Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna La Soffitta 2004 - MUSICA - Miracoli, sortilegi, incantesimi

 LA SOFFITTA 2004

MUSICA
26 novembre 2003 - 14 maggio 2004

CONCERTI


21 gennaio, ore 21 · Aula absidale di Santa Lucia

Miracoli, sortilegi, incantesimi


Enrico Pace pianoforte

 
 

R
OBERT SCHUMANN  (1810 - 1856)

Kreisleriana: Fantasien
op. 16
(1838)

1. Äußerst bewegt - 2. Sehr innig und nicht zu rasch
3. Sehr aufgeregt - 4. Sehr langsam - 5. Sehr lebhaft
6. Sehr langsam - 7. Sehr rasch - 8. Schnell und spielend

FRANZ LISZT  (1811- 1886)

Deux légendes
(1863)

Saint François d’Assise: la prédication aux oiseaux
Saint François de Paule marchant sur les flots



* * *

SERGEJ PROKOFEV  (1891 - 1953)

Dieci pezzi op. 12 (1906 - 1913)

1. Marche - 2. Gavotte - 3. Rigaudon - 4. Mazurka
5. Caprice - 6. Légende - 7. Prélude - 8. Allemande
9. Scherzo humoristique - 10. Scherzo


IGOR’ STRAVINSKIJ (1882 - 1971)
GUIDO AGOSTI (1901 - 1989)

L’oiseau de feu (1910, 1928)

Danse infernale du roi Kastcheï
Berceuse
Final

 

Enrico Pace è nato a Rimini. Ha studiato pianoforte con Franco Scala, prima al Conservatorio "Rossini" di Pesaro e successivamente all’Accademia Pianistica di Imola. Ha inoltre studiato direzione d’orchestra e composizione. La sua carriera ha avuto una svolta decisiva nel 1989 con la vincita del primo premio al Concorso internazionale "Franz Liszt" di Utrecht.
     Da allora Enrico Pace si è esibito spesso in recital in tutta Europa, con apparizioni al Concertgebouw di Amsterdam (dove ha suonato per quattro volte nel ciclo Master Pianists), a Milano (Sala Verdi del Conservatorio e Teatro alla Scala), Roma, Firenze, Berlino, Monaco di Baviera, Dortmund, Dublino. Nel 1999 ha effettuato una tournée in Sud America e ha suonato nei Festspiele di Salisburgo e alla Wigmore Hall di Londra. Nell’estate del 2001 ha preso parte ai festival pianistici di La Roque-d’Anthéron e Klavieraritäten di Husum dove è stato nuovamente invitato nel 2002; lo stesso anno ha anche partecipato al festival di Dinard.
     Il pianista ha suonato con l’Orchestra filarmonica di Rotterdam, l’Orchestra filarmonica della Radio Olandese, le orchestre sinfoniche di Melbourne e Sydney, il Berliner Sinfonie-Orchester, il MDR-Sinfonieorchester di Lipsia, l’Orchestra filarmonica di Varsavia (rimpiazzando Martha Argerich in una serie di concerti in Svizzera e in Italia), la Gelders Orchestra e le orchestre di Johannesburg e Cape Town. Ha collaborato, fra gli altri, con direttori quali Eliahu Inbal, Mark Elder, Janos Fürst, Roberto Benzi, Jan Latham-Koenig, Kazimierz Kord, Bruno Weil, Vassily Sinaisky, Andrej Boreyko, Gianandrea Noseda, Stanislav Skrowaczewski. Agli impegni solistici Enrico Pace affianca un’intensa attività cameristica: ha collaborato con il Quartetto Šostakovic, con la cornista Marie Luise Neunecker, e ha preso parte a vari festival di musica da camera a Delft, Risør (Norvegia), Rheingau (Germania), Kuhmo (Finlandia), West Cork (Irlanda), Stresa e Lucerna. Dalla stagione 1997/98 ha instaurato un’assidua collaborazione col violinista Frank Peter Zimmermann, col quale ha dato recital in Germania, Italia, Francia, Spagna, Paesi Bassi, Corea, Giappone, Inghilterra.
     Nel maggio del 2000 ha debuttato come direttore d’orchestra; come direttore-solista ha collaborato nel 2002 con la New Sinfonietta di Amsterdam.
     Nel 2003 ha tenuto concerti in Spagna, Svezia, Inghilterra, Germania, Svizzera, ha effettuato una tournée in Sud America e ha debuttato con l’Orchestra filarmonica di Monaco di Baviera e l’Orchestra sinfonica di Bamberga.

