Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Dipartimento di Musica e Spettacolo - La Soffitta 2005

LA SOFFITTA - Centro di promozione teatrale


LA SOFFITTA 2005
MUSICA
18 gennaio - 14 maggio

18 gennaio - 21 aprile

CONCERTI


martedì 18 gennaio
Aula absidale, ore 21


ingresso gratuito

L’AMICO BOEMO



QUARTETTO BERNINI
Marco Serino, violino
Yoko Ichihara, violino
Gianluigi Saggini, viola
Valeriano Taddeo, violoncello

Mirco Roverelli
pianoforte

 

Johannes Brahms (1833-1897)

QUINTETTO IN FA MINORE OP. 34

Allegro non troppo
Andante, un poco Adagio
Scherzo. Allegro
Finale. Poco sostenuto – Allegro non troppo

 

Anton?n Dvorá? (1841-1904)

QUINTETTO IN LA MAGGIORE OP. 81

Allegro ma non tanto
Dumka. Andante con moto – Un pochettino più mosso
Scherzo (Furiant). Molto vivace
Finale. Allegro



MIRCO ROVERELLI
Si è diplomato in pianoforte con Stefano Cucci e ha studiato composizione nel Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Si è perfezionato con Sergio Perticaroli. Ha tenuto il suo primo concerto all’età di dodici anni; in seguito ha suonato come solista in Italia, Germania, Spagna, Scozia, Ungheria, Inghilterra, Argentina, Giappone. Si è distinto in diversi concorsi pianistici nazionali ed internazionali.
     Nel 1998, in occasione della messinscena del Don Giovanni di Mozart, ha lavorato per il Teatro Sperimentale di Spoleto in qualità di maestro sostituto e assistente del direttore d’orchestra. Ha accompagnato cantanti di fama tra cui José Carreras, Franco Bonisolli, Fiamma Izzo d’Amico, e collabora assiduamente con RAI RadioTre. Da diversi anni è pianista collaboratore del coro dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia e si esibisce come solista, o insieme al coro, nell’ambito della programmazione concertistica estiva della fondazione.


QUARTETTO BERNINI
Fondato a Roma, è composto da musicisti che hanno studiato nelle più note accademie europee; come ensemble ha frequentato corsi di perfezionamento con Piero Farulli, il Quartetto Alban Berg, il Quartetto di Tokyo, il Quartetto Melos e il Quartetto La Salle. Nel 1998 è divenuto “quartetto in residenza” dell’Accademia Filarmonica Romana: ogni stagione è impegnato in numerosi concerti e svolge un’intensa attività didattica nella Scuola di musica dell’Accademia. Collabora anche con il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, dove tiene il corso sperimentale per Quartetto d’archi.
      Nel 1999 si è aggiudicato il premio Michelangelo per particolari meriti artistici, conferito da Ennio Morricone. Ha effettuato tournées in America, Europa, Medio Oriente; si è esibito con artisti quali Bruno Canino, Alain Meunier, Gérard Caussé, e ha proposto diverse opere di compositori contemporanei in prima esecuzione assoluta.
     Il Quartetto Bernini ha inciso L’arte della fuga di Bach e collabora con le etichette discografiche Dynamic e Tactus.

Il quintetto per pianoforte e archi è un organico che nasce e si consolida nell’Ottocento. I quintetti di Brahms e Dvorá? sono considerati – assieme all’op. 44 di Schumann, che ha influenzato entrambi – tra i capolavori della musica da camera del secolo. I due compositori furono legati da sincera amicizia e da reciproca stima. La fitta corrispondenza testimonia la gratitudine del boemo, Dvorá?, nei confronti di Brahms, che lo mise in contatto con l’importante editore amburghese Simrock. Brahms divenne per Dvorá? – e non solo per lui – il simbolo vivente della musica strumentale germanica. Talvolta definito il “Brahms boemo”, Dvorá?, da alcuni considerato un epigono con in più il gusto per spiccati accenti folklorici slavi, è per molti altri, come Hans von Bülow, uno dei migliori musicisti dell’Ottocento, assieme proprio a Brahms. L’ipotesi d’una reciproca influenza è del tutto plausibile, e d’altro canto Brahms possedeva nella propria biblioteca molte opere di Dvorá?. In più d’una occasione Brahms disse che avrebbe voluto creare qualcosa di simile alle opere di Dvorá?; in particolare, riguardo al Concerto in Si minore per violoncello, Brahms disse: «Avessi saputo che si può scrivere un concerto del genere, avrei provato anch’io!».

La prima versione del Quintetto di Brahms, del 1861-62, era per soli archi (con due violoncelli, senza pianoforte), ma venne distrutta dall’autore; se ne ha testimonianza grazie al rapporto epistolare con Clara Schumann, col violinista Joseph Joachim e col direttore d’orchestra Hermann Levi, i quali lo incoraggiarono a cercare una diversa soluzione in un nuovo organico: nacque così una seconda versione, la Sonata per due pianoforti op. 34b (1864), eseguita più volte e pubblicata nel 1872. La terza e definitiva versione (1864-65), che nelle parole di Levi è «un capolavoro da camera come non se n’erano avuti dal 1828» (anno di composizione del celebre Quintetto per archi in Do maggiore di Schubert, e pure della sua morte), combina il quartetto d’archi e il pianoforte in una soluzione fonico-timbrica tanto compiuta e soddisfacente che «non una sola nota dà l’impressione dell’adattamento», ma anzi rende quel senso di spazialità di tipo sinfonico-orchestrale che è considerato una specialità tipicamente brahmsiana.

Diversamente da questa lunga e travagliata genesi, il Quintetto op. 81 di Dvorá? (1887) viene scritto nell’arco di soli tre mesi. Tra temi popolari straordinariamente nobilitati, nostalgie pensose, estrose impennate ed atmosfere contemplative, presenta elementi caratteristici e folklorici nei movimenti centrali, mentre il primo e l’ultimo movimento sono costruiti sul modello della forma sonata. Il movimento lento è una dumka, ossia un canto popolare slavo, assunto poi nella musica d’arte strumentale e reso celebre dal Trio op. 90 “Dumky” dello stesso autore: è una sorta di elegia costruita su sezioni contrastanti, con alternanza fra motivi lenti e malinconici ed altri di carattere più sereno. Il terzo tempo è un Furiant, cioè una danza boema dall’andamento asimmetrico (alterna tre battute in 2/4 con due in 3/4): il Furiant qui viene a fungere da scherzo, ed è liberamente interpretato ed ampliato fino ad assumere lo stile di un vivace valzer. Ricco di fantasia e spirito umoristico è il Finale, che conclude il Quintetto con giocose atmosfere e ritmi di danza.

Alice Gasperi
studentessa DAMS Musica

coordinamento e redazione di
Nicola Badolato e Saverio Lamacchia

 


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