Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna La Soffitta 2004 - MUSICA - I colori del sole al tramonto

 LA SOFFITTA 2004

MUSICA
26 novembre 2003 - 14 maggio 2004

CONCERTI


10 marzo, ore 21 · Aula absidale di Santa Lucia

I colori del sole al tramonto

 
FONTANAMIX

con elementi del
Collegium Musicum
Almae Matris
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Francesco La Licata
direttore
Thuridur Jonsdottir, flauti
Alessandra Nocera, flauto*
Giambattista Giocoli, clarinetti
Fabio Melis, clarinetto*
Mario Gigliotti, tromba
Valentino Corvino, violino
Aleix Caminal Puig, violino*
Silvia Ricciardi, viola
Nicola Baroni, violoncello
Stefano Malferrari, pianoforte
Francesco Ricci, tastiera*
 
 

T
RISTAN MURAIL  (1947)

Treize couleurs du soleil couchant
(1978)
per flauto, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte
ed eventuale dispositivo acustico
  
  
  
SALVATORE SCIARRINO  (1947)

Lo spazio inverso
(1985)
per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte
  
  
  
BRUNO MADERNA  (1920-1973)

Serenata per un satellite
(1969)
per due flauti, due clarinetti, due violini, due violoncelli e pianoforte



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TRISTAN MURAIL

C’est un jardin secret, ma soeur, ma fiancée,
une fontaine close, une source scellée...
(1976)
per viola sola
  
  
  
CHARLES E. IVES  (1874-1954)

The Unanswered Question
(1906)
per tromba, due flauti, due clarinetti e quartetto d’archi
  
  
  
GÉRARD GRISEY  (1946-1998)

Talea, ou La machine et les herbes folles
(1986)
per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte

 
 


FontanaMIX è un gruppo di strumentisti giunti a condividere, attraverso il far musica insieme, un progetto in cui interpreti e compositori lavorano in stretta collaborazione per produrre opere a carattere anche multimediale. Lo studio e l'interpretazione di opere del secondo Novecento (da Sciarrino a Scelsi a Berio, Donatoni, Grisey, Bussotti, Cage, Crumb), assieme alle proposte di nuove opere in importanti centri di produzione (Music Factory di Bergen, Reykjavik 2000, Cantiere d'Arte di Montepulciano) sono il background dei musicisti di FontanaMIX.
     FontanaMIX ha sede a Bologna e collabora con diversi solisti tra cui il pianista Mauro Castellano, il flautista Antonio Politano, l'accordeonista Claudio Iacomucci, con gli attori Mariano Rigillo, Paolo Ferrari, Nando Gazzolo, e con vari compositori tra cui Fausto Romitelli, Gilberto Cappelli, Francesco Carluccio, Paolo Aralla, Atli Ingolfsson.
     Nel 2002 l'ensemble FontanaMIX si è esibito al Bologna Festival, al Teatro Comunale di Bologna (con un programma dedicato a Francesco Pennisi) per la rassegna Aterforum, al festival Aosta Classica.
     Nell'ottobre 2003 ha partecipato al festival REC di Reggio Emilia (direttore artistico Daniele Abbado) realizzando il lavoro di teatro musicale L'Angelo e il Golem di Francesco La Licata.
Nel 2004 l'ensemble sarà presente a Bologna per il festival Angelica con un programma interamente dedicato alla musica contemporanea canadese. È stato inoltre invitato nell'ottobre 2004 al festival Milano Musica.
     Collabora, per progetti didattici sulla musica contemporanea, con il Dipartimento di Musica e Spettacolo dell'Università di Bologna, insieme al quale ha di recente realizzato il ciclo L'immagine e il suono dedicato al quartetto d'archi nel Novecento. Dal 2001 partecipa alla realizzazione del Concorso di composizione di Cesenatico.

