Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna La Soffitta 2004 - MUSICA - Amor di viola

 LA SOFFITTA 2004

MUSICA
26 novembre 2003 - 14 maggio 2004

CONCERTI


3 marzo, ore 21 · Aula absidale di Santa Lucia

Amor di viola


Matthew Jones
viola
Michael Hampton
pianoforte

 
 
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F
RANZ SCHUBERT  (1797-1828)

Sonata in La minore D. 821 "Arpeggione"

Allegro moderato
Adagio
Allegretto
  
  
  
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NINO ROTA  (1911-1979)

Sonata

Allegretto scorrevole
Andante sostenuto
Allegro scorrevole



  
ARTHUR BLISS  (1891-1975)

Sonata in Sol minore op. 65

Moderato
Andante
Furiant (Molto Allegro) - Coda (Andante maestoso)
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Matthew Jones è violista, violinista e compositore. Ha studiato e studia tuttora con Rivka Golani. Si è distinto in numerosi concorsi: Royal Overseas League Competition, Holland-America Music Competition, Lionel Tertis International Viola Competition. Ha suonato in molti paesi (Regno Unito, Italia, Russia, Svizzera, Germania, Francia, Israele) come solista, in formazione da camera e, come prima parte, in orchestre quali la National Youth Orchestra del Galles e la Jeunesses Musicales World Orchestra. Si è esibito come violista in importanti sale da concerto: per citare solo le britanniche, Purcell Room, St Martin-in-the-Fields, St James’ Church, Piccadilly, the CBSO Centre in Birmingham. Di recente ha suonato come solista i concerti per violino e orchestra di Nielsen e di Beethoven. Jones ha studiato matematica nelle università di Warwick e di Bologna. È insegnante di violino, viola e di tecnica Alexander nella Bedales School (Hampshire) e nel Trinity College di Londra. Come compositore ha scritto un quartetto d’archi e, con la sorella Bethan, un musical, Slingshot!, rappresentato con grande successo nel Warwick Arts Centre. Un secondo musical è in programma per l’anno prossimo.

Michael Hampton ha completato gli studi nel Royal College of Music nel 1999. Premiato come solista, è specializzato e ha avuto numerosi riconoscimenti come pianista accompagnatore. Ha suonato in Italia, Belgio, Olanda, Svezia, Hong Kong, Singapore, Giappone, Nuova Zelanda e Australia. Da tre anni è insegnante e pianista in corsi estivi in Belgio, insieme a Vera Rosza, Sarah Walker e Tom Krause. Ha suonato nelle maggiori sale da concerto del Regno Unito: di recente, al Festival internazionale di Edimburgo (Usher Hall), alla BBC, e nel Queen Elizabeth Hall, dove con Roger Vignoles ha eseguito i Liebeslieder di Brahms.

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Amor di viola

La Sonata detta "Arpeggione" di Franz Schubert risale al 1824. È un periodo intenso e prolifico per il compositore viennese, ad onta delle terribili vicende biografiche: l’anno precedente Schubert ha saputo di aver contratto la sifilide, malattia all’epoca incurabile e che portava ad una morta lenta e dolorosa. La reazione del compositore è straordinaria: compone una lunga serie di capolavori nei pochi anni che lo separano dalla morte, avvenuta nel 1828. La Sonata è un pezzo d’occasione, scritta per uno strumento peculiare, l’arpeggione appunto, un ibrido tra la chitarra (di cui conserva il numero delle corde, sei, l’accordatura e la forma) e il violoncello (a somiglianza del quale si suona con l’arco e si tiene tra le gambe), detto perciò anche chitarra-violoncello o chitarra ad arco, o anche chitarra d’amore, con evidente allusione alla viola d’amore. Ideato da Vincenz Schuster e costruito dal liutaio viennese Johann Georg Staufer, nel 1824 l’arpeggione è una novità e una curiosità. Caratteristica principale del novello strumento è la cantabilità, grazie ad un timbro dolce ed espressivo, che Schubert esalta nella Sonata, soffusa d’intima malinconia. La Sonata viene probabilmente commissionata dallo stesso Schuster, che la esegue sul finire del 1824, e rimane inedita fino al 1871, quando viene data alle stampe con annesse trascrizioni per violoncello e per violino; ma viene spesso eseguita, come nel nostro concerto, anche dalla viola. Tali trascrizioni si spiegano con la rapida obsolescenza dell’arpeggione che, a causa di alcuni problemi tecnici strutturali e anche dell’elevata abilità virtuosistica richiesta all’esecutore, non si radicò mai nell’uso: negli anni 1830 lo strumento è già dimenticato, e la Sonata di Schubert rimane l’unica opera notevole scritta per esso.
     Arthur Bliss nasce a Londra nel 1891. Studia contrappunto e direzione d’orchestra, fino allo scoppio della guerra, che lo vede coinvolto in prima linea. Il catalogo di Bliss è molto vasto. Sebbene comprenda composizioni di valore, l’autore è tuttora poco eseguito. Nella produzione giovanile si colgono elementi che lo accomunano alle correnti più avanzate della cultura musicale europea, soprattutto Stravinskij e "Les Six". Nel 1933 compone per il virtuoso britannico Lionel Tertis la Sonata per viola, che per Bliss è "il più romantico degli strumenti, un autentico Byron in orchestra". Nella sua autobiografia, Bliss dirà che Tertis, più che un consulente per la parte violistica, è stato quasi un coautore. Il progetto iniziale si espande e Bliss, a composizione conclusa, dirà che la Sonata si è tramutata quasi in un concerto per viola. La prima esecuzione, in forma privata, ha luogo nella casa di Bliss ad opera di Tertis e del pianista Solomon, e con un voltapagine d’eccezione, il compositore William Walton.
     Nino Rota, figlio di musicisti, enfant prodige, comincia a comporre a otto anni. La sua notorietà internazionale si deve alle musiche per film, per Federico Fellini in particolare, nelle quali emergono grande duttilità, molta verve e molto spirito. Per Rota, musica da film e musica d’arte hanno pari dignità. Rota è attivo per tutta la vita anche sul versante della musica d’arte tout court, dove è considerato un "inattuale": il suo linguaggio è volutamente e spiritosamente "ottocentesco", del tutto refrattario alle rivoluzioni musicali del secolo XX. Nella poetica di Rota, la musica deve essere una forma d’arte spontanea e immediata, di facile presa sull’ascoltatore. Tali caratteristiche si colgono anche nella Sonata per viola e pianoforte.

Simona Ghizzoni e Jose Antonio López Segura
studenti
DAMS

coordinamento e redazione: Saverio Lamacchia

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