
Cinque e
Seicento,
sugli strumenti di informazione
catalografica
e bibliografica
che ne danno (o dovrebbero darne) conto, sui
rapporti tra opera, testi e fonti nella definizione
dei requisiti essenziali di un’edizione
musicologica.
Il panoramica si allargherà poi ad
accogliere la documentazione
storiografico-musicologica nel suo complesso, dalla
letteratura
monografica
e periodica
agli strumenti di consultazione alle edizioni
musicali coi rispettivi strumenti di controllo
bibliografico. Si aggiungeranno esempi di
fonti
primarie (storiche) non
musicali
ma comunque utili per l'individuazione e
l'interpretazione delle fonti musicali stesse.
Verranno prese in esame sia le manifestazioni
tradizionali cartacee sia quelle digitali
e
telematiche,
con particolare riferimento alle risorse a
pagamento accessibili tramite i servizi del
Sistema
Bibliotecario
d'Ateneo.
Infine
prenderemo confidenza con la biblioteca
come ambiente e strumento di ricerca, sperimentando
le varie possibilità offerte dall'utilizzo
in sede nonché i possibili utilizzi a
distanza quali la consultazione dei
cataloghi
pubblicati
o accessibili
on line,
la richiesta di prestito
interbibliotecario o di document
delivery,
i servizi
telematici.
Nota: la
documentazione linkata a questo ipertesto è
volutamente eterogenea e non sempre direttamente
attinente al soggetto storico del seminario. Essa
intende semplicemente rappresentare un campionario
delle tipologie documentali e contenutistiche che
verranno esaminate. Alcuni link portano a risorse a
pagamento accessibili dai computer dell'Ateneo o
tramite connessione ai server
proxy predisposti dal Sistema Bibliotecario di
Ateneo.
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