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I colori del sole al tramonto

"La rivoluzione dei suoni complessi", nelle parole di Tristan Murail, definisce la nuova estetica musicale inaugurata in Francia dall’ensemble L’Itinéraire fondato dallo stesso Murail, Grisey e altri compositori francesi intorno alla metà degli anni ’70. La poetica dell’Itinéraire pone l’accento su diversi tipi di trattamento degli spettri sonori, si avvale di conoscenze scientifiche e desume i propri caratteri dall’analisi dei suoni e dall’impiego delle tecniche di trasformazione dei segnali acustici. Proprio dalla particolare attenzione alla ricerca sull’elaborazione elettronica dei suoni strumentali nasce la collaborazione tra L’Itinéraire e l’IRCAM di Parigi (Institut de Recherche et de Coordination Acoustique/Musique). Esempio di questa corrente definita da alcuni ‘musica spettrale’ è Treize couleurs du soleil couchant, la cui forma può essere dedotta da 13 intervalli generatori, lentamente trasformati attraverso un processo di modulazione ad anello analogo al modo in cui Monet tratta la luce e il colore nel dipingere Le cattedrali di Rouen in differenti ore del giorno.
     Talea, ou La machine et les herbes folles prende il nome dal termine latino talea (innesto) e da un procedimento compositivo medioevale. Si compone di due parti concatenate senza soluzioni di continuità che enunciano da due ‘angolazioni uditive’ un unico gesto musicale (veloce-fortissimo-ascendente, lento-pianissimo-discendente). La prima parte della composizione, polifonica, "appare come un processo implacabile, una vera macchina per costruire la libertà"; la seconda parte, omofonica, presenta "dei richiami della prima che a poco a poco si colorano del nuovo contesto sino a diventare irriconoscibili. Questi fiori selvatici, queste erbacce, spinte negli interstizi della macchina, crescono d’importanza e poi debordano sino a dare alle sezioni nelle quali si sono insinuate come parassiti una colorazione tutt’affatto inattesa".
     La musica raffinata e intima di Salvatore Sciarrino, precoce talento e un passato da autodidatta, è sempre attenta alle più piccole sfumature cromatiche e dinamiche, e al rapporto tra suono e silenzio. Tutto ciò è la chiave interpretativa di Lo spazio inverso, dedicato al compositore Claudio Ambrosini, in cui Sciarrino raggiunge un equilibrio tra sussurri e fragori. Composizione assai ricercata, nella quale i bisbigli dei flauti vengono intrecciati a stacchi della celesta ed apparizioni onomatopeiche degli archi, del clarinetto e del flauto, Lo spazio inverso è stato pubblicato anche come omaggio al musicologo e docente del DAMS bolognese Luigi Rognoni.
     Dedicata al direttore dell’E.S.O.C. Umberto Montalenti, Serenata per un satellite fu commissionata ed eseguita il 1° ottobre 1969 per il lancio del satellite Boreas I. In quest’opera Maderna riesce ad esprimere la propria idea di ‘spaziale’, di atmosfere rarefatte, grazie anche alla possibilità di usare strumenti dal timbro ‘lunare’ come la marimba. Maderna, inoltre, concepisce la propria composizione come una partitura aleatoria in cui i vari strumenti possono suonare "tutti insieme o separati o a gruppi – improvvisando insomma, ma! – con le note scritte", per restituire così alla struttura musicale la natura di un evento sonoro irripetibile nel flusso del tempo.
     La struttura musicale della Unanswered Question asseconda il programma ‘metafisico’ caro a Ives. Gli strumenti assumono il ruolo di attori: la tromba è l’eroe che si pone la domanda sul senso dell’esistenza, il quartetto di legni rappresenta l’atteggiamento superficiale e beffardo dei comuni mortali, il quartetto d’archi il saggio silenzio dei Druidi. La prima versione è del 1906, revisionata nel 1930-1935, ma la prima esecuzione avvenne l’11 maggio 1946. L’opera è stata integrata anche in altre composizioni di Ives, ma questo fatto non è indice di scarsa creatività, bensì la consuetudine di un compositore profeta, eroe e artigiano (assicuratore e musicista per l’"esigenza di un’unione organica fra cultura e mondo del lavoro") che si pone alla base del cosiddetto Rinascimento musicale americano e anticipa alcuni momenti delle avanguardie europee.

Luisa Bonet e Alice Gasperi
studenti
DAMS

coordinamento e redazione: Tarcisio Balbo

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