Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna La Soffitta 2004 - MUSICA - Bouquet di primavera

 LA SOFFITTA 2004

MUSICA
26 novembre 2003 - 14 maggio 2004

CONCERTI


25 febbraio, ore 21 · Aula absidale di Santa Lucia

Bouquet di primavera


Daniela Uccello
soprano
Gabriella Sborgi
mezzosoprano
Antonio Ballista
pianoforte

 
 

R
OBERT SCHUMANN  (1810-1856)

Mädchenlieder, op. 103
Mailied
Frühlingslied
An die Nachtigall
An den Abendstern

Bedeckt mich mit Blumen, op. 138 n. 4

Sommerruh
  
  
  
HUGO WOLF  (1860-1903)

Bedeckt mich mit Blumen
Blumengruß
Über Nacht
Der Gärtner
Im Frühling
Er ist’s



  
* * *

HUGO WOLF  (1860-1903)

Das verlassene Mägdlein
Die Bekehrte
Ich hab in Penna einen Liebsten wohnen
Gesang Weylas
Verschwiegene Liebe
Klinge, klinge, mein Pandero
  
  
  
JOHANNES BRAHMS  (1833-1896)

Hüt’ du dich!, op. 66 n. 5

Am Strande, op. 66 n. 3

Vier Duette, op. 61
Die Schwestern
Klosterfräulein
Phänomen
Die Boten der Liebe

 
 


Daniela Uccello, diplomata in Canto e Pianoforte, si è perfezionata a Salisburgo con Rita Streich. È diplomata in scenografia e laureata in DAMS. Ha interpretato ruoli di grande tradizione operistica accanto ad opere rare; il suo repertorio da concerto, specializzato nella produzione liederistica, spazia dal Sette al Novecento. Si è esibita con musicisti come Damerini, Ballista, Gavazzeni, Ferro, Preston, effettuando numerose registrazioni radiotelevisive e discografiche. È titolare della cattedra di Musica vocale da camera nel Conservatorio di Milano.

Gabriella Sborgi, diplomata in Canto lirico e Musica vocale da camera, si è perfezionata a Parigi al Centre de Formation Lyrique dell’Opéra Bastille. Vincitrice del Concorso europeo As.Li.Co. 1996 e "The Actor Singer" 1995, si è esibita nei più importanti teatri italiani, in Spagna e in Giappone. Svolge intensa attività concertistica. Ha cantato in spettacoli firmati da registi come Strehler, Ronconi, Abbado, Miller e da direttori come Mehta, Oren, Corboz.

Antonio Ballista, pianista, clavicembalista e direttore d’orchestra, ha affrontato i più vari repertorii solistici, cameristici e sinfonici, in programmi di ricercata originalità. Dalla fine degli anni ’50 suona in duo con Bruno Canino. Si è esibito con direttori d’orchestra come Abbado, Boulez, Chailly, Maderna e con le principali orchestre europee e statunitensi, ed è ospite dei massimi festival europei. Hanno scritto per lui, fra gli altri, Berio, Bussotti, Castaldi, Castiglioni, Donatoni, Morricone. Svolge intensa attività discografica. Già titolare della cattedra di Pianoforte principale al Conservatorio di Milano, è attualmente docente nell’Accademia Pianistica di Imola.

