Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Teatro e Narrazione

19 gennaio – 22 aprile 1998

Teatro e narrazione
a cura di gerardo Guccini
in collaborazione con CIMES

 

Nel narratore anche ciò che ha appreso
per sentito dire si assimila a ciò che è più suo.
Il suo talento è la sua vita; la sua dignità
quella di saperla narrare fino in fondo
(W. Benjamin)

 

Il teatro, pur fra ripensamenti e svolte, non ha mai abbandonato del tutto una delle sue ragioni originarie: raccontare storie.

La ricerca del nuovo e, poi, l’esperienza del presente hanno messo in crisi la capacità rappresentativa delle forme drammatiche tradizionali, lasciando però intatto il loro nucleo profondo: la ‘fabula’, la ‘storia’. E la ‘storia’, a ben vedere, unisce le epoche del teatro. Ora pervade i procedimenti creativi del drammaturgo e dell’attore. Ora emerge in primo piano coniugando drammaturgia e presenza scenica nella figura del narratore.

Il progetto Teatro e narrazione riunisce molti fra i più significativi narratori espressi dal nuovo teatro italiano. Fra di loro non sussistono rapporti di derivazione reciproca. La narrazione non è una scuola o una tendenza, ma una modalità profonda che si riproduce con tanta maggiore frequenza e determinazione quanto più il narrare e l’essere l’autore in atto si pongono quali strumenti di rapporto dialettico con il reale e, sotto questo punto di vista, assumono insensibilmente le funzioni che furono del dramma e della rappresentazione.

Dietro i narratori agiscono spinte riconoscibili e, in alcuni casi, riconducibili a fenomeni storici generalizzati. Si pensi alla pratica dell’animazione, che ha fecondato il narrare nel rapporto fra teatrante e bambino unendo, lungo il filo d’una stessa esperienza, costellazioni di artisti da Passatore a Marco Baliani; alla sollecitazione a fare del proprio essere artista – poeta o attore – l’oggetto di un nuovo narrare, che ha trovato in Giuliano Scabia un punto di riferimento storico e in Laura Curino una coinvolgente gamma di espressioni; oppure allo spirito di denuncia civile del comico che percorre l’opera di Fo e Marco Paolini.

La narrazione, inoltre, costituisce una zona comune a diversi generi e pratiche espressive – come mostrano l’incontro fra Vetrano–Randisi e il Pirandello novelliere, e i "quadri di scena" di Antonio Rezza.

Storicamente, la narrazione è stata anche un potente antidoto ai tecnicismi e alla solitudine laboratoriale della ricerca. Qui, però, si è preferito presentarla ponendo l’accento sul suo essere, nel teatro del presente, la forma vitale delle origini.


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