Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna LA SOFFITTA - Centro di Promozione Teatrale

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Centro di promozione teatrale

STAGIONE 2001 - le linee della scena
teatro

 

2 aprile

LA MEMORIA ACUSTICA DEL LIVING THEATRE
Da John Cage a oggi
in collaborazione con Nuova Scena - Arena del Sole Teatro Stabile di Bologna

2 aprile

"64" oratorio per attori in 64 movimenti
di Andrea Liberovici con Judith Malina, Hanon Reznikov, Ottavia Fusco
produzione GRM-INA e Teatro del Suono
Arena del Sole - Sala Grande - ore 21
biglietti: in vigore prezzi e riduzioni dell'Arena del Sole;
riduzione speciale per studenti DAMS L. 14.000 per ogni ordine di posto, limitatamente alla disponibilità

Il Living Theatre ritorna, con Judith Malina e Hanon Reznikov, nei programmi della Soffitta, che allo storico gruppo statunitense ha già dedicato due progetti (nel 1995 e nel 1998) e la mostra Living with the Living (nel 1999).

"64", oratorio per attori ideato e composto da Andrea Liberovici, viene presentato a Bologna dopo il debutto parigino dell’aprile scorso, grazie alla collaborazione fra il Centro Teatrale La Soffitta e Nuova Scena - Arena del Sole Teatro Stabile di Bologna (che già aveva ospitato la mostra appena citata).

Le voci dei componenti del Living Theatre dal ’47 ai giorni nostri rivivono filtrate, modificate e campionate. Un concerto per attori in 64 movimenti, come i 64 esagrammi dell’I Ching, l’antico libro cinese dal quale Confucio e Lao Tzû traevano gli oracoli. Un omaggio a The Marrying Maiden, il testo che John Cage musicò per il Living nel 1960, e un omaggio allo stesso Cage e al suo uso delle operazioni "casuali" per comporre musica.

La storia andò così: Jackson Mc Low creò il testo di The Marrying Maiden sorteggiando parole, frasi e personaggi dall’I Ching attraverso una formula che si basava su criteri fortuiti di selezione e si ispirava direttamente al lavoro di John Cage. (La ragazza da marito del titolo è un personaggio ricorrente nel libro di oracoli). Da parte sua, John Cage partì dalla registrazione su banda magnetica del testo letto dagli attori, quindi spezzettò le voci e le montò casualmente per ottenere la partitura musicale. Lo spettacolo si basava a sua volta sul procedimento "casuale" (diverso dall’improvvisazione): un attore del Living Theatre (Henry Proach) estraeva da un mazzo di carte le direttive per le azioni degli attori e l’impiego delle musiche. Il collegamento fortuito fra testo, partitura musicale e azioni rispondeva al metodo del "caso", in base al quale l’intero lavoro creativo – ivi compreso quello degli attori – non si concentrava sull’intenzione ma piuttosto sull’azione. "L’intenzione è l’azione", spiegava Judith Malina.

Andrea Liberovici ha ritrovato il nastro originale della musica di John Cage e ha lavorato inoltre sulla campionatura del materiale sonoro degli spettacoli del Living Theatre dal ’47 ai nostri giorni. È così che il compositore ha realizzato a Parigi, presso i prestigiosi studi del Grm-Ina, le musiche di "64", che sono riprodotte in sala da sofisticate apparecchiature per la spazializzazione del suono e da live electronics applicati in tempo reale sugli interpreti. L’operazione musicale è perciò esclusivamente dedotta e creata partendo dal corpo dell’attore e dalla memoria acustica del gruppo: da John Cage a oggi. Andrea Liberovici definisce l’operazione "un dialogo fra una memoria presente in digitale-virtuale e un presente in divenire vivo in scena". Il Grm ha messo a disposizione per la produzione francese dello spettacolo il famoso acousmonium, strumento musicale costituito da un computer audio a 120 diffusori acustici distribuiti fra la scena e la sala. Il sistema di amplificazione (realizzato in Italia attraverso un ponderoso impianto di spazializzazione del suono) è collocato a vista sul palco e in platea, riempiendo visivamente – oltre che acusticamente – lo spazio scenico.

Gli attori, Judith Malina e Hanon Reznikov, e la cantante Ottavia Fusco, agiscono come in concerto, liberati da vincoli interpretativi, unicamente in rapporto con i materiali sonori. L’assunto fondamentale è – ancora una volta – quello del teatro "del caso", secondo il quale l’attore non agisce un’intenzione, in quanto la sua intenzione è l’azione, e la sua azione risponde a direttive "casuali".

C.V.


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