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Bouquet di primavera

La produzione liederistica di Robert Schumann può essere considerata un ponte ideale fra l’unità del tono, aderente al costrutto verbale, realizzata nel Lied schubertiano e l’atteggiamento psicologico-letterario di Hugo Wolf. Con Schumann, il pianoforte guadagna a tratti il ruolo di protagonista, leggendo fra le pieghe del testo; oppure dispiega, come in An den Abendstern, un tessuto melodico ben integrato con le voci, non più mero accompagnamento, bensì voce della Stimmung ispirata dai versi di Elisabeth Kulmann (1808-1825). Commosso per la morte prematura della poetessa, Schumann ne intonò i versi nei tardivi Mädchenlieder (1851), composizioni sincere e aderenti allo spirito fanciullesco dell’autrice. Ben diverso il tono degli Spanische Liebeslieder op. 138 (1849), che accolgono stilemi esotici, inflessioni cromatiche, mescolanza agrodolce di adombramenti e slanci. Dello stesso anno è Sommerruh, in cui la parte pianistica risulta essenziale e delicata, per dare risalto alle voci che, come spesso accade in questi duetti, procedono rigorosamente abbinate. La scrittura musicale amplifica, così, l’effetto complessivo del testo, che non di raro Schumann modificava sia nel dettato sia nella struttura.
     Hugo Wolf, cui non sarebbero mancate, secondo i contemporanei, le potenzialità per diventare il nuovo Wagner, compose quasi esclusivamente Lieder. Al contrario di Brahms, e in parte di Schumann, Wolf si allontana del tutto dai canti popolari tedeschi per musicare in ampi cicli le opere dei massimi poeti del suo tempo, nell’intenzione d’intonarne non solo singoli testi, ma l’intero mondo lirico. Nel biennio 1877-78 nasce il primo ciclo dei Gedichte von Eduard Mörike, che si presenta come un breviario dell’anima. La protagonista di Das verlassene Mägdlein canta le sue emozioni più profonde, mentre il pianoforte s’incarica di rendere, con un motivo ritmico uniforme, l’atmosfera psicologica. Altrettanto Im Frühling - al contrario dell’inno giubilante di Er ist’s - rispecchia la tensione meditativa dell’anima verso la primavera, attraverso una melodia infinita, cui il pianoforte conferisce plasticità d’espressione più della stessa voce. I coevi Eichendorff-Lieder offrono una galleria di tipi e caratteri, affidando spesso a conclusioni pianistiche in pianissimo la realizzazione della Sehnsucht, come in Verschwiegene Liebe. Dieci anni più tardi (1888-89), Wolf mette in musica poesie di Goethe, toccando il punto spiritualmente più alto di tutta la sua produzione. L’universalità dei temi riguarda semplici miniature primaverili come Blumengruß, ma anche caratterizzazioni psicologiche profonde come Die Bekehrte. A far da contrappeso a queste pagine spesso amare e tormentate, giungono i due canzonieri intrisi di mediterranea espansività, solare ed anche ironica: lo Spanisches (1889-90) e l’Italienisches Liederbuch (1890-1896).
     L’"arrendevole mitezza" (Bortolotto) del Lied brahmsiano si evidenzia fin dalla scelta dei testi: pochissimi degli oltre duecento Lieder pubblicati attingono dalle vette della poesia germanica, la stragrande maggioranza ricorre ad anonimi verseggiatori. Anche nelle due raccolte op. 61 (1874) e op. 66 (1875), con Mörike Goethe Hölty convivono versi tradizionali boemi e il prediletto Des Knaben Wunderhorn. Il Volkslied tedesco, di cui Brahms fu assiduo cultore, e soprattutto il Volkston circolano senza posa in tutta la sua produzione. Anche quando il testo non è di matrice folklorica, l’impianto musicale tende ad uno stile popolare, realizzato mediante una naturale semplicità di canto, prevalentemente diatonico, organizzato in frasi periodiche e strutture strofiche. Sovente Brahms utilizza melodie regionali: ungherese è quella di Die Schwestern, perfettamente assecondata dal saltellante moto accordale pianistico in contrattempo. Affiorano altrove (Phänomen, Am Strande) più eleganti movenze pianistiche, di raffinata armonia, il cui disegno in arpeggio, arricchito da note doppie o increspato da sincopi - anticipazione dei più maturi Intermezzi - esprime con tocchi essenziali l’atmosfera emotiva del testo.

Michele Savoldi e Theresa Schmitz
studenti
DAMS

coordinamento e redazione: Anna Quaranta

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