Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna
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PROGRAMMA
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Uno più due per tre
Musica dintrattenimento destinata ad esecuzioni private, i trii con pianoforte di Haydn costituiscono, secondo la critica più avveduta, un corpus dimportanza pari alle sinfonie e ai quartetti, ma sono molto meno conosciuti ed eseguiti di quelli. I 45 trii, per lo più composti da Haydn in età matura, in realtà sono opere pianistiche in due o tre movimenti con qualche rilievo del violino e con un impiego del violoncello in funzione di rinforzo della mano sinistra del pianoforte.
La loro scarsa notorietà è proprio legata alle caratteristiche descritte: secondo Charles Rosen, la sede opportuna per la loro esecuzione sarebbe il recital pianistico, con il violinista e il violoncellista in veste di "artisti ospiti". Le denominazioni adottate nelle prime edizioni dei trii in tre movimenti "Sonate per clavicembalo o pianoforte con accompagnamento di violino e violoncello" sono indicative del rapporto non paritario fra i tre strumenti.
Laggiunta del violoncello, ed in parte anche del violino, è dovuta alle caratteristiche del pianoforte di cui disponeva Haydn, uno strumento ancora limitato nellestensione, nella potenza e nella tenuta del suono; il violoncello quindi rafforza i bassi ed al violino viene affidata, insieme al pianoforte, la melodia cantabile. Lesecuzione con strumenti moderni impone agli strumentisti la ricerca di giusti equilibri di fraseggio, sonorità e dinamica.
Il primo movimento del Trio in Mi minore Hob. XV:12 (Vienna 1789) è uno dei più drammatici di Haydn; lAndante è in forma sonata e non nella più comune forma Lied ternaria; il sontuoso finale è in forma di rondò.
LAdagio del Trio in La bemolle maggiore Hob. XV:14 (Vienna 1790) si apre si una melodia molto cantabile ed è pervaso da sonorità morbide, di nobile bellezza.
La prima destinataria del Trio in Do maggiore Hob. XV:27 (Londra 1797) fu Thérèse Jansen-Bartolozzi, allieva di Clementi e pianista "dilettante" solo nel senso settecentesco del termine: lo stesso Haydn le riconosceva doti di grande virtuosa.
La scrittura pianistica, in numerosi passi di questi trii, evoca le atmosfere proprie della nuova sensibilità che si afferma negli ultimissimi anni del Settecento.