Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna LA SOFFITTA - Centro di Promozione Teatrale

la soffitta
Centro di promozione teatrale

STAGIONE 2000
musica

 

Mercoledì 5 aprile 2000, ore 21

Il clarinetto funambolo

 

Fabio Melis - clarinetto

Federica Zappia - pianoforte

 

Fabio Melis ha cominciato gli studi musicali da sassofonista. Si è diplomato in clarinetto col massimo dei voti nel Conservatorio di Adria. Dal 1994 è primo clarinetto nell’orchestra di fiati Stanislao Silesu di Samassi (Cagliari), con la quale ha vinto concorsi internazionali in Spagna Belgio Olanda Germania e si esibisce regolarmente in Italia e all’estero. Il complesso ha collaborato con solisti di chiara fama, come l’americano Roger Bobo, e con orchestre quali la Royal Philarmonic Orchestra di Londra, sotto la direzione di Jurij Temirkanov. Ha inciso un CD con la casa discografica Marlestone.

Federica Zappia si è diplomata brillantemente in pianoforte sotto la guida della prof. Daniela Landuzzi nel Conservatorio di Adria. Si è poi perfezionata col maestro Nazzareno Carusi. Suona in importanti sedi concertistiche da solista e da accompagnatrice. Insegna pianoforte nella scuola di musica del Centro Civico di Calderara di Reno. È laureanda in DAMS a Bologna.

 
Francis Poulenc (1899-1963)
Sonata
Allegro tristamente
Romanza (Très calme)
Allegro con fuoco (Très animé)

 

Béla Bartók (1881-1945)
Danze popolari rumene
Danza col bastone. Allegro moderato
Danza della fusciacca. Allegro
Danza del mortaio. Andante (non troppo lento)
Danza del corno. Molto moderato
Polka rumena. Allegro
Danza veloce. Allegro

 

* * *

 

Malcolm Arnold (1921)
Sonatina op. 29
Allegro con brio
Andantino
Furioso

 

Leonard Bernstein (1918-1990)
Sonata
Grazioso
Andantino

 

Hardy Mertens (1960)
52nd Street op. 192

Erano passati poco più di due mesi dalla morte di Francis Poulenc quando il 10 aprile 1963, alla Carnegie Hall di New York, risuonarono per la prima volta le note della Sonata per clarinetto e pianoforte, solisti d’eccezione Benny Goodman e Leonard Bernstein. Tra le opere più note del compositore parigino, la Sonata per clarinetto e pianoforte, dedicata alla memoria del compositore Arthur Honegger, fu portata a compimento nell’estate del ’62, frutto maturo di una gestazione affatto breve – già dal ’57 Poulenc ne portava con sé il progetto –, per molti versi comune alla "gemella" Sonata per oboe e pianoforte, dedicata a Sergej Prokof’ev. In una struttura di tre tempi, modellata sul calco tradizionale del genere cameristico, si mescolano quelle suggestioni sonore jazzistiche e neotonali che, se da un lato hanno reso popolare la produzione di Poulenc, dall’altro gli hanno talvolta attirato la spiacevole etichetta di "passatista".

Amico e collaboratore del citato Benny Goodman è anche Malcolm Arnold, trombettista e compositore particolarmente sensibile all’influenza di sonorità afro-americane, evidenti nella Sonatina op. 29 (1951). I tre tempi sono caratterizzati da tratti linguistici che vanno da un graffiante umorismo caricaturale di sapore tzigano a divagazioni melodiche dalla disarmante liricità.

La felice commistione d’idiomi d’impronta neoclassica con venature jazzistiche – leggi veloci sincopati e accompagnamenti pianistici in ritmo di boogie-woogie – contraddistingue la Sonata per clarinetto e pianoforte di Leonard Bernstein. Il futuro pianista - direttore - compositore la scrisse nel 1941, a ventitré anni, allorquando non aveva ancora concluso gli studi musicali: solo da poco aveva iniziato a frequentare i corsi di direzione d’orchestra tenuti al Berkshire Music Center di Tanglewood dal suo scopritore Sergey Koussevitzky.

Sonorità extracolte risuonano anche nelle Danze popolari rumene per pianoforte di Béla Bartók, composte nel 1915 e orchestrate due anni dopo. La raccolta di danze rientra nel filone vòlto all’elaborazione di materiale etnico, perlopiù ungherese e rumeno, vigoroso soprattutto in questi anni: Bartók s’impegnò nell’attenta ricerca d’idee musicali "autenticamente popolari" attraverso approfonditi studi etnomusicologici condotti nelle valli della Transilvania. L’armonia e la melodia risultano inevitabilmente aspre e dure. Delle Danze rumene sono disponibili adattamenti per altri organici, ad opera di strumentisti virtuosi; la versione di Zoltán Székely per violino e pianoforte – estensibile al clarinetto – fu autorizzata dall’autore nel 1926.

Olandese di nascita, Hardy Mertens si è formato nell’Università e nel Conservatorio di Utrecht. Oggi è docente di composizione nel Conservatorio di Maastricht, direttore di prestigiosi complessi bandistici e membro di giuria nei concorsi bandistici internazionali.

Francesco Finocchiaro
studente DAMS

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