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Miracoli, sortilegi, incantesimi

La musica "deve riunire Dio e le persone". Le parole del ventitreenne Liszt rivelano l’aspirazione di una vita: per lui, come per altri musicisti del secolo XIX che aderiscono al cosiddetto movimento ceciliano, musica e canto sono un veicolo per diffondere la religione, "cantare il grazie dell’uomo a Dio" e creare "il punto d’incontro tra i due mondi, finito ed infinito". Da quest’idea nasce il ciclo delle Légendes del 1863: nel Saint François d’Assise: la prédication aux oiseaux (ispirata alle Petites fleurs de St. François d’Assise pubblicate a Parigi nel 1860) Liszt utilizza un motivo dal proprio Cantico del sol di san Francesco d’Assisi del 1862; nel Saint François de Paule marchant sur les flots (ispirato ad un quadro di Edward Steinle) un tema dal proprio coro del 1860 An den heiligen Franziskus von Paula).
     I Kreisleriana op. 16, ciclo di otto fantasie composto da Schumann nel 1838 e riveduto nel 1850, sono dedicati a Chopin, di cui Schumann era ammiratore e ‘scopritore’, tanto da additare il giovane polacco "come una stella rara nelle tarde ore della notte". Il titolo rimanda alla Biografia frammentaria del direttore d’orchestra Johannes Kreisler di E. T. A. Hoffmann, ma l’articolarsi delle idee musicali schumanniane sviluppa un reticolo di impressioni parallele, piuttosto che una puntuale parafrasi degli episodi nel racconto di Hoffmann. Schumann sembra inoltre proiettare nella propria musica le vicissitudini della storia d’amore con Clara Wieck, sua futura sposa e vera protagonista dell’opera: alcuni studiosi parlano di un ‘tema di Clara’, una breve melodia che ricorre in molte delle fantasie; sono rivelatrici le lettere che l’autore scrisse all’amata, come quella in cui le annunciò l’opera: "Quando starai accanto a me mentre siederò al pianoforte, ah, allora piangeremo tutti e due come bambini, lo so, mi sconvolgerà".
     Prokof’ev compone i Dieci pezzi op. 12 tra i 15 e i 22 anni. La Marcia, la Gavotta, lo Scherzo nascono come esercitazioni scolastiche nella classe del compositore Anatolij Ljadov, e si caratterizzano per uno stile classicheggiante, aderente al tradizionalismo del maestro. In seguito i pezzi vengono rivisti e ampliati per farne una raccolta, benché la Marcia fosse già apparsa nei Piccoli studi del 1906. Oltre alla Gavotta l’opera conta altre danze, Rigaudon, Mazurka e Allemanda, alcune desuete, cariche di un senso della parodia che culmina nella Gavotta – caratterizzata da una crescente complessità di ordito – e nello Scherzo umoristico, che Prokof’ev rielaborò in seguito per un singolare ensemble di quattro fagotti. Il carattere incisivo ed eccentrico dei pezzi rivela anche il gusto di Prokof’ev per un pianismo atletico e aggressivo, evidente nel vivacissimo Scherzo che riecheggia il famoso preludio in Si bemolle minore di Chopin.
L’uccello di fuoco, ispirato a una fiaba russa, nasce quale nuovo spettacolo per la stagione parigina dei Ballets russes nel 1910. Per le musiche, l’impresario Diaghilev si era dapprima rivolto ad Anatolij Ljadov, che non riuscì ad ultimare la partitura entro la scadenza pattuita, così che l’incarico passò a Igor’ Stravinskij, giovane promettente allievo di Rimskij-Korsakov. Stravinskij trasferisce nella propria musica l’impronta magica e misteriosa della fiaba del principe Ivan, che riesce a sconfiggere l’immortale mago Kašcej grazie all’incantesimo dell’Uccello di fuoco: il linguaggio stravinskiano, che risente dell’impronta del proprio maestro, ma anche di Wagner e Debussy, emerge con irresistibile dinamismo e in tutta la sua potenza ritmica soprattutto nelle scene dominate dal sovrano malvagio. Stravinskij ha tratto dall’Uccello di fuoco ben tre suites orchestrali; questa sera viene eseguita la trascrizione parziale per pianoforte approntata nel 1928 dal pianista e didatta italiano Guido Agosti, e dedicata alla memoria di un trascrittore insigne: Ferruccio Busoni.

Martina Clementi e Daniela Picaro
studentesse DAMS

coordinamento e redazione: Tarcisio Balbo

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